forum

Quando si prescrivo...
 
Notifiche
Cancella tutti

Quando si prescrivono i contributi Inps?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
51 Visualizzazioni
(@paolo-remer)
Post: 1000
Famed Member Registered
Topic starter
 

Da quando decorrono, come si calcolano e in quali casi si interrompono o si sospendono i termini di prescrizione dei contributi previdenziali obbligatori.

Tutti i lavoratori, ed anche i pensionati, sanno quanto sia importante l’obbligo contributivo verso l’Inps o nei confronti delle varie Casse di previdenza che operano per i professionisti iscritti ad albi, ordini e collegi: i soldi versati periodicamente dai datori di lavoro – o dai lavoratori stessi, se autonomi – servono a finanziare le attuali e future pensioni. Se il flusso si interrompe, l’intero meccanismo entra in crisi. Perciò i contributi sono molto più delicati rispetto ai tributi, che hanno una destinazione generale e non specifica. Ma quando si prescrivono i contributi Inps? È importante saperlo soprattutto se si riceve un avviso di accertamento o una cartella esattoriale per importi dovuti ma non versati, ma anche se si scopre che, per qualsiasi ragione, il proprio datore di lavoro non ha provveduto a versarli e il dipendente è rimasto scoperto dalla contribuzione previdenziale e assistenziale obbligatoria.

Prescrizione: come funziona

La prescrizione è l’estinzione di un diritto per il mancato esercizio da parte del suo titolare nell’arco di tempo prefissato dalla legge (art. 2934 Cod. civ.). La legge sanziona questa protratta inattività con la perdita del diritto: di conseguenza, il creditore – pubblico o privato – non potrà più esigere dal suo debitore il pagamento.

Tutto ciò avviene fatte salve le interruzioni della prescrizione, che fanno decorrere ex novo il tempo necessario a prescrivere, perché nel frattempo il titolare del diritto ha compiuto un atto interruttivo compreso fra quelli elencati dall’art. 2943 del Codice civile, come un’intimazione di pagamento al debitore, e le sospensioni della prescrizione, che provocano un “congelamento” dei termini durante il periodo previsto, come una parentesi, al termine della quale i termini riprendono a decorrere, senza che il periodo già compiuto vada perso: come è avvenuto durante la pandemia di Covid-19 di cui parleremo.

Contributi previdenziali Inps: termine di prescrizione

Il termine generale di prescrizione per i contributi previdenziali Inps è di cinque anni. La legge [1] stabilisce espressamente che tutte le varie forme di «contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria si prescrivono e non possono essere versate con il decorso dei termini di cinque anni», salve le contribuzioni di pertinenza del Fondo pensioni lavoratori dipendenti e delle altre gestioni pensionistiche obbligatorie, compreso il contributo di solidarietà [2], per le quali il termine di prescrizione è esteso a dieci anni.

Come avrai notato dalla formulazione normativa, la prescrizione opera a doppio taglio, perché quando è maturata non consente più all’Istituto previdenziale di richiedere il versamento dei contributi ormai prescritti, ma non permette neppure al contribuente di versarli. Questa norma agisce in deroga al principio posto dall’art. 2940 del Codice civile, che in generale consente di poter pagare spontaneamente un debito, anche quando si è prescritto, e dunque in un momento in cui il pagamento non potrebbe essere più richiesto dal creditore.

Per evitare ingiuste preclusioni ai lavoratori assunti totalmente o parzialmente in nero, e che perciò non hanno ottenuto il versamento periodico dei contributi dal loro datore di lavoro, la legge ha esteso il termine prescrizionale a dieci anni quando il lavoratore ha denunciato l’esistenza del rapporto di lavoro non in regola e in evasione dell’obbligo contributivo. Leggi qui come fare se l’azienda non versa i contributi  e quando presentare la denuncia per contributi non versati.

Da quando decorre la prescrizione dei contributi Inps?

In tutti i casi, il momento da cui iniziano a decorrere i termini prescrizionali è quello di esigibilità di ciascuna prestazione contributiva, vale a dire la data prevista per il versamento periodico dei contributi all’Inps (in genere la scadenza è fissata al 16 di ogni mese successivo a quello di riferimento, cioè di svolgimento della prestazione, con proroga al primo giorno lavorativo successivo se tale data ricade in un giorno festivo).

Perplessità sorgono per i cosiddetti contributi da dichiarazione, cioè quelli regolarmente indicati dal datore di lavoro, o dal contribuente stesso, nella dichiarazione periodica, ma non versati entro i termini e neppure dopo (considerando che i termini di versamento sono solitamente anteriori a quelli di presentazione della dichiarazione contributiva riepilogativa). L’Inps, pro domo sua, vorrebbe che la prescrizione decorresse dalla data di invio della dichiarazione, che è più prossima rispetto a quella dei versamenti dovuti ma non effettuati, in modo da “salvare” i contributi dalla prescrizione, ma la Cassazione ha respinto questa tesi, e ha ribadito che i termini decorrono comunque «dal momento in cui la contribuzione è dovuta e quindi dal momento in cui scadono i termini di pagamento di essa» [3].

Un altro aspetto da non trascurare è il fatto  che, secondo la giurisprudenza [4], una volta maturato il termine, la prescrizione ha «efficacia estintiva» e non soltanto «preclusiva» all’esercizio del diritto da parte dell’Inps ed anche degli iscritti alle gestioni previdenziali: in pratica ciò significa che gli interessati non possono rinunziarvi neppur volendo, e che essa opera «di diritto», e perciò deve essere rilevata d’ufficio dal giudice, anziché essere eccepita dalla parte che ha interesse a farla valere. Questa particolare regola serve ad evitare squilibri finanziari all’Inps e agli altri Istituti previdenziali, impedendo ai privati (e soprattutto ai lavoratori autonomi) di mettere al collasso gli Enti di previdenza con domande di contribuzione a scoppio ritardato, per periodi contributivi ormai coperti dalla prescrizione (e che magari si vorrebbero versare in un’epoca prossima al conseguimento della pensione).

Sospensione termini di prescrizione per emergenza Covid

Una norma del Decreto “Cura Italia” [5] varata durante la pandemia di Covid-19, ha disposto la sospensione del decorso dei termini di prescrizione dei contributi previdenziali e di assistenza sociale obbligatoria durante il periodo dal 23 febbraio 2020 al 30 giugno 2020. Un secondo periodo di sospensione è stato disposto con il Decreto “Milleproroghe” [6], dal 31 dicembre 2020 al 30 giugno 2021.

La sospensione complessiva dei termini di prescrizione dei contributi previdenziali per emergenza Covid, quindi, è complessivamente pari a 311 giorni, di cui 129 nel primo blocco e 182 nel secondo. Dal 1° luglio 2021 i termini prescrizionali hanno ripreso a decorrere nel modo ordinario. L’Inps ha chiarito i vari problemi di diritto intertemporale, come gli slittamenti dei periodi a cavallo tra una sospensione e l’altra, in una circolare [7].

The post Quando si prescrivono i contributi Inps? first appeared on La Legge per tutti.

 
Pubblicato : 24 Dicembre 2022 07:00