Quando è obbligatorio il cartello attenti al cane?
Che valore ha l’avviso affisso vicino l’abitazione con la scritta: attenti al cane. La responsabilità del proprietario e di chi detiene l’animale.
Chi detiene un animale – anche se non ne è il proprietario formale – ne è responsabile: deve quindi fare in modo che questo non procuri danni a terzi. Diversamente ne risponde sia a titolo penale (per il reato di lesioni) che dell’eventuale risarcimento.
Ci si chiede spesso che valore abbia il cartello «attenti al cane»: se cioè è necessario affiggerlo nei pressi delle abitazioni ove vi è un animale pericoloso e se, in tal caso, l’eventuale aggressione venga punita dalla legge meno severamente. Vediamo dunque se è obbligatorio il cartello attenti al cane e quale conseguenza possa avere la sua presenza sotto un aspetto legale.
Cartello attenti al cane: è obbligo di legge?
A ben vedere non esiste alcuna legge che stabilisca l’obbligo di appendere il cartello attenti al cane. Chi lo fa, è perché lo ritiene opportuno, non però necessario. “Opportuno” per mettere in guardia eventuali passanti ed ospiti dalle possibili reazioni dell’animale. In tal modo, la collaborazione riduce il rischio di eventuali aggressioni e, nello stesso tempo, di responsabilità da parte del detentore.
Cartello attenti al cane personalizzato
Posto che ben potrebbe non essere presente il il cartello “attenti al cane” senza che da ciò possa derivare una responsabilità per il relativo possessore, è possibile personalizzare l’eventuale cartello “facendolo in casa” o al computer. È anche possibile rappresentare l’avviso in modo scherzoso e divertente, con la conseguenza però che in tal caso il pericolo potrebbe non essere avvertito come serio.
È possibile peraltro scrivere a mano l’avviso “attenti al cane”.
Chi è responsabile per il cane?
Come si diceva in apertura, la responsabilità per le condotte del cane grava su chi, in quel momento, lo custodisce, sia che si tratti del proprietario effettivo che di un terzo come, ad esempio, il partner o il coniuge di questi, il dog sitter, il vicino di casa.
Anche il figlio del proprietario di un cane può rispondere delle aggressioni dell’animale. Tuttavia, se ai fini penali (per il reato di lesioni) la responsabilità di un ragazzo scatta solo dai 14 anni in poi (e né, al suo posto, possono essere imputati i genitori), ai fini civili, invece, il risarcimento del danno grava sempre sul padre e sulla madre del giovane se questi non ha ancora compiuto 18 anni.
Che valore ha il cartello attenti al cane?
La presenza del cartello “attenti al cane” non costituisce neanche un’attenuante per il proprietario nel caso di un’aggressione: in altri termini tanto la responsabilità penale quanto quella civile per i danni seguiranno le regole generali, senza sconti.
Ma allora perché si mette il cartello attenti al cane? Proprio per mettere in guardia eventuali terzi e ridurre il rischio di aggressioni.
Quanto sopra è stato evidenziato in modo chiaro dalla Cassazione con una sentenza del 2017. In essa si legge che: «Ai fini della responsabilità per lesioni provocate da un animale, la pericolosità di questo non può essere ritenuta solo in relazione agli animali feroci, ma può sussistere anche per gli animali domestici che, in date circostanze, possono divenire pericolosi. Ivi compreso il cane, animale normalmente mansueto, la cui pericolosità deve essere accertata in concreto, considerando la razza di appartenenza e ogni altro elemento rilevante.
Ne consegue che il proprietario del cane è tenuto a controllare e custodire l’animale, adottando ogni cautela per evitare e prevenire possibili aggressioni a terzi, anche all’interno dell’abitazione. Né in proposito il proprietario può dirsi esonerato dal custodire adeguatamente l’animale per il solo fatto di avere apposto un cartello con la scritta “attenti al cane”, perché un tal genere di cartello costituisce semplice avviso della presenza del cane, che non esaurisce gli obblighi del proprietario di evitare che l’animale possa recare danni alle persone (obblighi da adempiere assicurando il cane a un guinzaglio o a una catena oppure custodendolo in una zona dell’abitazione o del giardino che non gli consenta di avvicinarsi agli estranei o di scappare)»
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