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Quando l’aborto è legale in Italia?

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(@carlos-arija-garcia)
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Il periodo entro il quale è consentita l’interruzione volontaria della gravidanza. La procedura dettata dalla legge. I metodi che si possono utilizzare.

La legge n. 194/1978 consente alle donne di interrompere la gravidanza a determinate condizioni. Quando l’aborto è legale in Italia?

L’interruzione volontaria deve avvenire:

  • entro i primi 90 giorni di gestazione;
  • per motivi di salute, economici, sociali o familiari.

Inoltre, l’aborto è legale in Italia se prima di effettuare l’intervento viene seguita questa procedura:

  • esame delle possibili soluzioni dei problemi proposti dalla donna;
  • aiuto a rimuovere le cause che porterebbero all’interruzione della gravidanza;
  • certificazione;
  • invito a soprassedere per sette giorni in assenza di urgenza, sia entro che oltre i primi 90 giorni di gravidanza.

La legge, dunque, non pone i medici nella situazione di essere dei «meri esecutori» di una richiesta ma chiede di intervenire, se e fin quanto possibile, per aiutare la donna a riflettere su una possibile alternativa all’aborto. A tal fine, l’articolo 4 della citata legge mette a disposizione della donna la possibilità di rivolgersi:

  • ad un consultorio pubblico;
  • ad una struttura sociosanitaria abilitata dalla Regione;
  • a un medico di sua fiducia.

Il consultorio e la struttura sociosanitaria hanno il compito di:

  • esaminare con a donna e con il padre del concepito (se a donna lo consente) le possibili soluzioni alternative all’aborto, nel rispetto della dignità e della riservatezza delle persone coinvolte;
  • aiutare a rimuovere le cause che porterebbero all’interruzione della gravidanza;
  • mettere la donna in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre;
  • promuovere ogni intervento a sostegno della donna sia durante la gravidanza sia al momento del parto.

Dal canto suo, il medico di fiducia è tenuto a:

  • compiere gli opportuni accertamenti sanitari, sempre nel rispetto della dignità e della libertà della paziente;
  • valutare insieme alla donna e al padre de concepito (se la donna lo consente) le circostanze che portano a decidere per l’interruzione della gravidanza;
  • informare la donna sui diritti che le spettano e sugli interventi di tipo sociale a cui può accedere.

Se il consultorio, la struttura o il medico di fiducia avvertono la necessità di eseguire subito l’interruzione, viene rilasciato in forma immediata un certificato che attesta l’urgenza. Con questa certificazione, la donna può presentarsi in una struttura sanitaria autorizzata per sottoporsi all’aborto.

In caso contrario, cioè se non viene riscontrata l’urgenza, il medico del consultorio o della struttura sociosanitaria oppure quello di fiducia rilascia copia di un documento, firmato anche dalla donna, in cui:

  • si attesta lo stato di gravidanza;
  • si invita la donna a riflettere per sette giorni sula sua decisione.

Trascorso questo periodo, la donna può sottoporsi all’aborto presso una struttura autorizzata sulla base del documento che ha ricevuto.

Aborto legale in Italia: le tecniche utilizzate

Esistono due modi di abortire legalmente in Italia:

  • il metodo farmacologico;
  • il metodo chirurgico.

L’aborto con il metodo farmacologico

Se viene adottato il metodo farmacologico per l’aborto, alla donna vengono somministrati due principi attivi a distanza di 48 ore l’uno dall’altro:

  • il mifepristone (noto come RU486), che interessa i recettori del progesterone, necessari per il proseguimento della gravidanza, e interrompe la vita dell’embrione;
  • la prostaglandina, che determina l’espulsione del feto.

In Italia è legale l’aborto con il metodo farmacologico su richiesta della donna, purché venga praticato:

  • fino a 63 giorni pari a 9 settimane compiute di età gestazionale;
  • presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all’ospedale ed autorizzate dalla Regione, nonché consultori, oppure day hospital.

L’aborto con il metodo chirurgico

L’aborto legale con il metodo chirurgico può essere fatto, in anestesia generale o locale, presso:

  • le strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale;
  • le strutture private convenzionate e autorizzate dalle Regioni.

Quando è legale l’aborto dopo i primi 90 giorni di gravidanza?

Secondo la legge, l’aborto è legale in Italia dopo i primi 90 giorni di gestazione quando:

  • la gravidanza o il parto possono mettere in grave pericolo la vita della donna;
  • vengono accertati processi patologici, tra cui quelli che riguardano rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.

Tali circostanze devono essere accertate e certificate da un medico del servizio ostetrico-ginecologico dell’ente ospedaliero in cui deve praticarsi l’aborto. Il medico è tenuto a fornire la relativa documentazione e a comunicare la certificazione al direttore sanitario per effettuare subito l’intervento. Queste procedure non sono necessarie nel caso in cui ci sia immediato pericolo di vita della donna.

 
Pubblicato : 2 Aprile 2023 07:30