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Quanto si può guadagnare con un autolavaggio?

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(@paolo-remer)
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Quali sono i fattori da considerare per l’apertura di un’attività remunerativa: non solo i prezzi del servizio, ma anche e soprattutto i costi dell’impianto e della sua gestione. L’utile nasce dalla differenza positiva tra ricavi e costi.

Hai mai visto una Ferrari sporca? Quasi certamente no. Questo dovrebbe farti riflettere sull’abitudine degli italiani alla perfetta pulizia delle autovetture di lusso; ma molti hanno la stessa cura anche per i veicoli normali. Ci sono esigenze alle quali è difficile rinunciare, per motivi di igiene ma anche di immagine: e tra queste rientra il lavaggio periodico dell’auto, interno ed esterno. Se hai intenzione di aprire un’attività redditizia in questo ramo, una delle prime domande che ti poni è: quanto si può guadagnare con un autolavaggio?

Per arrivare alla fatidica formula, secondo cui in tutte le attività imprenditoriali, commerciali ed artigianali l’utile d’esercizio è uguale alla differenza positiva tra i ricavi conseguiti ed i costi sostenuti nel periodo, ci sono parecchie variabili da considerare e che entrano in gioco nelle decisioni da prendere: innanzitutto i costi di apertura, che a loro volta dipendono dalla tipologia dell’impianto.

Come si apre un autolavaggio?

Per aprire un autolavaggio bisogna essere in possesso di partita Iva, con codice attività Ateco 45.20.91, iscriversi al Registro delle imprese presso la locale Camera di Commercio e presentare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) corredata della documentazione sull’impianto di depurazione, sullo smaltimento delle acque reflue industriali e degli altri rifiuti e sulla valutazione ambientale e di impatto acustico.

Occorre anche il nulla osta sulla sicurezza ed antincendio rilasciato, previo sopralluogo, dai Vigili del fuoco, e l’apertura delle posizioni contributive Inps ed assicurative Inail per il titolare ed i dipendenti.

Autolavaggio: tipi di impianto e costi

La scelta fondamentale da fare riguarda la tipologia di impianti, perché il costo cambia notevolmente tra gli autolavaggi automatici o self service (detti anche “a gettone”) e quelli manuali: i primi richiedono un maggiore investimento iniziale per le postazioni e le attrezzature (rulli, spazzole, lance idriche, ecc.), che a determinate condizioni può essere ammortizzato anche per l’intero importo, mentre per gli altri bisogna considerare soprattutto le spese costanti per il personale dipendente.

In linea di massima, un piccolo impianto con uno o due box di lavaggio manuale può costare solo 10mila o 20mila euro, mentre per un grosso autolavaggio con parecchie postazioni automatizzate occorre spendere anche 100mila o 200mila euro e più, specialmente se ci sono diverse linee o cabine funzionanti in contemporanea, alcune delle quali destinate anche a mezzi pesanti come camion e pullman.

Autolavaggio: la zona

La zona di ubicazione dell’attività conta moltissimo ai fini dei ricavi che è possibile ritrarre: un autolavaggio ubicato in un centro cittadino ricco di negozi ed uffici avrà probabilmente un volume d’affari molto maggiore di un’analoga attività ubicata in un “quartiere dormitorio” di periferia o in una zona di campagna dove gli utenti devono recarsi apposta (anche se lì gli affitti dei locali o dei terreni costano molto meno).

In tutti i casi per la riuscita dell’attività di autolavaggio sono indispensabili i “punti di appoggio”, come l’abbinamento ad un garage o parcheggio di un centro commerciale dove la gente lascia abitualmente le macchine, o ad un distributore di carburanti trafficato in cui ci si reca a fare rifornimento.

Autolavaggio: la concorrenza

Prima di decidere il punto in cui aprire bisogna valutare bene la presenza di altre attività concorrenti nello stesso comprensorio, e che attingono dallo stesso bacino di utenza: anche in questo caso vale il detto secondo cui “chi tardi arriva male alloggia”, e fare prezzi sottocosto per attirare i clienti ed incrementare il giro d’affari potrebbe rivelarsi una scelta deleteria. Stiamo parlando di un tipo di attività al quale difficilmente la gente si affeziona, a differenza di altre prestazioni artigianali e commerciali.

Autolavaggio: quale giro d’affari?

Alcuni studi statistici recenti affermano che gli italiani lavano la loro autovettura mediamente una o due volte al mese, non di più. Se consideriamo che i ricavi per ogni lavaggio possono variare da un minimo di 7/8 euro ad un massimo di 15/20 euro a seconda del modello di autovettura (lavare una piccola utilitaria costa meno di un grande Suv) e del tipo di prestazione (automatico, manuale, solo esterno o anche interno, con lucidatura, ecc.) abbiamo una grossa differenza, o “forbice” di valori. E bisogna considerare che lavare un’auto a mano richiede almeno mezz’ora, mentre per fare l’operazione con l’impianto automatico bastano pochi minuti.

Quindi, ammesso e non concesso che l’attività funzioni a pieno regime, con le postazioni sempre attive e un costante flusso di clienti sempre in arrivo, c’è un tetto massimo ai ricavi che è possibile conseguire in una giornata, anche per gli impianti aperti 24 ore su 24, che dipende essenzialmente dalle dimensioni dell’impianto e dalle altre caratteristiche che abbiamo indicato: in particolare, la zona di ubicazione e gli esercizi concorrenti nelle vicinanze possono influire notevolmente sul volume d’affari dell’attività di autolavaggio.

Autolavaggio: quanto si guadagna?

Tenendo conto di tutte le variabili che abbiamo descritto e adattandole alla situazione concreta, a questo punto si può fare la moltiplicazione tra il ricavo unitario medio, dato dal prezzo prestabilito, ed il numero delle prestazioni eseguite o che ci si aspetta di riuscire a svolgere, e che a loro volta dipendono dai vari fattori che abbiamo esaminato, come la dimensione degli impianti, l’ubicazione e il potenziale bacino d’utenza (depurato, come abbiamo detto, dal numero di attività concorrenti già esistenti in zona).

La cifra che si ottiene come risultato può dare un’idea indicativa degli introiti mensili ed annuali che è possibile ottenere da un autolavaggio. Da tale ricavo lordo, però, dovranno essere detratti tutti i costi di investimento e di gestione (affitto dei locali, paghe del personale, energia elettrica e acqua, detergenti, depurazione, rate di restituzione dell’eventuale finanziamento ottenuto per l’acquisto degli impianti, ecc.).

La differenza tra ricavi e costi fornirà l’utile d’esercizio, ossia il guadagno che è ragionevolmente possibile realizzare ogni mese ed ogni anno, ovviamente tenendo conto delle variabili stagionali. Facendo questi calcoli si potrà scoprire in anticipo, evitando brutte sorprese, che un piccolo autolavaggio ben posizionato e gestito personalmente dal titolare di una ditta individuale può guadagnare, come introito netto, una cifra compresa all’incirca tra i 1.000 e i 2.000 euro al mese, e a malapena più di 3.000, mentre un’attività di autolavaggio più grande e molto attrezzata, specialmente se è esercitata in forma societaria, può incassare mensilmente diverse decine, o anche centinaia, di migliaia di euro e arrivare così ad avere un fatturato a sei zeri, di oltre un milione di euro all’anno.

 
Pubblicato : 9 Settembre 2023 11:15