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Quali cartelle si possono annullare?

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(@paolo-remer)
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Come chiedere ed ottenere la cancellazione dei debiti fiscali, multe e sanzioni; quando lo stralcio è automatico.

C’è chi riceve raffiche di cartelle di pagamento, mentre ad altri arrivano goccia a goccia ma poi si accumulano nel tempo. In entrambi i casi la pressione fiscale può diventare intollerabile, nonostante gli “ammortizzatori” come le rateazioni e le rottamazioni, che non eliminano il debito ma lo diluiscono. Così, per non superare il livello di guardia, la risposta a una domanda è fondamentale: quali cartelle si possono annullare?

Ci sono diverse situazioni che comportano la cancellazione dei debiti fiscali e di altro tipo (contributi, multe, sanzioni, ecc.) richiesti in pagamento con le cartelle esattoriali. Esaminiamoli per capire dove, quando e come si può intervenire per eliminare le voci che ancora compaiono ma non sono più dovute.

Come individuare le cartelle da annullare?

La prima cosa da sapere è che la cartella può contenere debiti di natura diversa: ad esempio, Irpef, Iva, contributi Inps, bollo auto, Imu, Tari, multe per infrazioni stradali e altre sanzioni amministrative. Ognuno di essi segue le proprie regole, perciò – a meno che la cartella sia invalida nel suo complesso – vanno individuati e analizzati distintamente.

Ogni cartella contiene il prospetto riepilogativo dei debiti fiscali e di altra natura, indicando il tipo di tributo, la data di iscrizione a ruolo, l’importo e gli interessi calcolati sino alla data di emissione. Se esistono atti pregressi, come un avviso di accertamento o un verbale di contestazione, gli estremi vengono richiamati, insieme alla data di avvenuta notifica. Questo è un elemento molto importante anche ai fini del calcolo della prescrizione: in caso positivo, i tributi non sono più dovuti. Se ti trovi in una situazione di questo tipo, leggi “Come impugnare una cartella esattoriale per debito prescritto” e “Come annullare una cartella caduta in prescrizione“.

Cosa succede se non faccio annullare la cartella?

Tutti i debiti riepilogati in una cartella di pagamento sono accomunati dal fatto di essere stati iscritti a ruolo e affidati all’Agente di riscossione per il recupero coattivo se il versamento non avviene entro i 60 giorni dalla notifica dell’atto.

Oltre tale scadenza la cartella, se non è stata impugnata e sospesa (e se non hai neppure chiesto la rateazione), diventa esecutiva e perciò l’Agenzia Entrate Riscossione può pignorare i beni del debitore, compresi gli immobili, i conti correnti, gli stipendi e le pensioni, sia pure entro determinati limiti.

Ecco perché – se si ritiene di non dover pagare quanto richiesto – diventa importante impugnare la cartella per farla annullare dal giudice, e il ricorso va fatto entro precisi termini: 30 giorni per le multe o altre sanzioni amministrative (competenza del Giudice di Pace), 40 giorni per i contributi Inps e Inail (al Tribunale in funzione di giudice del Lavoro), 60 giorni per imposte e tasse (il ricorso va presentato alla Corte di Giustizia Tributaria di primo grado).

Se i termini sono scaduti, prosegui la lettura per sapere come ottenere in altri modi l’annullamento della cartella.

Stralcio debiti fino a 1000 euro: come funziona?

La cosiddetta “pace fiscale” nell’edizione 2023 ha previsto l’annullamento automatico dei debiti riportati nelle cartelle fino a 1000 euro. Si tratta di una cancellazione che viene operata direttamente dall’Agenzia Entrate Riscossione, senza necessità di richiesta da parte del contribuente: perciò è un vero e proprio condono.

Precisamente, vengono annullati i debiti fino a 1000 euro risultanti dai singoli carichi affidati alla riscossione nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2015: perciò l’importo complessivo della cartella potrebbe essere superiore, ma ciò non osta alla cancellazione dei singoli carichi che risultano inferiori a tale soglia, in base agli importi determinati alla data del 1° gennaio 2023.

L’annullamento è riferito anche alle sanzioni ed agli interessi di mora o per ritardata iscrizione a ruolo. La nuova edizione della pace fiscale ripete un analogo provvedimento “strappacartelle”, sempre per importi fino a mille euro, adottato qualche anno fa e limitato al periodo 2000-2010. Si può controllare l’avvenuta cancellazione collegandosi al sito dell’Agenzia Entrate Riscossione (per i passaggi da seguire online, leggi “Come faccio a vedere le mie cartelle esattoriali?“) o chiedendo un estratto di ruolo allo sportello.

Annullamento in autotutela

Un altro modo per cancellare le cartelle esattoriali è quello di richiedere il loro annullamento in autotutela all’Agente della Riscossione e all’Ente impositore (cioè il soggetto titolare del credito: Agenzia Entrate, Inps, Comune, Regione, Prefettura, ecc.). Questo rimedio è particolarmente utile se la cartella contiene errori evidenti e facilmente rilevabili (scambio di persona, pagamento già effettuato, ecc.) in quanto è a costo zero e non richiede un provvedimento del giudice.

Bisogna sapere, però, che in questo caso l’accoglimento non è automatico e che la presentazione dell’istanza non sospende i termini per fare ricorso impugnando la cartella al giudice competente. Tuttavia l’annullamento in autotutela (chiamato anche «sgravio») può essere chiesto in qualsiasi momento, anche quando sono scaduti i termini per presentare ricorso e la cartella è diventata definitiva.

Per saperne di più, leggi “Ricorso in autotutela: cos’è, come funziona e come presentarlo“. Qui trovi un modello di istanza in autotutela.

Annullamento cartelle per sovraindebitamento

Infine, le cartelle possono essere annullate in blocco se il contribuente è sovraindebitato e si avvale dei rimedi previsti dalla legge “salvasuicidi” per ottenere l’esdebitazione, totale o parziale, dei carichi accumulati (non solo quelli fiscali ma anche quelli privati, come un mutuo bancario non pagato).

In questo modo si può ottenere un consistente abbattimento del debito complessivo, in base alle proprie effettive capacità di rimborso (anche dilazionato nel tempo) e questo consente di arrivare, indirettamente, al risultato dell’annullamento delle cartelle, che saranno sostituite dal nuovo piano di rientro stabilito dal giudice. Ti spieghiamo tutto l’iter da seguire nella guida “Sovraindebitamento: come uscire dalla crisi“. Per capire il funzionamento del meccanismo, leggi l’articolo “Come togliersi i debiti senza pagare tutti i creditori“.

 
Pubblicato : 11 Luglio 2023 08:15