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Quanti soldi si possono donare senza pagare tasse?

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(@paolo-remer)
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La soglia massima di importo entro cui non si pagano imposte dipende dal rapporto di parentela tra donante e donatario: tutte le franchigie ed aliquote previste.

Regalare denaro è facile per chi può permetterselo, specialmente se la somma viene consegnata in contanti e senza formalità; altrimenti c’è sempre il bonifico, l’assegno e la ricarica della carta prepagata del beneficiario dell’elargizione. Ma il Fisco potrebbe interpretare queste manifestazioni di prodigalità come indici rivelatori della disponibilità di ricchezza, e, dunque, di una capacità contributiva. Venendo al sodo: quanti soldi si possono donare senza pagare tasse?

È fondamentale saperlo anche perché, nella stragrande maggioranza dei casi, i proventi che rendono possibile fare una donazione monetaria sono già stati tassati in partenza, ad esempio come redditi di lavoro dipendente, di pensione, di capitale, fondiari o d’impresa, oppure sono esentasse, come i risarcimenti danni, o hanno già subito la trattenuta fiscale all’origine, come le vincite al gioco, che vengono pagate al netto della quota spettante allo Stato.

Insomma, sarebbe ingiusto e iniquo tassare due volte la stessa somma; anche se questo, purtroppo, accade spesso, come quando si effettua una compravendita immobiliare e bisogna pagare le imposte di registro e quelle ipotecarie e catastali, o semplicemente quando si spende per i normali acquisti, che sono soggetti all’Iva, che è la principale tra le imposte sui consumi, o quando si va a fare rifornimento di carburante e si paga una consistente quota di accise sul prezzo finale alla pompa.

Ebbene, per le donazioni di denaro conta molto il rapporto di parentela esistente tra chi le fa e chi le riceve: se è molto stretto, c’è una franchigia di esenzione molto elevata, che scende progressivamente per i familiari meno prossimi e si azzera completamente per i parenti lontani e gli estranei.

Infatti le donazioni sono equiparate, sotto il profilo fiscale, alle successioni ereditarie, anche perché il legislatore è consapevole che in molti casi vengono utilizzate proprio come un anticipo della successione che spetterà ai parenti più prossimi in qualità di eredi; quindi ha voluto favorire la conservazione del patrimonio all’interno della famiglia ed ha parzialmente agevolato il ricorso a questo strumento, quando le donazioni fatte in qualsiasi maniera – in denaro o con attribuzione di beni mobili ed immobili – sono al di sotto delle soglie massime stabilite.

Il meccanismo che ora ti illustriamo è molto semplice, e da qui potrai capire quanti soldi si possono donare senza pagare tasse e quando, invece, scatta la soglia impositiva; ti diremo anche quanto bisogna pagare sulle donazioni che superano un determinato importo, che è variabile in relazione al rapporto di parentela tra il donante e il donatario.

Donazione di denaro: serve il notaio?

Iniziamo da un profilo pratico: molti si chiedono se per fare una donazione di denaro serve l’intervento del notaio per formalizzare l’operazione. In caso positivo, i costi aumenterebbero, perché sarebbero dovute le spese di registrazione dell’atto e, ovviamente, l’onorario del professionista.

Devi sapere che, mentre le donazioni che riguardano beni immobili richiedono sempre la forma dell’atto pubblico notarile, a prescindere dal valore, per le donazioni di denaro si può fare a meno del notaio quando sono di «modico valore»: in tal caso basta la consegna dei soldi, che può avvenire anche mediante un semplice bonifico bancario. In questo caso, infatti, l’accettazione del donatario (che è necessaria, in quanto la donazione è un contratto) si presume con la ricezione della somma senza osservazioni; nella causale è opportuno precisare che si tratta di donazione. Per maggiori dettagli, leggi “Come donare denaro senza andare dal notaio“.

Donazioni di modico valore: quali sono?

La legge [1] non precisa esattamente qual è l’entità del modico valore della donazione, e dunque non stabilisce una soglia limite, ma afferma che la modicità deve essere valutata con riferimento alle condizioni del donante: pertanto, la stessa cifra – ipotizziamo di 20mila euro – potrebbe essere tale da impoverire eccessivamente un operaio che vive del suo stipendio, o un modesto pensionato, in quanto tale da azzerare i risparmi depositati in banca, mentre sarebbe quasi indifferente se regalata da un facoltoso possidente, con un ricco patrimonio alle spalle, o da un affermato professionista che in un solo mese guadagna quella somma o anche di più.

Nel primo caso, quindi, è richiesta la forma solenne della donazione mediante atto pubblico notarile, alla presenza di due testimoni, per rendere consapevole il donante della serietà e delle conseguenze del suo impegno. Negli altri casi, invece, la donazione può essere compiuta mediante la consegna diretta della somma di denaro al beneficiario, avendo cura di non superare il limite massimo dei trasferimenti in contanti, attualmente pari a 4.999,99 euro: per le somme di importo superiore occorre ricorrere agli strumenti tracciabili, come il bonifico bancario, il vaglia postale o gli assegni, anche quando le donazioni vengono compiute fra parenti stretti.

Per completezza, va ricordato che si può donare denaro anche al fine di consentire a chi lo riceve di acquistare un bene immobile o un bene mobile particolarmente costoso, come un’autovettura o una moto. In tali casi si compie una donazione indiretta, mediante la quale l’elargizione avviene proprio per consentire al donatario di comprare quel determinato bene: ad esempio, un padre dà al figlio i soldi necessari per comprare casa o la macchina, oppure paga direttamente il venditore, chiedendogli di intestare l’immobile, o il veicolo, al ragazzo. Anche in questi casi per il compimento della donazione non è necessario l’intervento del notaio (che poi, nella stipula del rogito di compravendita immobiliare, indicherà la provenienza della somma da una donazione, come dichiarata dalle parti).

Donazioni di denaro: quando sono esentasse

Le donazioni di denaro non costituiscono reddito imponibile Irpef, ma sono soggette all’imposta sulle donazioni, che, tuttavia, prevede ampie soglie di esenzione – chiamate franchigie – variabili in relazione al rapporto di parentela intercorrente tra donante e donatario.

Precisamente, ecco le soglie massime entro le quali le donazioni di denaro sono esentasse:

  • donazioni tra coniugi: un milione di euro;
  • donazioni tra genitori e figli: un milione di euro;
  • donazioni tra altri ascendenti e discendenti diretti, come nonni e nipoti: un milione di euro;
  • donazioni tra fratelli e sorelle: 100mila euro;
  • donazioni tra cugini e parenti entro il quarto grado: zero (nessuna franchigia);
  • donazioni tra affini in linea retta (suoceri, generi, nuore) o collaterale fino al terzo grado: zero (nessuna franchigia);
  • donazioni tra parenti oltre il quarto grado o verso estranei: zero (nessuna franchigia).

È importante notare che quando la donazione di denaro viene compiuta nei confronti di una persona disabile, la soglia di esenzione viene elevata a 1.500.000 euro, a prescindere dal grado di parentela tra i soggetti coinvolti.

Donazioni di denaro: tassazione

Oltre le soglie di esenzione che abbiamo esaminato, le donazioni di denaro sono soggette a tassazione per la parte eccedente la franchigia: ad esempio, un bonifico di 1.150.000 euro dal padre al figlio subirà l’imposta sulle donazioni per soli 150.000 euro, e non per l’intero importo.

La franchigia, e dunque l’eccedenza tassabile, si applica con riferimento a ciascun beneficiario della donazione: ad esempio, se un genitore bonifica 900mila euro a ciascuno dei due figli, l’operazione rientra nella fascia di esenzione spettante ad ognuno di essi, e dunque non sono dovute imposte.

Ma quanto si paga in concreto? Anche le aliquote applicabili, così come le franchigie, variano in base al rapporto di parentela, e precisamente il prelievo fiscale è pari al:

  • 4% per le donazioni al coniuge e tra i parenti in linea retta (genitori e figli, nonni o bisnonni e nipoti o bisnipoti) che oltrepassano il milione di euro;
  • 6% per le donazioni tra fratelli e sorelle superiori a 100mila euro;
  • 6% per le donazioni tra altri parenti fino al quarto grado, e tra affini in linea retta o collaterale fino al terzo grado, senza nessuna franchigia, e quindi da applicare al valore totale della somma donata;
  • 8%, da calcolare sul valore totale della donazione fatta (cioè senza alcuna franchigia), per tutte le altre persone, come i parenti più lontani e gli estranei al nucleo familiare.

In estrema sintesi, solo le donazioni di denaro compiute tra coniugi, genitori e figli, nonni e nipoti o tra fratelli e sorelle beneficiano di franchigie elevate – da 100mila a un milione di euro – ed aliquote ridotte, comprese tra il 4% ed il 6%, applicabili solo sull’eccedenza, mentre quelle compiute verso altri soggetti sono tassate per l’intero importo, con l’aliquota del 6% o con quella massima dell’8%.

Approfondimenti

Per ulteriori ragguagli leggi: “Chi riceve una donazione deve pagare le tasse?” e “Donazione con bonifico: serve il notaio?“.

 
Pubblicato : 26 Aprile 2023 06:00