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Precedenti penali e cittadinanza italiana: cosa devi sapere

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(@paolo-florio)
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Scopri se i piccoli e vecchi precedenti penali possono influire sulla concessione della cittadinanza italiana e quali criteri vengono considerati.

La presenza di precedenti penali può suscitare dubbi sulla possibilità di ottenere la cittadinanza italiana. In questo articolo analizziamo un recente parere del Consiglio di Stato che spiega quali criteri vengono valutati per determinare l’effetto dei precedenti penali sul processo di concessione della cittadinanza.

I precedenti penali influiscono sulla concessione della cittadinanza italiana?

Sebbene la concessione della cittadinanza italiana non costituisca un diritto che lo Stato debba necessariamente riconoscere, è altrettanto vero che la presenza di precedenti penali non è sempre ed in ogni caso ostativa al conferimento. È fondamentale un approccio equilibrato e un’analisi caso per caso, che tenga conto delle diverse sfaccettature della situazione del richiedente e dei suoi sforzi di integrazione nella società italiana.

In pratica la presenza di precedenti penali non preclude automaticamente l’ottenimento della cittadinanza italiana. Tuttavia, è necessario un’attenta valutazione da parte dell’amministrazione, che consideri l’effettivo inserimento del richiedente nel contesto sociale italiano e la gravità dei reati commessi.

Precedenti penali di scarso rilievo influiscono sulla cittadinanza italiana?

Vecchi precedenti penali di scarso rilievo sociale generalmente non ostano alla concessione della cittadinanza italiana. Tuttavia, l’amministrazione deve valutare caso per caso e fornire una motivazione puntuale riguardo alla gravità della condotta e al “allarme sociale” generato.

Quali criteri vengono considerati per valutare l’impatto dei precedenti penali?

L’amministrazione deve verificare l’effettivo inserimento del richiedente nel contesto sociale italiano, considerando condizioni lavorative, economiche, familiari e di irreprensibilità della condotta. Particolare rilievo assume il comportamento del richiedente nel rispetto delle regole della convivenza civile, non solo di quelle di rilevanza penale.

Tizio ha due precedenti penali risalenti rispettivamente a 12 e 6 anni prima della presentazione dell’istanza di cittadinanza italiana. I reati commessi sono di minima entità e Tizio è stato successivamente riabilitato. In questo caso, l’amministrazione deve valutare attentamente la situazione, considerando l’ampio lasso di tempo trascorso e il processo di integrazione di Tizio nella collettività nazionale.

Qual è l’importanza dell’istruttoria svolta dall’amministrazione?

L’amministrazione ha l’obbligo di fornire una completa rappresentazione della realtà attraverso un’accurata ed estesa istruttoria. La motivazione del provvedimento deve essere trasparente, coerente, logica e comprensibile, in modo da consentire il sindacato di legittimità sull’esercizio della discrezionalità, che non può sconfinare nell’arbitrio.

Quali le conseguenze di un diniego di cittadinanza basato su precedenti penali?

Un diniego di cittadinanza motivato unicamente con riferimento a precedenti penali che risalgono a molto tempo prima della richiesta, soprattutto se riguardanti reati di minima entità, è considerato irragionevole e, quindi, illegittimo.

Il ruolo del Consiglio di Stato: un esempio concreto

Il Consiglio di Stato (parere 510/2023) ha affrontato un caso simile a quello di Tizio, analizzando un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica in cui il richiedente chiedeva l’annullamento del decreto con cui il ministero dell’Interno aveva respinto l’istanza di concessione della cittadinanza italiana. Il Consiglio di Stato ha chiarito che le due condanne penali in questione non potevano rappresentare motivo automaticamente ostativo alla concessione della cittadinanza, poiché le condotte non erano connotate da rilevante pericolo pubblico e la risalenza delle condanne suggeriva che il richiedente si fosse nel frattempo integrato nell’ordinamento italiano.

L’importanza delle ordinanze di riabilitazione

Nel caso trattato dal Consiglio di Stato, le ordinanze di riabilitazione del richiedente costituivano una manifesta ed inequivocabile conferma del compiuto processo di inserimento nella collettività nazionale. L’amministrazione, quindi, ha l’onere di esprimere precise e circostanziate argomentazioni riguardo alla gravità in concreto dei fatti commessi, in modo tale da superare le obiezioni derivanti dalla considerazione dell’ampio lasso di tempo trascorso.

Le esigenze di tutela della sicurezza della Repubblica giustificano una valutazione ampia e di tipo prognostico sulla buona condotta del richiedente, tuttavia tale operazione deve essere ancorata concretamente agli esiti delle ricerche effettuate dagli organismi competenti. L’interesse pubblico sotteso al provvedimento di concessione della cittadinanza impone prospettive di ottimale inserimento del soggetto interessato nel contesto sociale italiano.

Conclusioni

La presenza di precedenti penali non rappresenta automaticamente un ostacolo al conferimento della cittadinanza italiana. L’amministrazione deve valutare caso per caso, tenendo conto di diversi elementi, tra cui la gravità della condotta, l’allarme sociale generato e il processo di integrazione del richiedente nel contesto sociale italiano. Precedenti penali di scarso rilievo sociale e risalenti nel tempo, soprattutto se seguiti da riabilitazione, possono non ostacolare la concessione della cittadinanza.

 
Pubblicato : 14 Aprile 2023 19:00