Quando si può entrare in una proprietà altrui senza commettere alcun illecito? In quali casi c’è reato di violazione di domicilio?

Si è soliti dire che la proprietà privata è sacra, nel senso che nessuno può intromettersi tra il proprietario e i suoi beni. Ciò è vero, ma solo fino a un certo punto. Esistono infatti alcune circostanze in cui è possibile “disturbare” il titolare di una cosa, giungendo perfino a portargliela via. Si pensi all’esproprio che la pubblica amministrazione può effettuare per pubblica utilità. Ma non è di questo che ci occuperemo; con il presente articolo vedremo infatti quando si viola la proprietà privata.

Come diremo, la violazione di questo diritto può verificarsi anche in ipotesi meno consuete di quella classica del ladro che entra in casa per commettere un furto. Approfondiamo la questione.

Entrare in una proprietà privata è reato?

Entrare in una proprietà privata può costituire il reato di violazione di domicilio, che scatta ogni volta in cui si accede a un luogo privato senza consenso di chi può disporne, ovvero quando, pur essendo entrati legittimamente, ci si rimane senza autorizzazione [1].

Marco riceve un cliente presso il proprio studio. Invitato ad andarsene dopo uno scambio di vedute piuttosto acceso, il cliente rifiuta di allontanarsi.

Anche entrare in una parte o in una stanza diversa da quella in cui ci si trova può costituire violazione di domicilio, se non c’è il consenso del proprietario di casa.

Maria si trova a casa di un amico il quale le ha raccomandato di non andare al piano di sopra. In spregio al divieto ricevuto, Maria decide ugualmente di salire.

C’è violazione di domicilio anche quando si entra in una proprietà privata con l’inganno, ottenendo così il consenso del proprietario raggirato.

Tommaso si spaccia per l’elettricista che è stato chiamato dal proprietario per aggiustare un guasto all’impianto elettrico.

In buona sostanza, c’è reato di violazione di domicilio ogni volta che ci si introduce in una proprietà privata senza il consenso del titolare o di colui che può disporre del luogo, come ad esempio l’inquilino o l’usufruttuario.

C’è ugualmente reato se ci si introduce clandestinamente (ad esempio, di notte) oppure con l’inganno (spacciandosi per un’altra persona, ecc.).

È reato entrare nel giardino o nel cortile altrui?

C’è violazione di domicilio anche se si entra nel giardino o nel cortile altrui [2], ovvero in qualsiasi altra pertinenza della casa, come ad esempio il garage, la cantina e il box auto.

Secondo la legge penale, infatti, non c’è differenza tra abitazione e altro luogo di privata dimora, purché al suo interno si svolgano atti tipici della vita privata, professionale, culturale o politica di una persona.

Insomma: c’è violazione di domicilio ogni volta in cui si entra in un luogo privato, anche diverso dall’abitazione, all’interno del quale il titolare si sente libero di fare ciò che vuole.

È reato entrare in una stanza d’albergo?

È violazione di domicilio anche entrare in una camera d’albergo, se questa è già stata assegnata.

Pur non trattandosi di proprietà privata, l’ospite ha la disponibilità dell’immobile e, pertanto, si tratta di luogo di privata dimora a tutti gli effetti.

È reato entrare nel terreno altrui?

Entrare in un terreno altrui costituisce reato se il fondo non è chiaramente delimitato, ad esempio da un recinto, da un fosso o da una siepe, sempreché non ve ne sia necessità [3].

Non costituisce quindi reato scavalcare la recinzione per recuperare un oggetto perduto, come ad esempio un pallone o un animale.

Non c’è reato nemmeno se si entra nel terreno altrui inavvertitamente, senza esserne a conoscenza, in assenza di recinzione che ne delimiti i confini.

Si commette il diverso reato di invasione di terreni se l’intenzione è quello di dare vita a un’occupazione stabile [4].

Giacomo entra nel fondo del vicino e comincia a costruire un piccolo magazzino.

L’invasione non deve necessariamente avvenire attraverso il ricorso alla violenza fisica, ma deve sempre essere arbitraria ovvero posta in essere senza titolo autorizzativo.

Entrare in una parte condominiale è reato?

Secondo la Corte di Cassazione [5], chi entra nell’androne o nelle scale di un condominio senza averne il diritto commette il reato di violazione di domicilio.

Per la Suprema Corte, questi luoghi rientrano tra le pertinenze dell’abitazione e sono pertanto da intendersi luoghi di privata dimora.

Secondo i giudici, chi entra in condominio si presuppone che sia stato invitato o che, comunque, si trovi lì per motivi leciti (una visita di cortesia, ecc.).

Non a caso, la Cassazione ha condannato per violazione di domicilio il soggetto che si era introdotto all’interno di un condominio dal portone lasciato aperto ed era stato sorpreso mentre armeggiava con un cacciavite nel tentativo di forzare la porta di un appartamento.

Quando si può entrare in una proprietà privata?

È possibile entrare nella proprietà privata altrui quando si vanta un diritto regolarmente riconosciuto.

Caso emblematico è quello della servitù di passaggio, che consente di attraversare la proprietà altrui senza che il titolare del fondo possa opporsi.

Come detto in precedenza, poi, si può liberamente entrate e attraversare una proprietà privata senza commettere violazione in assenza di ostacoli visibili, come cartelli con l’indicazione del divieto di accesso, cancelli all’ingresso o staccionate.

Secondo il Codice civile [6], infine, il proprietario deve consentire l’accesso a chi vuole riprendere la cosa di sua proprietà, che si trovi per via accidentale nel fondo, o l’animale che vi si sia riparato sfuggendo alla custodia.

Tuttavia, il proprietario del terreno può impedire l’accesso del terzo, recuperando la cosa o l’animale e riconsegnandola direttamente alla persona che, altrimenti, avrebbe potuto varcare il confine senza commettere alcun illecito.

Violazione proprietà privata: approfondimenti

Per ulteriori approfondimenti sull’argomento, si legga l’articolo dal titolo Cosa fare in caso di violazione di proprietà privata?