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Quali sono le conseguenze di un tradimento?

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(@angela-auriemma)
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Infedeltà coniugale: rischi e conseguenze per chi tradisce il marito o la moglie, l’addebito e la perdita del diritto al mantenimento.

La maggior parte dei matrimoni, soprattutto negli ultimi anni, finiscono per colpa di relazioni “clandestine”. Il tradimento può essere portato in giudizio per far condannare in fase di separazione il coniuge traditore, in questo caso il Giudice pronuncerà l’addebito della separazione.

Ma il tradimento è sempre causa di addebito della separazione? Quali sono le conseguenze di un tradimento?

Esistono delle cause che escludono la colpa della separazione anche quando ci sia stato effettivamente un tradimento. Ed infatti se manca una correlazione, un collegamento tra l’infedeltà e la crisi del matrimonio, non vi sarà condanna per il coniuge traditore. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di comprendere meglio le conseguenze di un tradimento e i rischi che questo comporta per la persona sposata. 

Quando il tradimento è causa di addebito

La separazione si dice “con addebito” quando il giudice, con la sentenza, dichiara che la fine del matrimonio è addebitabile appunto alla condotta colpevole di uno dei due coniugi. L’addebito è quindi l’imputazione di responsabilità per la violazione dei doveri del matrimonio.

L’addebito non è una sanzione pecuniaria né implica il dovere di risarcire il danno. L’unica conseguenza per chi subisce l’addebito è la seguente: il coniuge colpevole non può chiedere il mantenimento. Inoltre questi perde la sua qualità di erede legittimo, non avendo pertanto più diritto ad alcuna porzione di eredità dell’ex.

Una delle cause per cui uno dei due coniugi subisce la responsabilità della separazione è la prova della sua infedeltà. In questo caso infatti avrà violato uno dei precetti sanciti dall’art. 143 cod. civ. secondo cui con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.

Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla

  • fedeltà,
  • assistenza morale e materiale,
  • coabitazione
  • collaborazione nell’interesse della famiglia. Entrambi i coniugi infatti sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.  

Ma l’addebito non è automatico.

Il giudice dovrà verificare che dalla violazione di uno di questi doveri sia derivata la crisi coniugale, riuscendo così a capire che la rottura della coppia non esisteva prima del tradimento.

In altre parole affinché si possa accogliere la richiesta di addebito è necessaria l’esistenza di un collegamento (nesso di causalità) tra il tradimento e l’impossibilità per i coniugi di proseguire la vita insieme.

Se i coniugi prima di scoprire il tradimento erano già in conflitto, o addirittura non avevano più rapporti sessualim va da sé che il tradimento diventa solo la conseguenza di una rottura già esistente.

La Cassazione infatti ha giustificato il tradimento, e dunque l’amante, ove i due coniugi non avevano rapporti sessuali da diversi mesi.

Il tradimento virtuale è un vero e proprio tradimento?

Ebbene ti sembrerà strano ma la Cassazione è giunta alla conclusione che anche il tradimento “virtuale”, come il sexting può essere causa di addebito della separazione.

Quindi se ti dovesse capitare di cogliere il tuo partner mentre scambia chat erotiche, esplicitamente erotiche, (anche foto o video) con un’altra persona che non sia tu, potrai chiedere l’addebito della separazione e contestuale risarcimento del danno per la lesione all’onore e decoro (da provare).

Ciò che viene a mancare è il rapporto di fiducia e stima reciproci, dunque anche una relazione virtuale, vissuta dietro un cellulare, che è lesiva del dovere di fedeltà, viene valutata dal Giudice e potrebbe condurre alla colpa della separazione.

Addirittura di recente si è parlato di “micro-cheating” ossia un mini tradimento fatto di frequenti attenzioni che apparentemente potrebbero non significare alcunchè, ma che contestualizzate possono configurare vero e proprio adulterio. Un esempio può essere scambiarsi messaggi amorosi pieni di cuori e baci con una terza persona all’insaputa del coniuge; o ancora nascondere il proprio stato sentimentale di uomo o donna sposata al terzo incomodo.

Dunque anche se non dovessi mai incontrare il tuo amante sappi che il tradimento non consumato è pur sempre un tradimento (Cassazione 12794/2021). 

Cosa si rischia se si subisce l’addebito?

icapitolando, se marito e moglie decidono di separarsi, il coniuge che ha subìto l’infedeltà può chiedere che il giudice pronunci l’addebito a carico dell’altro coniuge, vale a dire, che gli venga attribuita la responsabilità del fallimento del matrimonio.

Le conseguenze dell’addebito sono due, il coniuge a cui viene addebitata la separazione:

  • perde il diritto a ottenere l’assegno di mantenimento, anche se dovesse essere in condizioni economiche svantaggiate rispetto all’altro coniuge.
  • perde il diritto a poter ereditare dall’altro coniuge, se lo stesso dovesse morire prima del divorzio.

Al coniuge traditore saranno addebitate le spese di giudizio, ebbene si, dovrà sostenere (qualora dovesse ritenerlo opportuno il Giudice) le spese di condanna in favore del coniuge ricorrente che è stato tradito.

L’addebito esiste anche per i conviventi e per le unioni civili?

Vediamo ora se l’addebito esiste anche per i conviventi e per le unioni civili. Sul punto bisogna fare una precisazione, la norma parla propriamente di coniugi perché gli uniti civilmente e i conviventi di fatto, infatti, non sono obbligati alla fedeltà reciproca in quanto nulla è stato disciplinato dalla Legge Cirinnà n.76/2016. Ed infatti, se ci pensi bene, in caso di fallimento dell’unione civile la legge non prevede la procedura di separazione in tribunale, basta un’altra dichiarazione all’ufficiale dello stato civile, ove si comunichi di voler sciogliere l’unione.  Siccome non esiste un giudice che pronuncia la separazione, non ci può essere addebito, di conseguenza, la legge non avrebbe motivo di imporre l’obbligo di fedeltà ai due partner. Stessa cosa per i conviventi.

Quali sono le prove di un tradimento?

Schiaccianti saranno le prove ottenute sia da immagini o video prodotti in giudizio, che da testimoni eventualmente pronti a sbugiardare il traditore.

Di recente è stato condannato un marito che non solo aveva lasciato la moglie sola a casa, ma aveva reso pubblica la propria relazione con l’amante sul proprio profilo Facebook!

La moglie aveva scoperto il tradimento da alcune foto pubblicate dal marito che lo ritraevano in atteggiamenti intimi con l’amate, nonché l’immagine di due biglietti aerei intestati alla nuova coppia.

Ed ancora sempre in tema di prova del tradimento, la Cassazione con ordinanza n.1816/2021 si pronunciava su una sentenza della Corte d’Appello di Milano che aveva rigettato l’addebito della separazione alla moglie per una presunta violazione dell’obbligo di fedeltà, nel caso specifico nonostante fosse stato accertato l’adulterio ed il concepimento di un figlio con l’amante, in corso di istruttoria dalle risultanze della CTU (consulenza tecnica d’ufficio) e processuali, ha ritenuto che la separazione non fosse stata determinata dal tradimento della moglie, bensì da problemi della coppia sorti a seguito della nascita della figlia che aveva problemi di salute.

Pertanto la relazione extra-coniugale si inseriva in un rapporto fragile e già compromesso.

Colui che deve provare che effettivamente vi sia stato il tradimento e che questo sia stata l’unica causa della rottura è il coniuge che richiede l’addebito.

 
Pubblicato : 6 Marzo 2023 16:15