Prestito della casa a un familiare: come gestirlo
Qual è la normativa italiana sul comodato e sull’affitto di un appartamento: ecco quando e come bisogna comunicare alla Questura l’utilizzo dell’immobile da parte di un familiare o di terzi. Scopri i dettagli di contratti di comodato e affitti brevi.
Stai pensando di prestare la tua casa a un parente per un breve periodo e ti chiedi se devi comunicarlo alla Questura? Cosa succede se la polizia o i carabinieri decidono di fare un controllo e quali documenti potrà avere l’utilizzatore dell’immobile per giustificare il proprio possesso? Avrai bisogno di un contratto di comodato o sarà sufficiente una semplice dichiarazione? Queste domande sono più comuni di quanto si possa pensare e trovare risposte chiare può essere un vero labirinto. Questo articolo ha l’obiettivo di guidarti attraverso le leggi e i regolamenti italiani che regolano il prestito della casa a un familiare: ecco come gestire la cessione temporanea dell’appartamento e quali sono i comportamenti più prudenti da adottare.
Devo comunicare alla Questura se presto la mia casa a un parente?
La legge italiana è molto specifica su questo punto. Un tempo l’articolo 12 del Dl 59/1978 stabiliva che, in caso di cessione dell’uso di un immobile a terzi (a titolo di locazione o di comodato), bisognava informare gli organi di pubblica sicurezza ossia la Questura. Questa norma è stata successivamente modificata dall’articolo 3 del Dlgs 23/2011 che ha incorporato tale obbligo nella registrazione del contratto di locazione all’Agenzia delle Entrate. Dunque, oggi, tutte le volte che il contratto di affitto (o meglio, di locazione) deve essere registrato non v’è più alcun obbligo di comunicazione dello stesso alla Questura.
Poniamo il caso di Tizio che decide di locare la sua casa al nipote Caio per qualche mese: in questo caso, Tizio dovrà redigere un contratto di locazione e registrarlo, così da rispettare la legge. Non deve però avvisare di ciò anche la Questura.
Resta comunque la necessità, solo per i contratti di locazione di durata di almeno 30 giorni, di procedere alla registrazione ai figli della validità del contratto stesso. Per i contratti di comodato invece non c’è obbligo di registrazione.
Cosa succede se non c’è un contratto di locazione?
L’obbligo di comunicazione della cessione temporanea dell’appartamento alla Questura rimane in piedi, come stabilito dall’articolo 2 del Dl 79/2012, solo in due ipotesi:
- per la locazione non assoggettata a registrazione, ossia quella di durata inferiore a 30 giorni;
- per la locazione in favore di cittadini stranieri non europei.
Solo in tali ipotesi dunque il titolare dell’immobile deve comunicare alle autorità l’identità del soggetto che prende possesso dell’appartamento.
Devo comunicare alla Questura se do la mia casa in comodato gratuito?
Sì, la comunicazione è obbligatoria anche in caso di contratto di comodato gratuito, come stabilito dal Dl 113/2018. Questo perché il comodato presuppone un uso esclusivo dell’immobile.
Tornando al nostro esempio, se Tizio decidesse di dare la sua casa a Caio con un contratto di comodato gratuito, avrebbe comunque l’obbligo di informare la Questura.
E se il mio parente usa la mia casa solo occasionalmente?
Se l’utilizzo dell’immobile è saltuario e per brevi periodi, come un favore o ospitalità, non c’è obbligo di comunicazione. Per esempio, se Tizio permette ai suoi nipoti di utilizzare la sua casa per brevi vacanze, non deve fare nulla. Può, tuttavia, fornire loro una dichiarazione che autorizza l’uso temporaneo della casa, che potrebbe essere utile in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine, pur avendo un valore giuridico limitato.
Il contratto di comodato deve essere registrato?
Non sussiste alcun obbligo di registrare il contratto di comodato. La registrazione è richiesta solo “in caso d’uso”, ossia ad esempio nell’ipotesi di inadempimento della parte comodataria quando v’è necessità di procedere allo “sfratto”.
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