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Quando si scioglie la comunione legale?

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(@carlos-arija-garcia)
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Le circostanze in cui si modifica, volontariamente o involontariamente, il regime patrimoniale dei coniugi. A chi rivolgersi.

Chi si sposa e non opta preventivamente per la separazione dei beni rientra automaticamente nel regime di comunione legale. Tuttavia, può capitare che i coniugi abbiano la necessità o la convenienza di rivedere questa decisione. Come e quando si scioglie la comunione legale dei beni?

Secondo il Codice civile [1], la comunione legale finisce per:

  • la dichiarazione di assenza;
  • la dichiarazione di morte presunta di uno dei coniugi;
  • l’annullamento, lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio;
  • la separazione personale, nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati o alla data di sottoscrizione del verbale di separazione consensuale, purché omologato;
  • la separazione giudiziale dei beni;
  • mutamento convenzionale del regime patrimoniale;
  • fallimento di uno dei coniugi.

Sciogliere la comunione legale dal notaio

I coniugi possono chiedere, anche dopo il matrimonio e davanti ad un notaio, di sciogliere la comunione legale per passare al regime patrimoniale di separazione dei beni. A tal fine, non occorre porre fine alla convivenza o al matrimonio stesso: marito e moglie restano sposati ma ciascuno di loro diventerà proprietario esclusivo dei beni che acquisterà da quel momento in poi. Quelli precedenti, acquistati durante la comunione legale, andranno divisi.

Raggiunto l’accordo tra di loro, i coniugi dovranno presentarsi dal notaio per chiedere la variazione del regime patrimoniale tramite atto pubblico. Alla firma dell’atto dovranno essere presenti marito e moglie.

Entro 30 giorni dalla data in cui è stato stipulato l’atto, il notaio chiederà la relativa annotazione a margine dell’atto di matrimonio.

La convenzione deve essere trascritta nei registri immobiliari se ha ad oggetto beni immobili.

Sciogliere la comunione legale dal giudice

Anziché dal notaio, i coniugi possono sciogliere la comunione legale rivolgendosi al tribunale del luogo in cui hanno la residenza. Uno dei coniugi agisce nei confronti dell’altro quando:

  • il marito o la moglie è stato interdetto o inabilitato;
  • la comunione legale è amministrata male;
  • la condotta o il disordine degli affari di uno di loro mette in pericolo l’interesse dell’altro, della comunione stessa o della famiglia;
  • uno dei coniugi non contribuisce ai bisogni della famiglia in misura proporzionale alle sue capacità, come previsto dalla legge.

La sentenza del giudice ha effetto retroattivo al momento della notifica dell’atto introduttivo del giudizio, fatti salvi i diritti dei terzi e deve essere annotata, anche in questo caso, a margine dell’atto di matrimonio e nei registri immobiliari.

Sciogliere la comunione legale con la separazione

Nel momento in cui due coniugi decidono di separarsi, si scioglie la comunione legale ancor prima del divorzio.

Se si tratta di separazione consensuale, la comunione si scioglie alla data di sottoscrizione del verbale dinanzi al presidente del tribunale purché omologato.

Se si tratta di separazione giudiziale, la comunione si scioglie con la prima udienza, non appena il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati.

L’ordinanza con cui i coniugi sono autorizzati a vivere separati è comunicata all’ufficiale dello stato civile ai fini dell’annotazione dello scioglimento della comunione legale.

Se si tratta di separazione tramite negoziazione assistita, cioè con l’accordo dei rispettivi avvocati, la comunione si scioglie dal momento dell’autorizzazione o del nullaosta del pubblico ministero.

Se si tratta di separazione in Comune, la comunione si scioglie dal momento della conferma dell’accordo da parte del sindaco.

In caso di riconciliazione, scatta di nuovo in automatico il regime di comunione legale, con l’esclusione dei beni acquistati dai coniugi durante il periodo di separazione.

Sciogliere la comunione legale con il divorzio

Il divorzio comporta lo scioglimento della comunione legale nel momento:

  • del passaggio in giudicato della sentenza che dichiara l’invalidità del matrimonio civile;
  • della delibazione della sentenza ecclesiastica di nullità del matrimonio concordatario.

Secondo la legge, è possibile optare direttamente per il divorzio senza la previa separazione legale quando:

Ricordiamo che, in determinati casi, la legge ammette il divorzio diretto, senza necessità di separazione. Ciò avviene solo quando:

  • uno dei coniugi compie un reato particolarmente grave;
  • il coniuge ottiene all’estero l’annullamento o lo scioglimento del proprio matrimonio o contrae all’estero un nuovo matrimonio;
  • il matrimonio non è stato consumato;
  • è passata in giudicato la sentenza di rettificazione di attribuzione del sesso.

Sciogliere la comunione legale per assenza o morte presunta

La dichiarazione di assenza o di morte presunta scioglie la comunione legale quando:

  • la relativa sentenza passa in giudicato e viene annotata sull’originale l’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e sul sito del ministero della Giustizia dell’estratto della sentenza stessa;
  • la dichiarazione di assenza o morte presunta è annotata a margine dell’atto di matrimonio.
 
Pubblicato : 9 Aprile 2023 09:00