forum

Quanto costa la don...
 
Notifiche
Cancella tutti

Quanto costa la donazione indiretta?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
60 Visualizzazioni
(@paolo-remer)
Post: 1000
Famed Member Registered
Topic starter
 

Come funziona e a quanto ammonta la tassazione degli atti di liberalità compiuti fra privati: franchigie, esenzioni, accertamento fiscale.

Molti vogliono sapere quanto costa la donazione indiretta: infatti questo atto di liberalità non è sempre gratis per chi lo compie e neanche per chi lo riceve. Il Fisco italiano in certi casi pretende la sua parte sull’importo donato, o comunque chiede dettagliate spiegazioni, anche a distanza di tempo, per capire come, quando e da chi è arrivato il denaro che ha consentito a chi ha ricevuto la donazione di acquistare un determinato bene, mobile o immobile, come una casa o un’autovettura.

Quindi, a parte i casi classici in cui la donazione non è di modico valore e per essere valida ed efficace richiede la stipula di un atto pubblico dal notaio – quindi le spese da sostenere, oltre alle tasse, comprendono anche il suo onorario – bisogna preoccuparsi  dei possibili costi nascosti che questa operazione comporta, e, in particolare, della possibile tassazione degli atti di donazione indiretta compiuti.

Donazione indiretta: cos’è?

Con la donazione indiretta un soggetto – chiamato donante – arricchisce il patrimonio un altro – detto donatario – attribuendogli, per spirito di generosità, la somma di denaro necessaria per acquistare un bene, o versando l’importo direttamente al venditore. È il frequente caso in cui un genitore, un nonno o un altro parente “ricco” dà o versa al figlio i soldi necessari per comprare la sua prima casa, un’auto o una moto, oppure provvede direttamente a pagare il prezzo al costruttore o al concessionario.

Il risultato economico della donazione indiretta è equivalente a quello della donazione vera e propria, perché realizza il medesimo scopo e fa ottenere le stesse attribuzioni patrimoniali desiderate, ma con il grande vantaggio pratico di eliminare un passaggio (altrimenti il genitore dovrebbe intestarsi il bene e poi trasferirlo in proprietà al figlio).

Un altro caso di donazione indiretta è quello in cui il donante provvede a saldare un debito del donatario (prestito contratto con una finanziaria, mutuo bancario, obbligazioni assunte con esercenti commerciali, come il pagamento del pranzo di nozze, ecc.). Anche la vendita di un bene di notevole valore fatta ad un prezzo irrisorio e simbolico – ad esempio, 100 euro per un appartamento che ne vale 100mila) è considerata donazione, così come la cointestazione di un conto corrente che in realtà viene alimentato solo da un contitolare, mentre gli altri ne beneficiano prelevando le somme depositate. Per conoscere altri casi leggi “Donazioni indirette: quali sono?”.

Donazione indiretta: come viene tassata?

Da quanto abbiamo detto nel paragrafo precedente, è evidente che compiere una donazione indiretta significa bypassare lo schema legale previsto per la donazione ordinaria, ma ottenendo gli stessi effetti pratici di arricchimento del donatario. Il fatto che non si va dal notaio – e quindi manca un atto formale e registrato – non esclude, però, la possibile tassazione dell’operazione, perché quello che conta è l’aspetto sostanziale: c’è comunque un trasferimento di ricchezza.

Abbiamo detto «possibile» tassazione perché la legge fiscale [1] assimila le donazioni indirette alle donazioni vere e proprie, ma questo non significa che siano automaticamente tassate: infatti l’imposta sulle donazioni prevede molti casi di esenzione, soprattutto quando la donazione avviene tra parenti stretti e il valore del bene donato (o del correlativo importo, se si tratta di donazione indiretta) non è elevatissimo: precisamente, la franchigia è di 1 milione di euro se la donazione avviene tra coniugi e parenti in linea retta – come genitori e figli, o nonni e nipoti – e di 100 mila euro, se è realizzata tra fratelli o sorelle. Le donazioni a favore di persone gravemente disabili beneficiano di una franchigia di 1,5 milioni di euro.

Quindi verrà tassata, con l’aliquota prevista sul valore della donazione (4% per i parenti in linea retta, 6% per i fratelli) solo l’eccedenza rispetto a tali somme donate (i parenti entro il quarto grado e gli affini diretti o collaterali entro il terzo grado pagano il 6% senza franchigia, e per i parenti meno stretti o gli estranei l’aliquota è dell’8%). Per maggiori dettagli su franchigie ed esenzioni, leggi “Imposta di donazione: quando non si paga“.

Accertamento fiscale per donazione indiretta

Il fatto che la donazione indiretta sia, nella maggior parte dei casi, immune e “salva” dalla tassazione, grazie alle varie esenzioni e franchigie che abbiamo esaminato, non significa che chi la compie e chi la riceve sia al riparo da un possibile accertamento fiscale. Al contrario, l’Agenzia delle Entrate è molto attenta nel riscontrare i casi di arricchimento patrimoniale apparentemente ingiustificato del donatario, come quando un ragazzo giovane e disoccupato – quindi privo di redditi propri – dispone, improvvisamente, della somma di denaro necessaria per comprare un immobile o un’autovettura. Come ha avuto quei soldi? Doveva dichiararli? E se sì, perché non lo ha fatto?

In questi casi scatta l’accertamento fiscale, che spesso è preceduto da un questionario o da una convocazione presso l’Ufficio per fornire chiarimenti: i funzionari vogliono sapere con estrema precisione come, da chi, quando e perché è stata ottenuta quell’attribuzione patrimoniale indiretta. Così il donatario è costretto a giustificarsi, altrimenti l’importo verrà considerato come reddito imponibile non dichiarato e sarà recuperato a tassazione con un avviso di accertamento esecutivo (un atto equiparato per efficacia alla cartella esattoriale). Il donatario, però, può evitare questa conseguenza «confessando» ai funzionari accertatori la donazione ricevuta, che sarà tassata con la relativa imposta solo se il rapporto di parentela con il donante, in relazione alla cifra donata, lo prevede nei casi di assenza di esenzione o di superamento della franchigia [2].

Quando la donazione indiretta viene tassata

Dopo aver descritto la teoria, facciamo alcuni esempi pratici per spiegare quando e a quale titolo la donazione indiretta viene tassata, attraverso l’imposta sulle donazioni o considerando reddito la cifra percepita dal donatario.

Un padre bonifica sul conto corrente del figlio 100mila euro per consentirgli di pagare un appartamento; la cifra viene accreditata sul suo conto corrente e utilizzata per saldare, entro il termine previsto per la stipula del rogito, il prezzo pattuito nel contratto preliminare di compravendita e quindi dovuto al venditore dell’immobile. La donazione rientra nella fascia di esenzione tra parenti, e quindi non vi sono imposte da pagare, oltre alla consueta imposta di registro sugli atti immobiliari (o all’Iva, se il venditore è un’impresa); se il Fisco chiede spiegazioni sulla provenienza della somma, basterà esibire il bonifico bancario, che è tracciato, e l’atto di compravendita immobiliare, per evitare l’accertamento fiscale.

Una zia facoltosa, senza andare dal notaio, apre a favore di un nipote al quale è molto affezionata una gestione patrimoniale presso una società di investimento, versando 250mila euro a nome del ragazzo, che così diventa possessore di un grosso pacchetto di titoli azionari e obbligazionari. Il rapporto di parentela e la cifra donata non consentono esenzioni e franchigie, e pertanto la donazione indiretta così effettuata sarà tassata al 6%.

Un uomo anziano cointesta con la sua badante il conto corrente sul quale sono depositate delle consistenti somme – circa mezzo milione di euro – e gli viene accreditata la pensione di 3mila euro ogni mese, più tredicesima. La badante è un’estranea, quindi non rientra nelle esenzioni dall’imposta sulle successioni e donazioni previste solo per i parenti. Essendo cointestataria, diventa proprietaria della metà di quelle somme; e infatti la donna preleva buona parte del denaro per le sue spese personali e per inviarlo alla sua famiglia d’origine. Il Fisco pretenderà il pagamento dell’imposta sulle donazioni (o di successione, in caso di morte dell’anziano) all’aliquota dell’8% e senza nessuna franchigia.

Una nonna regala alla nipote 15mila euro in contanti per la sua laurea; la ragazza li versa sul conto corrente e con quei soldi compra un’utilitaria nuova dal concessionario. Se il Fisco chiede chiarimenti su come ha fatto a procurarsi la cifra per acquistare l’autovettura, ci saranno difficoltà a dimostrare la provenienza del denaro, che è stato dato a mani e senza possibilità di stabilire una data di ricevimento certa; la dichiarazione della nonna non basterà come prova, e se lo scostamento supera i parametri previsti per l’applicazione del redditometro, la giovane automunita subirà un accertamento fiscale: non sarà tassata la donazione, ma la cifra corrispondente, in quanto verrà considerata come reddito percepito da attività in nero e non dichiarato. Ma la ragazza, prima di ricevere l’atto di accertamento, potrà confessare la donazione ricevuta, che, visto il rapporto di parentela e la cifra, sarà esente da imposta.

Approfondimenti

Per ulteriori informazioni, leggi anche questi articoli:

The post Quanto costa la donazione indiretta? first appeared on La Legge per tutti.

 
Pubblicato : 6 Novembre 2022 16:50