Quali sono gli obblighi tra fratelli?
I doveri di assistenza in caso di grave necessità, con conseguente obbligo di versare gli alimenti, gravano anche tra fratelli e sorelle.
Quando si vive in famiglia sotto lo stesso tetto è normale aiutarsi reciprocamente. Tant’è vero che i relativi trasferimenti di denaro non vengono neanche attenzionati dall’Agenzia delle Entrate. Ma quando i rapporti si diradano per via del naturale allontanamento fisico, non si è sempre disposti a sacrificarsi l’uno per l’altro come prima. A riguardo, una domanda frequente è quali sono gli obblighi tra fratelli e sorelle.
Qui di seguito analizzeremo non solo i doveri di carattere giuridico, ma anche le strategie per difendersi da un fratello (nel caso in cui questi, ad esempio, abbia dei debiti). E infine vedremo se si può diseredare un fratello o una sorella. Ma procediamo con ordine.
Obblighi tra fratelli e sorelle
Non esistono obblighi specifici tra fratelli e sorelle di assistenza morale o materiale come invece sussistono tra coniugi o tra ascendenti in linea retta (nonni, nipoti, figli, genitori).
L’unico dovere che compete a un fratello è quello di versare gli alimenti nel caso in cui l’altro fratello:
- si trovi in un grave stato di bisogno economico (tale da non potersi procurare i beni essenziali per vivere);
- e, nello stesso tempo, sia incapace a provvedere a sé stesso (ad esempio per una grave inabilità). Non basta il semplice stato di disoccupazione.
Gli alimenti consistono in una somma economica o in una prestazione in natura tale da garantire al beneficiario solo la sopravvivenza. Dunque si tratta di una prestazione di valore largamente inferiore al mantenimento che un coniuge deve versare all’ex o ai figli.
Tuttavia l’obbligo di assistere un fratello o una sorella versando a questi gli alimenti scatta solo se il beneficiario non sia sposato, non abbia figli, genitori, generi o nuore, suoceri. Difatti tali soggetti sono obbligati agli alimenti prima del fratello o della sorella che invece intervengono in ultima istanza.
Come tutelarsi da un fratello?
I debiti di un fratello non ricadono sull’altro a meno che, alla morte del primo, il secondo ne accetti l’eredità. E anche in questo caso, l’erede non risponde di tutti i debiti lasciati dal defunto ma solo di quelli proporzionali alla sua quota di eredità. Per tutelarsi dal fratello bisogna rinunciare all’eredità, scelta questa però che non può essere anticipata quando ancora il debitore è in vita. O, in alternativa, si può optare per laaccettazione con beneficio di inventario, la quale implica una responsabilità limitata per i debiti ai soli beni ricevuti con la successione: solo questi ultimi infatti – e non già quelli personali dell’erede – potranno essere eventualmente pignorati dai creditori del de cuius.
Con la rinuncia all’eredità non si risponde di alcun debito del fratello passato a miglior vita. Tuttavia è sempre bene ricordare che, così facendo, non si può neanche acquisire alcun bene della successione.
Un ultimo cenno va fatto quando si convive con un fratello pieno di debiti. Nel caso – improbabile – in cui un creditore intenda eseguire un pignoramento mobiliare, l’ufficiale giudiziario è autorizzato a presumere che tutti gli oggetti presenti in casa siano del debitore (ed è quindi tenuto ad apprenderli nei limiti del credito fatto valere) salvo si dimostri il contrario (con fatture o prove d’acquisto).
Per tutelarsi è anche possibile stipulare un contratto di comodato in favore del fratello debitore, ma questo deve essere registrato e la registrazione deve essere anteriore alla data di notifica del pignoramento.
Si può diseredare un fratello?
Un’ultima menzione va agli obblighi in tema di successione che sussistono tra fratelli. Ad esempio una sorella è tenuta a lasciare qualcosa al fratello con il proprio testamento o può diseredarlo?
Ebbene, i fratelli non hanno un incondizionato diritto all’eredità dell’altro. Quindi si può diseredare un fratello o una sorella. Anzi, più correttamente è bene specificare che non è neanche necessario un’espressa dichiarazione di diseredazione. Cerchiamo di comprendere meglio tale aspetto.
La legge prevede che solo il coniuge e i figli – o, se non ci sono figli, i genitori – hanno diritto sempre a una quota minima dell’eredità del defunto. Questi soggetti sono chiamati eredi legittimari. Ebbene, i fratelli non sono legittimari. Quindi essi non hanno diritto a nulla: non possono cioè rivendicare una quota di eredità se non sono stati menzionati nel testamento. Quindi se una persona, senza bisogno di diseredare esplicitamente il fratello o la sorella nel testamento, si limita a non menzionarli, questi ultimi vengono automaticamente tagliati fuori dalla successione.
Ma allora quando un fratello ha diritto all’eredità? O quando viene “citato” nel testamento oppure quando si muore senza fare testamento e il defunto non aveva figli. Perché se aveva figli invece tutta la sua eredità va a questi ultimi, eventualmente divisa con il coniuge superstite
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