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Quando i debiti dei genitori ricadono sui figli?

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(@angelo-greco)
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Quali debiti non cadono mai in successione: cosa devono fare i figli per non pagare i debiti del padre o della madre. 

Nel momento in cui decede una persona, i debiti che questa ha lasciato non ricadono automaticamente sui familiari come il coniuge e i figli. Affinché ciò avvenga è necessari che vi sia un atto di accettazione dell’eredità. Accettazione però che può essere anche tacita, ragion per cui bisognerà fare molta attenzione ai comportamenti che si pongono in essere sul patrimonio del defunto. Inoltre non tutti i debiti cadono in successione. Scopo dunque di questo articolo è spiegare quando i debiti dei genitori ricadono sui figli, quali di questi cioè si trasmettono sugli eredi e a partire da quando. Ma procediamo con ordine.

I debiti si ereditano?

I debiti di una persona cadono in successione alla sua morte. Ciò significa detti debiti si trasferiscono sugli eredi. Ciascun erede tuttavia ne risponde solo nei limiti della propria quota di eredità. Ad esempio un erede al 33% dovrà pagare solo un terzo di ciascun debito ereditato. Egli pertanto non sarà responsabile se gli altri eredi non corrispondono la propria quota del debito. C’è un’eccezione che vale solo per le imposte sui redditi (Irpef) e l’imposta di donazione: in tal caso il fisco può chiedere il pagamento integrale anche a un solo erede (è la cosiddetta «responsabilità solidale»). 

I figli eredano i debiti dei genitori?

Per quanto appena detto, i figli ereditano i debiti dei genitori ma ciò non avviene in automatico. La successione del debito presuppone che prima vi sia stata l’accettazione dell’eredità. Senza accettazione, il creditore non può chiedere ai figli del defunto di pagare i debiti lasciati in sospeso da quest’ultimo. 

Il figlio quindi può evitare di pagare i debiti del genitore facendo un atto di rinuncia all’eredità (dinanzi al notaio o al cancelliere del tribunale del luogo ove si è aperta la successione). 

C’è una soluzione intermedia per chi teme di pagare ai creditori più di quanto riceve in eredità. Con l’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario l’erede risponde dei debiti del defunto (in proporzione alla propria quota di successione) solo con i beni che ha ricevuto in eredità e non anche con quelli personali, di cui cioè era titolare prima dell’apertura della successione. In questo modo si evita che i creditori del defunto possano pignorare la casa dell’erede, il suo stipendio, il conto corrente, ecc.

Quando i figli ereditano i debiti del genitore?

Solo con l’accettazione dell’eredità il figlio eredita i debiti del genitore. Prima di questo momento nessun creditore può chiedere al figlio l’adempimento delle obbligazioni del padre o della madre. 

Per l’accettazione dell’eredità ci sono 10 anni di tempo, tuttavia il creditore può rivolgersi al giudice affinché fissi all’erede un termine più breve per decidere.

Il figlio che non ha ancora accettato l’eredità può fare a meno di pagare i debiti del genitore (peraltro se lo facesse coi soldi dell’eredità, egli accetterebbe tacitamente la qualità di erede). Egli può anche evitare di ritirare le raccomandate indirizzate al genitore (anzi, farebbe bene a non riceverle).

Come evitare di ereditare i debiti dei genitori?

Per evitare di ereditare i debiti dei genitori bisogna quindi rinunciare all’eredità. Ma attenzione: bisogna anche fare attenzione a non compiere un atto di accettazione tacita dell’eredità. Difatti l’accettazione dell’eredità può avvenire non solo con dichiarazione espressa dinanzi al notaio o al cancelliere del tribunale ma anche ponendo un atto di gestione o di disposizione del patrimonio del defunto. Ad esempio: se una persona vende i beni del defunto, si accatasta a proprio nome la casa o preleva dal conto corrente di quest’ultimo, anche se non ha ancora accettato l’eredità è come se l’avesse fatto e non può più rinunciarvi (l’accettazione dell’eredità infatti, anche se tacita, non può essere revocata).

C’è una seconda cosa a cui fare attenzione per evitare di ereditare i debiti del defunto. Chi è nel possesso dei beni del defunto (ad esempio il convivente o comunque chi li usava nonostante la sua morte) ha tempi molto brevi per fare la rinuncia all’eredità o l’accettazione con beneficio di inventario: se infatti il termine ordinario è di 10 anni, chi è invece nel possesso di tali beni deve rispettare tali scadenze:

  • entro 3 mesi dal decesso deve fare l’inventario dei beni del defunto;
  • e nei successivi 40 giorni deve fare la rinuncia all’eredità o l’accettazione con beneficio d’inventario.

Se invece fa scadere tali termini egli si considera erede puro e semplice e dunque risponde dei debiti del defunto. 

Quali debiti dei genitori i figli non ereditano

Anche chi accetta l’eredità non risponde mai dei seguenti debiti dei genitori (che pertanto non cadono in successione in alcun caso):

  • multe stradali;
  • sanzioni amministrative;
  • sanzioni penali;
  • sanzioni tributarie collegate all’omesso versamento dei tributi;
  • assegni di mantenimento e alimenti;
  • debiti di gioco;
  • obbligazioni personali (ad esempio collegate a un’attività professionale o artigiana).

Per tali debiti, il creditore non può mai rivolgersi all’erede. 

 
Pubblicato : 23 Maggio 2023 17:30