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Querela contro il datore di lavoro: si rischia il licenziamento?

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(@raffaella-mari)
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Scopri come una querela infondata contro il datore di lavoro può giustificare un licenziamento, secondo la Cassazione.

Il diritto di querela è un fondamentale strumento legale a tutela dei cittadini sancito anche dalla nostra Costituzione all’articolo 23. Ma cosa accade quando viene usato in malafede contro il proprio capo? Un recente caso trattato dalla Corte di Cassazione (sent. n. 30866/2023) chiarisce quando, a causa di una querela contro il datore di lavoro, si rischia il licenziamento. Vedremo, con l’occasione, di tracciare con precisione i confini della calunnia, reato che si configura tutte le volte in cui una persona accusa un’altra di un reato pur senza che questa abbia commesso alcun illecito. Ma procediamo con ordine.

Se denuncio il mio datore di lavoro mi può querelare per calunnia?

La calunnia scatta quando si sporge una querela o una denuncia contro un’altra persona dinanzi alle autorità (ad esempio carabinieri, polizia, Procura della Repubblica) ben sapendo che questa è innocente.

Dunque la calunnia presuppone la malafede di chi agisce. Questi deve essere ben consapevole che il soggetto querelato o denunciato non ha commesso il fatto.

Dunque non si configura la calunnia quando la persona agisce per errore:

  • sui fatti (ad esempio si è rappresentato male la vicenda, come chi scambia una persona per un’altra);
  • sulle norme (ad esempio commette un errore di interpretazione delle leggi penali come chi ritiene che un fatto sia reato quando invece non lo è).

Anche il difetto di prova esclude la possibilità della calunnia. Chi querela una persona senza avere le prove di ciò che afferma o con prove insufficienti – sempre che non abbia agito con dolo, ossia in malafede – non può quindi essere controquerelato per calunnia.

Infine la calunnia non scatta quando la segnalazione del reato, seppur fatta in malafede, non avviene dinanzi a una pubblica autorità ma a un privato. Ad esempio il dipendente che accusa ingiustamente un collega al proprio datore di lavoro non commette calunnia ma tutt’al più diffamazione.

Cosa dice la Cassazione sulla querela infondata?

Secondo la Cassazione, se un lavoratore presenta una denuncia penale contro il proprio datore di lavoro sapendo che le accuse sono false, tale comportamento può integrare i presupposti per un licenziamento per giusta causa (ossia in tronco, senza obbligo di preavviso).

La sentenza si basa sul caso di un dipendente che ha denunciato il proprio datore di lavoro per appropriazione indebita del Tfr, sapendo che le accuse erano infondate.

Qual è la differenza tra l’esercizio legittimo e illecito del diritto di denuncia?

Mentre il diritto di denuncia e critica nei confronti del datore di lavoro è legittimo e tutelato (come nel caso del whistleblowing), diventa illecito quando usato in maniera strumentale e distorta.

Se un dipendente fa ricorso ai pubblici poteri con l’intento di danneggiare il datore di lavoro, anziché per segnalare illegalità o tutelare i propri diritti, commette un illecito disciplinare.

Quali sono le basi legali per considerare illecita una querela infondata?

La strumentalizzazione della denuncia viola il dovere di fedeltà previsto dall’articolo 2105 del Codice civile e i principi di correttezza e buona fede degli articoli 1175 e 1375 del Codice civile. In sostanza, danneggia il rapporto di fiducia tra lavoratore e datore di lavoro.

In che modo una denuncia penale infondata può essere considerata un abuso del processo?

La denuncia penale infondata può essere vista come un abuso del processo quando viene utilizzata con il solo scopo di danneggiare il datore di lavoro. Questo comportamento non solo manca di fondamento, ma implica anche un uso distorto e emulativo del diritto di querela.

Conclusione

La decisione della Cassazione 30866/2023 stabilisce un importante precedente nel diritto del lavoro italiano. Essa sottolinea che il diritto di querela deve essere esercitato con responsabilità e integrità, e non può essere utilizzato come uno strumento per danneggiare ingiustamente il datore di lavoro. Questo caso evidenzia l’importanza di usare i diritti legali in maniera corretta e responsabile, rispettando i principi di lealtà e buona fede che regolano il rapporto di lavoro.

 
Pubblicato : 15 Novembre 2023 16:45