forum

Quali sono i doveri...
 
Notifiche
Cancella tutti

Quali sono i doveri di fedeltà del dipendente verso il datore di lavoro?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
35 Visualizzazioni
(@angelo-greco)
Post: 3141
Illustrious Member Registered
Topic starter
 

Doveri di lealtà e fedeltà del lavoratore: come funziona il divieto di concorrenza e il rispetto della riservatezza.

Tre sono i doveri principali di un lavorato dipendente: la diligenza nell’esecuzione delle proprie mansioni, l’obbedienza alle direttive impartitegli dal datore e la fedeltà. La fedeltà, a sua volta, si sostanzia in due ulteriori doveri: quello di segretezza (ossia non rivelare le informazioni riservate acquisite in ragione delle proprie mansioni) e di non concorrenza.

Poiché la violazione di tali obblighi può comportare una sanzione disciplinare che, nei casi più gravi, può spingersi sino al licenziamento, sarà bene comprendere più nel dettaglio quali sono i doveri di fedeltà del dipendente verso il datore di lavoro.

Lo faremo in questa guida pratica e agevole. Ci soffermeremo sul concetto di fedeltà e vedremo cosa significa, chiariremo in cosa si sostanzia l’obbligo di non concorrenza, quali attività parallele sono vietate e cosa non bisogna rivelare a terzi. Ma procediamo con ordine.

Cosa implica il dovere di fedeltà del dipendente?

Il dovere di fedeltà del lavoratore implica il rispetto di due obblighi:

  • non trattare affari personali o per conto di terzi in concorrenza con il proprio datore di lavoro (cosiddetto divieto di concorrenza);
  • mantenere segrete le informazioni aziendali, come i metodi di produzione e l’organizzazione interna (cosiddetto obbligo di riservatezza).

La giurisprudenza ha ampliato il concetto di fedeltà, interpretandolo anche come l’obbligo di mantenere un comportamento leale e improntato alla buona fede al fine di proteggere il datore di lavoro dall’uso pregiudizievole delle informazioni acquisite dal lavoratore. Questo obbligo persiste anche al di fuori dell’orario di lavoro e durante la sospensione del contratto.

Nella fedeltà vi è quindi compreso il rispetto per l’immagine e del patrimonio aziendale. Il lavoratore che venga condannato per un reato rilevante, anche se commesso al di fuori del proprio turno di lavoro, può ugualmente essere licenziato se detto illecito può avere un riflesso sul datore e sviare la clientela.

Quali sono le conseguenze della violazione del dovere di fedeltà?

La violazione del dovere di fedeltà comporta una responsabilità disciplinare e può comportare l’obbligo del risarcimento nel caso in cui le azioni illecite causino un danno al datore di lavoro. Il lavoratore deve quindi evitare qualsiasi attività potenzialmente dannosa per l’impresa, inclusa la mera preordinazione di tali attività.

Il dipendente può svolgere un secondo lavoro?

Il datore di lavoro non può impedire al dipendente di svolgere una seconda attività lavorativa quando è in malattia, negli orari di riposo o durante le ferie. Lo può fare solo se tale attività è in concorrenza, anche solo potenziale, con la propria azienda (vi deve essere un conflitto di interessi) o se la stessa può determinare un rischio per la salute e la sicurezza del dipendente.

Inoltre il dipendente deve rispettare la normativa sulla durata dei riposi. In particolare, il lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo consecutive ogni 24. Il periodo di riposo minimo è di 11 ore e non può essere diminuito da accordi tra le parti). Questo significa che il dipendente potrebbe sì svolgere due diversi part-time ma non due full-time.

In caso di svolgimento di una seconda attività lavorativa, il lavoratore è tenuto a informare il datore di lavoro, in modo che sia possibile verificare l’eventuale presenza di condizioni che limitino questa possibilità.

Divieto di concorrenza: come si manifesta?

Il lavoratore entra in concorrenza con il datore di lavoro svolgendo attività potenzialmente dannose o predisponendo strumenti concorrenziali che violano la fiducia del datore di lavoro.

Tale divieto opera solo durante il rapporto di lavoro e cessa con la sua risoluzione, a meno che non sia stato stipulato un patto di non concorrenza.

Quali sono i limiti dell’obbligo di riservatezza?

Il lavoratore ha l’obbligo di non divulgare notizie che possano danneggiare l’impresa, inclusi i segreti professionali e le informazioni neutre che, se diffuse, potrebbero pregiudicare l’azienda. Si pensi al nome dei fornitori, delle tecniche di produzione, alle strategie aziendali, al know-how di determinati prodotti, ecc.

Tuttavia, non è considerata violazione la divulgazione di fatti che denunciano attività illecite del datore di lavoro. La violazione del divieto di rivelare segreti professionali è sanzionata anche penalmente.

È lecito utilizzare le notizie aziendali in un’attività esterna?

L’utilizzo delle notizie aziendali da parte del lavoratore è lecito se queste fanno parte del suo bagaglio di conoscenze professionali, a patto di non violare gli obblighi di non concorrenza e rispetto del segreto professionale.

Come si esercita il diritto di critica nel rispetto della fedeltà?

Nel dovere di fedeltà è compreso anche il divieto di non danneggiare l’immagine del datore diffondendo apprezzamenti negativi che possano essere diffamatori. Il lavoratore può esercitare il diritto di critica, ad esempio in qualità di sindacalista o politico, purché nei limiti della correttezza formale e della veridicità dei fatti denunciati.

In caso contrario, il comportamento del lavoratore può essere sanzionato con il licenziamento solo se supera tali limiti, attribuendo all’impresa o ai suoi dirigenti qualità disonorevoli e riferimenti denigratori non provati.

 
Pubblicato : 15 Dicembre 2023 10:45