Quali sono i diritti di un malato di tumore?
Paziente oncologico che effettua cure chemioterapiche: ha diritto all’indennità di accompagnamento? Cosa spetta al familiare del portatore di handicap?
La legge riconosce sussidi e agevolazioni alle persone affette da gravi patologie; tale obiettivo è perseguito prevalentemente attraverso una serie di istituti giuridici, come ad esempio l’invalidità civile, l’indennità di accompagnamento e la nota legge 104. Con il presente articolo risponderemo a una domanda precisa: quali sono i diritti di un malato di tumore?
Come diremo, per il paziente oncologico la legge prevede una serie di benefici, non solo di carattere economico. Inoltre, alcune agevolazioni sono previste anche a favore del familiare che si prende cura del malato di tumore. Approfondiamo l’argomento.
Esenzione ticket per malati di tumore
I pazienti oncologici hanno diritto a un’esenzione dal pagamento del ticket che si estende non solo ai trattamenti di cui necessitano per guarire ma anche a tutte le visite e le terapie successive.
In buona sostanza, l’esenzione dal ticket copre tutto il percorso verso la guarigione, iniziato con la diagnosi e le terapie e proseguito con i controlli periodici (altrimenti detti di follow–up).
L’esenzione ticket per i malati oncologici è individuata dal codice 048. Si legga a tal proposito l’articolo dal titolo Codici esenzione ticket.
Invalidità civile per malati oncologici
Il malato oncologico ha diritto anche alle prestazioni collegate all’accertamento dell’invalidità civile [1].
L’invalidità civile è un riconoscimento sanitario che indica quanto la menomazione di cui è affetta una persona incida sulla sua possibilità di svolgere le funzioni e le attività della vita quotidiana in rapporto all’età; nello specifico:
- per le persone in età da lavoro (18-67 anni), l’invalidità civile corrisponde al grado di riduzione della capacità lavorativa. In altre parole, l’invalidità civile corrisponde all’inabilità lavorativa;
- per le persone che non sono in età da lavoro (minorenni e pensionati), l’invalidità civile è commisurata al tipo di difficoltà a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età.
Al malato oncologico spetta l’invalidità totale?
Solitamente, la commissione medica Inps riconosce al malato oncologico un’invalidità totale, pari cioè al 100%.
Gli invalidi totali hanno diritto a una prestazione economica mensile superiore ai 300 euro (cosiddetta pensione d’invalidità), purché il loro reddito personale non superi un certo importo (di circa 18mila euro).
Se invece è riconosciuta un’invalidità parziale uguale o superiore al 74%, al malato oncologico spetta comunque un assegno mensile di assistenza dello stesso importo della pensione, subordinato però al possesso di un reddito personale annuo di gran lunga più ridotto (circa 5.400 euro).
Va fatta una precisazione: sia la pensione che l’assegno mensile sono riconosciuti solamente agli invalidi in età da lavoro: superato il 67° anno d’età, la prestazione si converte automaticamente in assegno sociale sostitutivo.
Malato di tumore: ha diritto all’accompagnamento?
I pazienti oncologici hanno diritto all’indennità di accompagnamento durante il ciclo chemioterapico [2].
L’indennità di accompagnamento è una prestazione mensile di importo superiore ai 500 euro che, a differenza della pensione per invalidi totali e dell’assegno mensile di assistenza, prescinde dal reddito dell’invalido [3].
Il malato oncologico sottoposto a radioterapia oppure a cure ormonali (ormonoterapia) potrebbe invece non avere diritto all’indennità di accompagnamento, a meno che non dimostri la gravità della propria situazione e la conseguente incapacità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore ovvero di compiere autonomamente gli atti della vita quotidiana.
Quali sono i diritti di chi assiste un malato oncologico?
Il familiare che si prende cura del malato oncologico riconosciuto portatore d’handicap in situazione di gravità ai sensi della legge 104 ha diritto a 3 giorni di permesso retribuito al mese [4]. Ma non solo.
Il familiare convivente di persona in stato di disabilità grave può assentare dal lavoro per un periodo massimo di due anni, anche frazionato nel tempo.
Il beneficio è accordato a tutti i dipendenti, sia pubblici che privati, e spetta innanzitutto al coniuge (a cui sono equiparati la parte di un’unione civile e il convivente di fatto dichiarato al Comune); solo in mancanza del coniuge o in presenza di sue patologie invalidanti che gli impediscono di prestare cure a propria volta, il congedo tocca ai genitori e, ancora in subordine, ai figli [5].
Il congedo straordinario non può superare la durata complessiva di due anni per ciascuna persona portatrice di handicap e nell’arco della vita lavorativa.
Il familiare che si prende cura del paziente oncologico riconosciuto portatore d’handicap ha inoltre diritto allo spostamento presso la sede più vicina al malato.
Può inoltre rifiutare lo svolgimento di lavoro notturno.
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