Accordo professionale: l’avvocato deve solo indicare per iscritto il preventivo al proprio cliente con l’indicazione del compenso.
Il mandato professionale a un avvocato può essere conferito anche verbalmente. La volontà del cliente di farsi assistere dal legale può essere desunta anche da un semplice comportamento concludente come il fatto di aver consegnato allo studio tutta la documentazione necessaria alla difesa. Ma ciò che non può avvenire verbalmente è l’indicazione del preventivo: l’avvocato deve necessariamente metterlo per iscritto. In questo articolo vedremo, più nel dettaglio, quando è obbligatorio il contratto scritto con l’avvocato e cosa succede se questo manca, quali sono i diritti del cliente e come viene determinata la parcella in mancanza di un patto esplicito tra le parti.
Compensi dell’avvocato: quando è obbligatorio il preventivo scritto?
La Corte di Cassazione (ord. n. 34301/23) ha recentemente ribadito l’obbligatorietà della forma scritta del preventivo che l’avvocato deve fornire al proprio cliente per chiarire a questi i costi del giudizio e i compensi che gli sono dovuti in conseguenza del mandato professionale. Mandato che può essere fornito anche verbalmente. Si pensi al caso di un cliente che chieda per telefono al proprio avvocato di appellare la sentenza a lui sfavorevole in primo grado: un incarico di questo tipo sarebbe ugualmente valido e costringerebbe il legale ad attuare la difesa tempestivamente per non far scadere i termini.
Perché è necessaria la forma scritta per i compensi degli avvocati?
Secondo l’articolo 2233 del codice civile, è imprescindibile che i compensi dell’avvocato siano stabiliti in forma scritta. Questo requisito è “ad substantiam” ossia a pena di nullità di qualsiasi altro accordo che non sia stato messo “nero su bianco”. La ragione principale di tale disposizione è attribuire certezza e univocità alla pattuizione, evitando possibili conflitti tra avvocato e cliente.
Gli esperti di diritto sottolineano che l’obbligo di redigere per iscritto il patto sui compensi dell’avvocato serve a garantire chiarezza e prevenire dispute. In assenza di una esteriorizzazione e formalizzazione scritta dell’accordo, non si può considerare raggiunto un patto valido sugli onorari.
Cosa succede se l’avvocato non fornisce il preventivo scritto?
Il preventivo deve essere consegnato al cliente al momento del conferimento dell’incarico e prima che questo venga attuato in modo tale che l’assistito conosca in anticipo le spese a cui va incontro.
L’avvocato però non deve indicare per iscritto anche la strategia che intende adottare o le singole prestazioni che andrà a svolgere. L’importante è che sia chiara l’attività che il compenso coprirà.
Se l’avvocato non rilascia un preventivo scritto, il cliente può opporsi alla richiesta di pagamento che ritenga eccessiva, ma non può certo evitare di corrispondere al professionista i giusti onorari dovuti per quanto da questi svolto. Quindi, nel conflitto tra le parti, sarà il giudice a fissare il compenso del legale: lo farà secondo le tariffe professionali adottate con DM 44/2014, le stesse che vengono usate per quantificare la condanna alle spese processuali nei confronti della parte soccombente di un giudizio.
Come può essere fornito il preventivo scritto dall’avvocato?
La Cassazione ha chiarito che non sono sufficienti a integrare il requisito della forma scritta atti come la predisposizione di una bozza di accordo o la fattura (di acconto o saldo) emessa dall’avvocato. Questi documenti non riflettono la volontà comune di legale e cliente di stabilire il compenso.
Al contrario sono da considerarsi validi anche i documenti separati, valevoli come proposta e accettazione, provenienti dalle parti e da esse firmati, recanti la disciplina dei compensi. Lo stesso dicasi per la sottoscrizione per accettazione, da parte di un contraente, del documento recante la regolamentazione degli aspetti economici del mandato professionale predisposto dall’altro.