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Quando c’è sostituzione di persona?

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(@mariano-acquaviva)
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Chi si attribuisce false generalità oppure uno status che non gli appartiene commette sempre reato? Spacciarsi per un’altra persona è illegale?

A volte basta davvero poco per commettere un reato: è ciò che si pensa quando si legge la norma del Codice penale che punisce la sostituzione di persona. Come si vedrà, si tratta di una condotta di cui, anche senza rendersene pienamente conto, ci si può macchiare. Oggi poi, con l’enorme diffusione dei social, integrare questo delitto è diventato ancora più semplice: è sufficiente crearsi un avatar con un’identità diversa dalla propria e il gioco è fatto. Quando c’è sostituzione di persona?

Come diremo a breve, il reato scatta non solo quando ci si spaccia per altri, ma anche quando si crea un’identità fittizia oppure ci si attribuisce qualità diverse da quelle realmente possedute. Basti solamente considerare che, secondo la giurisprudenza, l’uomo che non mente sulla propria identità personale (nome e cognome, in pratica) ma che si presente come single (anziché come coniugato, com’è in realtà) per conquistare una donna, commette questo delitto. Quando c’è sostituzione di persona? Scopriamolo insieme.

La sostituzione di persona secondo la legge

Secondo il Codice penale [1], costituisce il reato di sostituzione di persona la condotta di chi, al fine di ottenere un vantaggio o di arrecare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendosi illegittimamente a un’altra persona o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, un falso stato ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici.

Come si evince già da queste poche righe, commette sostituzione di persona non solo chi si spaccia per un altro soggetto, ma anche chi si attribuisce un’identità del tutto nuova, diversa dalla propria o da quella di chiunque altro.

Questo significa che, in realtà, per aversi il reato in questione non occorre necessariamente una “sostituzione di persona” in senso stretto, essendo sufficiente attribuirsi un falso nome o false qualità, magari anche non appartenenti a nessun altro.

Per rendere più facile il concetto, basti pensare che commette reato chi dice di chiamarsi Giuseppe Rossi mentre in realtà il suo nome è Marco Verdi, anche se la sua intenzione non è quella di sostituirsi a uno specifico Giuseppe Rossi ma solo di attribuirsi una diversa identità per uno scopo specifico.

Sostituzione di persona: quando c’è reato?

Chiarito questo aspetto importante, possiamo ora vedere quando c’è sostituzione di persona, analizzando tutti i casi previsti dalla legge.

Per il Codice penale, il delitto può consumarsi in diversi modi:

  • sostituendo la propria all’altrui persona. In questo caso, il responsabile inganna gli altri sulla sua reale identità, spacciandosi per altri. È il caso di chi dice di essere il figlio di un noto politico oppure di essere egli stesso una persona particolarmente importante (un cantante, un artista, ecc.);
  • attribuendosi una falsa identità, non corrispondente a nessun’altra (un falso nome di persona immaginaria, in pratica, come il “Giuseppe Rossi” visto nel primo paragrafo);
  • attribuendosi uno status o una qualità falsa, come ad esempio quella di medico, avvocato, notaio, poliziotto, sacerdote, ecc. Si pensi a chi, per entrare in tribunale senza sottoporsi ai controlli della vigilanza, dica di essere un avvocato oppure un magistrato.

Insomma: c’è sostituzione di persona non solo quando ci si spaccia per un’altra persona realmente esistente (un amico, il fratello, un politico, un noto attore, ecc.), ma anche quando ci si attribuisce una falsa identità (il classico Marco Rossi, Giuseppe Verdi, ecc.).

E così, scatta la sostituzione di persona sia per il belloccio che, approfittando della somiglianza con Brad Pitt, si spaccia per il noto attore hollywoodiano per ottenere ingressi gratuiti nei locali più chic e successo con le donne, ma anche chi si attribuisce una falsa identità per ottenere un qualsiasi vantaggio. È il caso di chi si finga giornalista per entrare liberamente a un evento mondano.

Da quanto detto sinora ci si sarà sicuramente accorti che la sostituzione di persona implica uno scopo: chi si attribuisce un’identità diversa dalla propria lo fa per un motivo preciso, non per goliardia o per scherzo. Vediamo allora qual è l’elemento soggettivo del reato.

Sostituzione di persona: qual è lo scopo?

Dal punto di vista soggettivo, c’è sostituzione di persona solamente se l’autore ha agito con dolo, cioè con la precisa e consapevole intenzione di mentire sulla propria identità; se la sostituzione fosse frutto di una casualità o di un equivoco, non ci sarebbero gli estremi del delitto.

Per essere ancora più precisi, affinché si integri il delitto in oggetto occorre il dolo specifico: in altre parole, non è sufficiente la consapevolezza, da parte dell’autore, di sostituirsi ad altra persona ingannando gli altri, ma occorre che ci sia anche la volontà di raggiungere un fine ulteriore rispetto al semplice raggiro, e cioè il vantaggio per sé (o per altri) oppure il danno della persona raggirata.

Chi si spaccia per un’altra persona solamente per gioco o per fare uno scherzo non commetterà alcun reato. Al contrario, come in tutti gli esempi visti in precedenza, chi mente sulla propria identità per ottenere un vantaggio compie il reato di sostituzione di persona.

Ad esempio, chi afferma falsamente di essere un magistrato o un’altra personalità di spicco solamente per fare effetto sul venditore che gli sta davanti e spuntargli così un prezzo migliore, compie un reato. Lo stesso se ci si attribuisce una grave malattia per poter parcheggiare o accedere a un posto riservato.

Secondo i giudici, costituisce il reato di sostituzione di persona la condotta di colui che falsamente si attribuisce la qualità di proprietario di un terreno per ottenere il rilascio di un certificato urbanistico, considerato che si tratta di una qualità alla quale la legge ricollega effetti giuridici, tra i quali quello di ottenere dalla pubblica amministrazione un certificato di destinazione urbanistica del suddetto terreno [2].

Quando c’è sostituzione di persona sui social?

La facilità con cui è possibile mentire o creare un profilo sui social network fa sì che il reato di sostituzione di persona sia molto frequente in rete.

Classico esempio di sostituzione di persona è quella di chi, per vendicarsi dell’ex, iscrive in internet un profilo falso con il nome della vittima al fine di diffonderne i dati personali o di recarle molestia.

Secondo la Cassazione, integra il delitto di sostituzione di persona la condotta di chi inserisca nel sito di una chat line erotica il recapito telefonico di altra persona associato ad un nickname di fantasia, qualora abbia agito al fine di arrecare danno alla medesima, giacché in tal modo gli utilizzatori del servizio vengano tratti in inganno sulla disponibilità della persona associata allo pseudonimo a ricevere comunicazioni a sfondo sessuale [3].

Ancora, c’è sostituzione di persona da parte di chi si “cambia i connotati” mettendosi come foto del profilo quella di un attore o di altra persona (anche non famosa, ovviamente) trovata sul web.

Commette reato anche chi si spaccia per single sperando di rimorchiare.

Non è invece reato spacciarsi per persone che, per ragioni ovvie, non possono essere confuse: è il caso di chi sui social scrive col profilo avente nome “Giacomo Leopardi” o “Napoleone Bonaparte”.

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Pubblicato : 15 Ottobre 2022 18:00