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Quanto è alta la pressione fiscale in Italia?

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(@paolo-remer)
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Come si misura e a quanto ammonta il carico fiscale: quanto si prende lo Stato sui redditi prodotti? Cosa cambia se consideriamo anche il sommerso? È vero che la pressione fiscale italiana è tra le più alte d’Europa?

Si dice sempre che le tasse sono troppo alte e hanno raggiunto un livello esagerato, eccessivo, insopportabile. Ma per essere concreti bisogna parlare soltanto di ciò che si può misurare, in termini esatti e rigorosi, non a spanne o per sensazioni: così come non basta dire: «fa caldo» ma occorre sapere qual è la temperatura. E allora la domanda da porsi è: quanto è alta la pressione fiscale in Italia? Esistono degli strumenti di misurazione abbastanza sofisticati che permettono di dare una risposta precisa e aggiornata al nostro quesito. Ma ciò non toglie che la risposta è sconcertante e ti farà riflettere.

L’argomento, evidentemente, è di grande interesse perché tocca il portafogli di tutti gli italiani ed è al centro del dibattito politico; quindi esistono rilevazioni ufficiali ed anche studi indipendenti condotti da enti ed organi qualificati. La percentuale che risulta è, quindi, abbastanza attendibile, anche se c’è una importante quota sommersa che sfugge alle analisi: si tratta dei redditi non dichiarati, e dunque dell’evasione fiscale, che altera parecchio il corretto rapporto tra i redditi complessivi e il prelievo fatto con la tassazione.  Si stima che ogni anno in Italia si evadono circa 100 miliardi di euro, ossia più del 10% del Pil, il prodotto interno lordo, che misura la ricchezza della nazione.

Pressione fiscale: cos’è

La pressione fiscale è il rapporto tra le entrate tributarie e il Pil. Così, da un lato, abbiamo il complesso del prelievo operato dallo Stato – e dagli altri Enti pubblici, come Regioni, Province, Comuni, ed anche Inps ed Inail per i contributi previdenziali, assistenziali ed assicurativi – per le varie imposte, tasse e tributi comunque denominati; dall’altro lato c’è la base imponibile, commisurata ai redditi generati ed alla ricchezza prodotta. Questo ammontare, come sappiamo, viene sottoposto a tassazione in base ai meccanismi vigenti: le aliquote Irpef, l’Iva, l’imposta di registro, quella sulle successioni e donazioni, l’Imu, il bollo auto e tutti gli altri balzelli esistenti, che colpiscono in varie forme e modi la capacità contributiva espressa dai redditi percepiti e dai beni posseduti.

Pressione fiscale: a quanto ammonta?

In base all’ultimo Def (Documento di Economia e Finanza) elaborato dal Governo e riferito all’anno 2021 (nel momento in cui scriviamo l’anno 2022 è ancora in corso) le entrate tributarie totali sono state pari a 772 miliardi di euro, con una variazione di 63 miliardi in più rispetto al precedente anno 2020. Nello stesso periodo, il Pil misurato dall’Istat è stato di 1.775 miliardi di euro (118 in più rispetto al 2020).

Rapportando questi due valori (il primo al numeratore, il secondo al denominatore della frazione), si ottiene l’ammontare della pressione fiscale, che è stata pari al 43,5% nell’anno 2021 (nell’anno 2020 era del 42,8%). Il Governo, tuttavia, nel Def ha avvertito che questo valore non è del tutto rappresentativo dell’onere che grava effettivamente sui contribuenti italiani, perché il sistema di rilevazione contabile registra come spese anche alcune importanti agevolazioni fiscali (come il Bonus Irpef di 100 euro, ossia l’ex “bonus Renzi” di 80 euro), che in realtà comportano una riduzione d’imposta per i lavoratori dipendenti che lo percepiscono.

Quanto è alta la pressione fiscale in Italia?

Tenendo conto di tali trasferimenti e compiendo le opportune correzioni, l’Ocpi (Osservatorio sui conti pubblici italiani) ha calcolato la pressione fiscale «corretta» in misura pari al 41,8% per l’anno 2021 (con un incremento dello 0,4% rispetto al 2020). Si tratta, comunque, di un valore elevatissimo: quello del 2021 è il picco massimo raggiunto dal 1995 (periodo in cui fu introdotto l’attuale sistema di rilevazione della pressione fiscale) e che era stato sfiorato, come ordine di grandezza, soltanto negli anni della crisi economica tra il 2012 ed il 2014.

Tenendo conto dell’economia sommersa – detta anche «economia non osservata», perché sfugge alle rilevazioni statistiche e contabili – il Consiglio nazionale dei commercialisti ed esperti contabili (Odcec) ha calcolato che la pressione fiscale effettiva, cioè quella reale ed omnicomprensiva, è del 49%. Questo significa che quasi la metà dei redditi complessivamente prodotti dagli italiani vengono prelevati, in un modo o nell’altro, dallo Stato e dagli altri Enti pubblici. Ovviamente, si tratta di dati statistici generali, quindi di una media: all’interno della popolazione c’è chi paga di più e chi paga di meno.

La pressione fiscale italiana è la più alta d’Europa?

Da queste elaborazioni risulta che la pressione fiscale italiana è tra le più alte d’Europa: secondo i commercialisti l’Italia, con il suo 49%, è in cima alla classifica, proprio al primo posto, mentre in base ai dati ufficiali Eurostat utilizzati per le comparazioni dall’Unione Europea (che però non considerano il sommerso) considerando la pressione fiscale nominale del 43,5%, o anche quella corretta del 41,8%, siamo in posizione alta ma non sul podio di questo triste primato, perché nel folto gruppo dei 27 membri Ue ci precedono altri Stati europei: precisamente Francia, Danimarca, Belgio, Svezia ed Austria.

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Pubblicato : 26 Dicembre 2022 17:00