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Prestazione occasionale per privati: come funziona?

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(@carlos-arija-garcia)
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Cosa deve fare chi ha bisogno di piccoli lavori in casa o di assistenza saltuaria di bambini o anziani? Quanto si spende tra compenso e contributi?

Non tutte le prestazioni occasionali sono uguali: quelle effettuate per un’azienda o per un professionista presuppongono un apposito contratto di lavoro, mentre quelle che si svolgono in ambito familiare, cioè per un privato in un contesto estraneo all’attività di impresa (ad esempio, come collaboratore domestico saltuario), richiedono l’utilizzo del cosiddetto «Libretto famiglia». Probabilmente, le prime sono quelle più comuni. Ma la prestazione occasionale per privati, come funziona? Quali sono i requisiti e gli adempimenti richiesti?

La prima cosa che devono fare sia il datore sia il lavoratore occasionale è quella di registrarsi su un’apposita piattaforma informatica dell’Inps, attraverso la quale vengono gestite tutte le operazioni relative al rapporto. È importante non sottovalutare gli obblighi dettati dalla legge in materia di prestazioni occasionali per privati: eventuali violazioni possono comportare, la trasformazione o la conversione del rapporto in lavoro a tempo pieno e indeterminato, oltre all’applicazione di sanzioni amministrative.

Cosa si intende per prestazione occasionale per privati?

In generale, le prestazioni occasionali per privati sono attività lavorative che si svolgono entro certi limiti, riferiti all’anno civile (dal 1° gennaio al 31 dicembre) di svolgimento della prestazione. Le soglie, sia per l’utilizzatore (cioè, per il datore) sia per il prestatore sono:

  • 500 euro percepiti dal prestatore, al netto di contributi, premi e costi di gestione;
  • 280 ore.

In caso di superamento del limite di compenso o di durata, il rapporto è trasformato in lavoro a tempo pieno e indeterminato dal giorno in cui vengono oltrepassate le soglie.

Fermo restando quanto appena detto, in caso di pluralità di rapporti, il prestatore e l’utilizzatore devono rispettare un ulteriore limite di compenso complessivo totale, fissato in 5.000 euro netti.

Quali privati possono chiedere prestazioni occasionali?

Qualsiasi privato, inteso come persona fisica, può ricorrere a prestazioni di lavoro occasionali, al di fuori dell’esercizio dell’attività professionale o d’impresa, utilizzando un libretto nominativo prefinanziato, cioè il cosiddetto «Libretto famiglia».

Questa tipologia contrattuale può essere utilizzata per le attività legate alla gestione dell’ambito familiare, e precisamente per:

  • piccoli lavori domestici, compresi lavori di giardinaggio, pulizia o manutenzione;
  • assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità;
  • insegnamento privato supplementare (il caso delle classiche ripetizioni post-scuola).

Se il prestatore, impiegato mediante Libretto famiglia, viene di fatto adibito ad attività diverse da quelle appena indicate, il datore rischia la maxisanzione per lavoro nero.

È in ogni caso vietato chiedere delle prestazioni occasionali ad un soggetto con il quale è in corso o è cessato da meno di sei mesi un rapporto di lavoro subordinato (salvo che in somministrazione) o di collaborazione coordinata e continuativa, pena la conversione sin dall’inizio in rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato.

Cosa deve fare il privato per fruire di prestazioni occasionali?

Il privato che vuole ricevere delle prestazioni di lavoro occasionali deve, innanzitutto, registrarsi all’interno della «piattaforma informatica Inps».

L’utilizzatore deve, inoltre, alimentare il proprio portafoglio virtuale, versando attraverso questa piattaforma o con modello F24 le somme relative agli oneri retributivi e assicurativi da sostenere. Ogni versamento deve essere pari a 10 euro o a suoi multipli (20, 30 40, 50, ecc.).

Il privato può chiedere il rimborso delle somme versate e non utilizzate presentando domanda tramite la piattaforma Inps.

L’utilizzatore non è tenuto al rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Quanto costano le prestazioni occasionali ad un privato?

Per prestazioni occasionali di durata fino a 1 ora, il prestatore ha diritto a un compenso netto di 8 euro, contenuti in un titolo di pagamento inserito nel Libretto famiglia.

Oltre al compenso netto, per ciascun titolo di pagamento erogato sono interamente a carico dell’utilizzatore:

  • la contribuzione Inps, pari a 1,65 euro;
  • il premio Inail, stabilito nella misura di 0,25 euro;
  • un importo di 0,10 euro per il finanziamento degli oneri gestionali.

Significa che il costo complessivo di una prestazione di durata fino ad 1 ora è pari ad 10 euro.

Il prestatore riceve il compenso dall’Inps entro il giorno 15 del mese successivo alla prestazione. I compensi percepiti dal prestatore:

  • sono esenti da imposizione fiscale;
  • non incidono sul suo stato di disoccupato;
  • sono computabili ai fini della determinazione del reddito necessario per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.

In corso di rapporto, il prestatore ha diritto:

  • al rispetto dei riposi previsti in materia di orario di lavoro;
  • all’assicurazione IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) con iscrizione alla Gestione separata Inps e all’assicurazione Inail contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Cosa deve fare il privato dopo la prestazione occasionale?

Entro il giorno 3 del mese successivo allo svolgimento della prestazione occasionale, l’utilizzatore è tenuto a comunicare all’Inps:

  • i dati identificativi del prestatore;
  • il compenso pattuito;
  • il luogo di svolgimento;
  • l’ambito e la durata della prestazione;
  • ogni altra informazione necessaria ai fini della gestione del rapporto.

La comunicazione deve essere fatta attraverso la solita piattaforma Inps o i servizi di contact center dell’Istituto. Il prestatore riceve contestuale notifica tramite SMS o messaggio di posta elettronica.

 
Pubblicato : 26 Marzo 2023 17:30