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Quando l’azienda può negare l’anticipazione TFR?

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(@paolo-florio)
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In quali casi si può chiedere l’anticipo del TFR e quando è necessario motivare la richiesta? C’è un ordine di priorità in azienda tra più dipendenti? In quali casi il datore di lavoro può negare il TFR anticipato?

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) rappresenta una forma di retribuzione differita che spetta al lavoratore alla cessazione del rapporto di lavoro (sia per licenziamento, sia per dimissioni, sia per risoluzione consensuale, sia per pensionamento). Tuttavia, la legge italiana prevede la possibilità per i lavoratori di ottenere un’anticipazione del TFR in determinate circostanze. Questo articolo esplora i casi in cui un lavoratore può richiedere il TFR anticipato, le motivazioni necessarie per tale richiesta, l’ordine di priorità tra i dipendenti e quando l’azienda può negare l’anticipazione TFR. Ma procediamo con ordine.

Casi per richiedere l’anticipo del TFR

Secondo l’articolo 2120 del Codice Civile, un lavoratore con almeno otto anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro può richiedere un’anticipazione del TFR fino al 70% del trattamento maturato. Le richieste devono essere giustificate da specifiche necessità ossia:

  • spese sanitarie: queste devono riguardare terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche;
  • acquisto della prima casa per sé o per i figli.

Bisogna motivare la richiesta di anticipazione del TFR?

La richiesta di anticipazione del TFR deve essere adeguatamente giustificata e motivata dal dipendente. La legge richiede che:

  • le spese sanitarie siano documentate e riconosciute da strutture pubbliche;
  • l’acquisto della prima casa deve essere comprovato da documentazione notarile.

La mancanza di tali documentazioni può portare al rigetto della richiesta (Trib. Salerno, sent. n. 3312/ 2017; Trib. Roma, sent. n. 1714/2018).

Ordine di priorità tra i dipendenti

Il datore di lavoro è tenuto a soddisfare le richieste di anticipazione del TFR annualmente, ma entro certi limiti:

  • non più del 10% dei lavoratori aventi diritto
  • oppure del 4% del numero totale dei dipendenti.

Questo implica che, in presenza di più richieste, il datore di lavoro deve stabilire un ordine di priorità. Tale ordine può essere determinato dai contratti collettivi o da accordi individuali che possono prevedere condizioni di miglior favore rispetto alla normativa generale [1].

Quando il datore di lavoro può negare l’anticipazione del TFR

Il datore di lavoro può negare l’anticipazione del TFR in diversi casi:

  • mancanza di documentazione: se il lavoratore non fornisce la documentazione necessaria a giustificare la richiesta, il datore di lavoro può legittimamente rifiutare l’anticipazione [2];
  • superamento dei limiti annuali: se le richieste di anticipazione superano i limiti del 10% degli aventi diritto o del 4% del totale dei dipendenti, il datore di lavoro può negare ulteriori richieste [3];
  • assenza di condizioni di miglior favore: Ii assenza di contratti collettivi o accordi individuali che prevedano condizioni di miglior favore, il datore di lavoro può attenersi strettamente ai limiti imposti dalla legge [4];
  • incapienza del Fondo di Tesoreria: qualora l’importo totale delle anticipazioni ecceda l’ammontare dei contributi dovuti al Fondo di Tesoreria, il datore di lavoro deve comunicare l’incapienza al Fondo, che provvederà all’erogazione diretta al lavoratore. In tali casi, il datore di lavoro può negare l’anticipazione fino a quando non viene risolta l’incapienza [5]. A riguardo è bene sapere che i datori di lavoro privati con più di 50 dipendenti devono versare mensilmente al Fondo di Tesoreria INPS le quote di trattamento di fine rapporto maturate da ciascun lavoratore e non destinate a forme pensionistiche complementari. La liquidazione del TFR è effettuata integralmente dal datore di lavoro anche per la quota di competenza del Fondo. Così anche, salvo specifici casi, per le richieste di anticipazioni di TFR che vanno inoltrate al datore di lavoro.

Si può chiedere l’anticipo TFR due volte?

Generalmente, l’anticipazione TFR è concessa solo una volta per ciascun rapporto di lavoro, ma ci sono eccezioni che permettono una ulteriore richiesta:

  • più rapporti di lavoro dipendenti presso diverse aziende: se un lavoratore ha maturato i requisiti necessari con più di un datore di lavoro, può richiedere l’anticipo per ciascuno di essi.
    deroghe contrattuali: è possibile fare richiesta più volte se nel contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) è prevista una deroga specifica all’articolo 2120 del codice civile;
    concessioni aziendali eccezionali: in alcuni casi, l’azienda può decidere di concedere un secondo anticipo. Questo non rappresenta un diritto del lavoratore, ma una concessione discrezionale da parte del datore di lavoro.

Un’ulteriore situazione che può giustificare un secondo anticipo riguarda il peggioramento di condizioni di salute, nel caso in cui il primo anticipo fosse stato utilizzato per coprire spese legate a terapie o interventi sanitari.

 
Pubblicato : 11 Settembre 2024 08:30