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Quali cartelle si prescrivono in 3 anni?

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(@angelo-greco)
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Debiti fiscali: quali sono quelli che cadono in prescrizione prima degli altri. Come far valere la prescrizione.

Un nostro lettore ci ha chiesto quali cartelle si prescrivono in 3 anni. La questione della prescrizione merita alcuni importanti chiarimenti.

Di tanto parleremo qui di seguito e spiegheremo anche da quando decorre il termine di prescrizione, come farlo valere e quali sono i termini di prescrizione di tutte le altre cartelle. Ma procediamo con ordine.

Quando si prescrivono le cartelle esattoriali?

Chiariamo innanzitutto col dire che non esiste alcuna legge che stabilisca quando cadono in prescrizione le cartelle esattoriali. Sicché, per la giurisprudenza, la cartella segue la stessa prescrizione dell’imposta o della tassa di cui chiede il pagamento. Questo fa sì che se in una cartella viene chiesto il pagamento di imposte tra loro diverse ben potrebbe succedere che una parte della cartella si prescriva prima di un’altra parte.

Detto ciò, seppur c’è stato qualche isolato precedente in cui la Cassazione ha detto che tutte le cartelle esattoriali si prescrivono in cinque anni, indipendentemente dal tipo di importo in esse preteso, resta maggioritaria la tesi citata in precedenza, quella cioè dell’utilizzo degli stessi termini di prescrizione del relativo tributo.

Cartelle che si prescrivono in tre anni

Nell’individuare dunque quali cartelle si prescrivono in 3 anni si deve richiamare solo il bollo auto. Difatti la cosiddetta «tassa automobilistica» e l’unica imposta che si prescrive nel triennio. Tutte le altre seguono termini differenti che a breve vedremo e di cui abbiamo parlato nella guida sulla prescrizione delle cartelle.

In particolare, le imposte dovute allo Stato, come Iva, Irpef, Ires, Imposta di bollo, di registro, ipotecaria, catastale, canone Rai e contributi alla Camera di Commercio si prescrivono in 5 anni.

Le imposte dovute agli enti locali (Comuni, Province e Regioni), come Imu, Tari e Tosap, si prescrivono in 5 anni. Con la sola eccezione del bollo auto che si prescrive in 3 anni.

Le multe stradali e tutte le altre sanzioni, amministrative, penali o tributarie, si prescrivono anch’esse in 5 anni.

Infine sempre in 5 anni si prescrivono i contributi dovuti all’Inps o all’Inail.

Da quando decorre la prescrizione delle cartelle

Una volta quindi stabilito che le cartelle che si prescrivono in 3 anni sono solo quelle del bollo auto, non resta che da verificare da quando inizia a decorrere il termine prescrizione. La prescrizione della cartella decorre dalla precedente notifica ricevuta, che verosimilmente sarà l’avviso di accertamento da parte della Regione o dell’Agenzia delle Entrate (per quelle Regioni ove la tassa automobilistica è appunto riscossa dalle Entrate).

Ben però potrebbe succedere però che il precedente atto è una cartella. Ebbene, se il contribuente non riceve nulla per tre anni, egli è libero dal debito definitivamente. Ma come fare a farlo cancellare? È ciò che vedremo nel successivo punto.

Come cancellare una cartella prescritta?

Purtroppo non c’è altro modo per cancellare una cartella prescritta che fare ricorso. E questo perché, se anche la legge ammette la possibilità di chiedere con un ricorso in autotutela la cancellazione della cartella prescritta all’Agente per la Riscossione, quasi mai si riceve una risposta. E siccome il ricorso in autotutela non sospende i termini per il ricorso, il rischio è quello di far divenire definitivo l’atto.

Quindi l’unico modo per cancellare una cartella prescritta è presentare un ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria di primo grado. Non c’è bisogno di avvocato o commercialista per importi fino a 3.000 euro.

Come far valere la prescrizione?

C’è un luogo comune che è quello di ritenere che, per far scattare la prescrizione, si debba fare una istanza. Nulla di vero. La prescrizione si verifica in automatico, per il semplice decorso del tempo. Quindi spirato il terzo anno, la cartella per il bollo auto si prescrive. Ma come detto, semmai l’esattore dovesse chiederne il pagamento con una nuova cartella (o meglio detta “intimazione di pagamento”) o con un preavviso di fermo amministrativo dell’auto, bisognerà far ricorso contro quest’ultimo atto entro 60 giorni ed eccepire la prescrizione. Se non lo si fa, l’atto diventa definitivo e andrà pagato.

 
Pubblicato : 7 Giugno 2023 06:00