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Quando un amministratore può fare un decreto ingiuntivo?

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(@angelo-greco)
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È possibile emettere un decreto ingiuntivo per spese previste nel bilancio preventivo?

Lo strumento con cui la legge consente all’amministratore di condominio di recuperare le quote condominiali non versate dai condomini (i cosiddetti morosi) è il decreto ingiuntivo “provvisoriamente esecutivo”. Con questo strumento, che ha la stessa forza di una sentenza, è possibile procedere al pignoramento dei beni del debitore. Ma concretamente, quando un amministratore può fare un decreto ingiuntivo? È possibile agire se non c’è stata una delibera dell’assemblea che ha approvato il cosiddetto “bilancio consuntivo” ossia il rendiconto della gestione? È possibile un decreto ingiuntivo solo sulla base del bilancio preventivo? E che succede infine se l’amministratore non convoca l’assemblea da diverso tempo e non ha fatto approvare il famoso “piano di riparto”? Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Cos’è un decreto ingiuntivo?

Il decreto ingiuntivo è un ordine di pagamento che il giudice, su semplice richiesta del creditore, senza sentire il debitore, emette nei confronti di quest’ultimo dietro esibizione di una prova scritta del credito stesso.

Il decreto deve essere poi notificato al debitore tramite ufficiale giudiziale entro 60 giorni. Il debitore, nei 40 giorni successivi, può fare opposizione aprendo così una causa ordinaria per l’accertamento del credito fatto valere nei suoi riguardi.

Di regola, il debitore ha 40 giorni di tempo dalla notifica del decreto ingiuntivo per provvedere al pagamento, pena l’avvio del pignoramento dei suoi beni. Invece, nel caso dei crediti condominiali, il decreto ingiuntivo è provvisoriamente esecutivo: ciò significa che il debitore deve pagare immediatamente le somme se vuole scongiurare l’esecuzione forzata.

Come funziona il decreto ingiuntivo in condominio?

L’amministratore è obbligato ad avviare le pratiche di recupero crediti entro massimo 6 mesi dalla chiusura dell’esercizio.

A chiedere il decreto ingiuntivo al giudice non può essere l’amministratore ma unavvocato. Quest’ultimo è scelto dall’amministratore liberamente, senza che sia necessaria la previa autorizzazione dell’assemblea. Difatti il recupero dei crediti rientra tra i doveri istituzionali dell’amministratore.

L’amministratore che non procede al recupero delle quote non versate dai morosi può essere condannato al risarcimento nei confronti del condominio.

Una volta scelto l’avvocato, l’amministratore gli firma il mandato e questi poi presenta la richiesta di decreto ingiuntivo al giudice. Il decreto poi viene notificato al condomino. Quest’ultimo, se non paga, rischierà il pignoramento dei suoi beni, a partire dalla stessa casa.

Quando viene emesso il decreto ingiuntivo in condominio?

Di norma il decreto ingiuntivo viene richiesto dopo la delibera dell’assemblea che approva il rendiconto annuale dell’amministratore (anche chiamato “bilancio consuntivo”) e il piano di riparto delle spese tra i vari condomini, secondo i millesimi. Il verbale dell’assemblea è infatti quella famosa prova scritta che l’avvocato deve depositare al giudice affinché emetta il decreto ingiuntivo.

Proprio per questo la legge impone all’amministratore di convocare, almeno una volta all’anno, l’assemblea.

È possibile emettere un decreto ingiuntivo per spese previste nel bilancio preventivo?

Secondo la giurisprudenza, l’amministratore di condominio ha la facoltà di richiedere un decreto ingiuntivo per il recupero di morosità anche solo sulla base del bilancio preventivo. Questo può avvenire senza dover attendere l’approvazione del bilancio consuntivo dall’assemblea condominiale.

Questo significa che se sono state pianificate delle spese in un bilancio preventivo e queste sono state effettivamente realizzate, si può richiedere un decreto ingiuntivo per assicurarne il pagamento.

Se poi è stato redatto e approvato il piano di riparto, il decreto ingiuntivo sarà provvisoriamente esecutivo. In assenza invece del riparto, il debitore avrà 40 giorni per pagare prima di subire il pignoramento.

L’articolo 63 disposizioni attuative Codice civile non fa distinzione infatti tra rendiconto o preventivo, né richiede di attendere l’approvazione assembleare di quello consuntivo (C. App. Genova, sent. n. 1388 del 15 dicembre 2023).

Quali sono le differenze tra bilancio preventivo e bilancio consuntivo?

Il bilancio preventivo e il bilancio consuntivo sono due documenti finanziari con obiettivi distinti. Mentre il preventivo stima le spese future, il consuntivo riporta le spese effettivamente sostenute.

In altri termini, il bilancio preventivo è un documento che l’assemblea dei condomini utilizza per stabilire in anticipo le spese previste per la gestione del condominio nell’anno successivo. L’amministratore del condominio, che agisce come rappresentante dei condomini, è incaricato di mettere in atto questo programma.

Il bilancio consuntivo, d’altra parte, è il documento con cui l’amministratore rende conto ai condomini delle spese effettivamente sostenute durante l’anno, funzionando quindi come un bilancio finale della gestione.

Si potrebbe sintetizzare dicendo che il bilancio preventivo include stime delle spese che si prevede di sostenere, mentre il bilancio consuntivo mostra le spese che sono state effettivamente sostenute nel periodo di riferimento. Questa distinzione è fondamentale per comprendere come i due documenti si integrano nella gestione finanziaria del condominio.

La Corte di Appello di Genova ha sottolineato che l’approvazione del bilancio consuntivo non invalida automaticamente il decreto ingiuntivo emesso sulla base del bilancio preventivo.

Tuttavia, è importante che il bilancio consuntivo non escluda voci di spesa preventivate ma poi non realizzate, poiché ciò potrebbe influenzare la legittimità delle somme richieste tramite il decreto.

Cosa succede se le spese previste nel preventivo non corrispondono a quelle reali?

Se le spese previste non si sono concretizzate, non è legittimo richiedere ai condomini di contribuire a spese che non sono state effettivamente sostenute. Questo principio si basa sul concetto che il bilancio preventivo serve a raccogliere fondi per coprire le spese future; se tali spese non si verificano, non esiste una base giuridica per richiedere tali fondi in sede legale.

 
Pubblicato : 9 Febbraio 2024 17:30