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Quando la polizia può uccidere?

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(@mariano-acquaviva)
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In quali casi le forze dell’ordine possono sparare? Uso legittimo delle armi, obbedienza a un ordine di un superiore e legittima difesa: come funzionano?

L’omicidio è un reato gravissimo, punito con la reclusione non inferiore a ventuno anni e, in certi casi, anche con l’ergastolo. Ci sono tuttavia delle circostanze estreme in cui uccidere una persona si rende assolutamente indispensabile, ad esempio per salvare sé stessi oppure qualcun altro. Con il presente articolo ci soffermeremo su una specifica questione: vedremo cioè quando la polizia può uccidere.

Sin da subito occorre precisare che le forze dell’ordine, nonostante abbiano in dotazione la pistola, non possono utilizzare armi da fuoco o mezzi di coazione fisica se non ve n’è una reale necessità. Anche in queste circostanze, poi, l’impiego dell’arma deve rappresentare sempre l’ultimo rimedio a cui fare ricorso. Ma procediamo con ordine.

Quando la polizia può usare le armi?

Le forze dell’ordine sono in servizio armate; ciononostante, l’utilizzo della pistola è ammesso solamente in casi eccezionali, quando non è possibile ricorrere ad altro strumento per impedire il verificarsi di un grave delitto.

Tale principio si evince da quelle norme del codice penale che disciplinano l’uso legittimo delle armi, l’adempimento di un dovere o l’esecuzione di un ordine e la legittima difesa. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

Quando l’uso delle armi è legittimo?

Il codice penale [1] attribuisce a tutti i pubblici ufficiali (inclusi i poliziotti e i carabinieri, quindi) la possibilità di usare le armi di cui dispongono legalmente, solo se ciò è indispensabile per:

  • respingere una violenza. È il caso del poliziotto aggredito al quale non resta che sparare per difendere sé stesso o un’altra persona;
  • vincere una resistenza. Si pensi al poliziotto che, pur di salvare una persona in pericolo di vita, si veda costretto a fare fuoco nei confronti di chi gli sbarra volontariamente la strada per ritardare i soccorsi;
  • per impedire la realizzazione di gravi delitti, come stragi, naufragi, atti aviatori e ferroviari, omicidio volontario, rapine a mano armata e sequestri di persona.

Polizia: quando è legittimo usare le armi per ordine del superiore?

Con specifico riferimento alle forze dell’ordine, il codice penale [2] dice che l’agente può usare le armi su ordine proveniente dal suo superiore.

In questa ipotesi, però, se l’ordine è illegittimo, a risponderne saranno entrambi, cioè sia colui che ha impartito il comando che il soggetto che l’ha eseguito, a meno che quest’ultimo:

  • era in buona fede e, pertanto, credeva di obbedire a un ordine legittimo;

Si pensi al caso soldato che, credendo che sussista ancora lo stato di assedio in una città, obbedisce all’ordine di sparare contro alcuni passanti.

  • non poteva disobbedire in quanto il comando proveniva da un diretto superiore che ha esercitato il proprio potere nell’esercizio delle sue funzioni.

Chi riceve il comando illegittimo deve invece sempre rifiutarsi se lo stesso è manifestamente illegittimo, cioè nell’ipotesi di manifesta criminosità dell’ordine. In caso contrario, risponderà dell’illecito insieme al suo superiore.

Il commissario di polizia, evidentemente ubriaco, ordina al suo sottoposto di sparare al ladro che fugge con la refurtiva in mano.

La polizia può utilizzare le armi per legittima difesa?

La norma sulla legittima difesa vale per tutti [3], anche per le forze dell’ordine.

È quindi legale utilizzare le armi per tutelare l’incolumità propria o altrui, ma solo se c’è un reale e imminente pericolo per la persona aggredita e se non c’è altro modo di proteggere la vittima.

Per ulteriori approfondimenti si legga l’articolo dedicato alla legittima difesa.

Polizia: quando può uccidere?

Alla luce di quanto detto sinora, possiamo affermare che le forze dell’ordine (poliziotti, carabinieri, ecc.) possono usare le armi giungendo perfino a uccidere solo se è assolutamente necessario per sventare un grave delitto in grado di mettere a repentaglio l’incolumità personale altrui.

Un carabiniere in servizio accorre in soccorso di una persona vittima di un pestaggio. Nonostante l’invito a desistere e ad allontanarsi, i delinquenti continuano a picchiare selvaggiamente. Uno di essi, con un tubo di ferro in mano, sta per sferrare un colpo fatale alla testa; al carabiniere non resta che fare fuoco per impedire che la vittima venga uccisa.

I Nocs (Nucleo operativo centrale di sicurezza) irrompono in un covo di terroristi per sventare un attentato. Uno di essi riesce a fuggire, nel tentativo di innescare un esplosivo. Uno dei poliziotti lo insegue e, per evitare una strage, gli spara un colpo di arma da fuoco.

Non è invece mai legittimo sparare in assenza di pericolo per l’incolumità propria o altrui, nonché quando il malvivente sta fuggendo, a meno che la fuga non metta a rischio la sicurezza e la salute degli altri.

Carlo, per sfuggire a un posto di blocco, scappa via con la propria auto, imboccando una strada contromano. Se c’è evidente pericolo per gli altri utenti della strada, la polizia che lo insegue potrebbe decidere di sparargli.

 
Pubblicato : 2 Dicembre 2023 12:00