Quanti soldi incassa la Chiesa con l’8 per mille?
Quanti soldi di gettito Irpef vanno dallo Stato italiano alla Chiesa cattolica e perché di fatto contano anche le scelte non espresse dai contribuenti nella dichiarazione dei redditi.
Il ministero Economia e Finanze ha reso noti i dati della ripartizione dell’8 per mille: si tratta della quota Irpef che lo stato distribuisce alle confessioni religiose in base alle scelte espresse dai cittadini in dichiarazione dei redditi. Si può così verificare quanti soldi incassa la Chiesa con l’8 per mille ed anche confrontare questo dato con il numero di contribuenti che hanno deciso di destinare allo Stato.
Come si finanzia la Chiesa cattolica?
Con la revisione dei Patti Lateranensi (il cosiddetto Concordato) del 1984, il finanziamento della Chiesa cattolica è stato affidato alla libera scelta dei contribuenti italiani, con un’apposita opzione da esprimere in sede di dichiarazione dei redditi, per destinare la propria quota dell’8 per mille ad essa oppure allo Stato italiano o ad altre organizzazioni religiose. Per consultare l’elenco completo leggi “8 per mille: cos’è, come funziona e quali sono i beneficiari“.
Quanto percepisce la Chiesa cattolica con l’8 per mille?
Anche quest’anno la Chiesa è in pole position tra i beneficiari dell’8 per mille e ha percepito più di un miliardo di euro. I dati ufficiali pubblicati dal dipartimento Finanze del Mef (puoi leggerli in forma integrale qui) sono interessanti: più di 12 milioni di contribuenti hanno optato per la Chiesa cattolica, e ad essa lo Stato ha erogato un miliardo e 39 milioni di euro.
Però i contribuenti erano in totale più di 41 milioni: quindi, meno di un contribuente su tre ha scelto la Chiesa, ma ad essa sono andati oltre due terzi del gettito. per la precisione il 71%. Lo Stato è in seconda posizione, molto distanziato, con soli 330 milioni di euro (il 23% delle scelte). Seguono nella classifica la Chiesa Evangelica Valdese (42 milioni di euro) e altre organizzazioni religiose.
Come viene devoluto l’8 per mille alla Chiesa cattolica?
Perché la Chiesa Cattolica è destinataria della maggior parte della ripartizione dell’8 per mille, nonostante la quota degli italiani che decidono di destinare ad essa questa percentuale di Irpef sia minoritaria?
È presto detto: la Chiesa cattolica fa la parte del leone perché beneficia anche delle scelte non espresse dai contribuenti. I Patti Lateranensi tra Stato italiano e Città del Vaticano, revisionati nel 1984, contengono questa clausola: «In caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse».
Ciò significa che la Chiesa si avvale della facoltà di ricevere anche la quota dell’8 per mille dei contribuenti che non hanno espresso alcuna preferenza nella dichiarazione dei redditi. Infatti la scelta dell’8 per mille è facoltativa, non obbligatoria.
Ma chi non sceglie nulla, di fatto lascia che siano gli altri a scegliere anche per lui: l’importo dell’Irpef pari all’8 per mille confluisce nel totale e viene attribuito in proporzione alle scelte complessive compiute dai contribuenti.
Perché la Chiesa prende più 8 per mille degli altri?
In sintesi: la ripartizione dell’8 per mille viene effettuata in base alle scelte espresse e valide, e sulle relative percentuali si ripartisce il totale tra i beneficiari. La Chiesa, avendo il maggior numero di preferenze relative, ottiene di più.
Leggendo i dati a rovescio: tutti i contribuenti che non hanno esercitato la scelta dell’8 per mille non lasciano i soldi all’Erario, e non li destinano allo Stato (per farlo è necessario barrare l’apposita casella nella dichiarazione dei redditi), ma di fatto contribuiscono al finanziamento della Chiesa cattolica.
Ecco allora spiegato perché l’importo destinato alla Chiesa è così elevato: considerando anche i contribuenti che non hanno scelto affatto, la torta diventa ben più ampia perché comprende l’intero gettito Irpef di tutti i contribuenti italiani, ma in termini monetari viene poi ripartita in quote che sono determinate in base alle indicazioni date dai soli contribuenti che hanno esercitato la loro opzione.
n questo modo, la scelta operata da alcuni in favore della Chiesa condiziona, di fatto, l’attribuzione delle risorse complessive, facendo in modo che le venga destinata la corrispondente quota dell’8 per mille di tutti i contribuenti. Con questo meccanismo, l’ammontare destinato alla Chiesa “pesa” molto di più del numero dei contribuenti che la hanno effettivamente scelta.
-
Vaccino non obbligatorio senza consenso informato: c’è risarcimento?
2 giorni fa
-
Come fa il datore di lavoro a sapere il motivo della malattia?
4 giorni fa
-
Residenza persone fisiche: nuove regole
4 giorni fa
-
Quando è illegittimo il contratto a termine?
5 giorni fa
-
Proposta di acquisto casa legata alla concessione del mutuo
6 giorni fa