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Posso ereditare anche se non faccio accettazione?

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(@angelo-forte)
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Le modalità attraverso le quali è possibile accettare l’eredità

Non è vero che alla morte del coniuge o di un genitore, gli eredi siano già immediatamente tali. La legge, invece, stabilisce che si diventa eredi solamente a seguito del compimento di un atto: l’accettazione dell’eredità. E allora posso ereditare anche se non faccio accettazione? A questo interrogativo si può dare immediatamente una risposta dicendo che l’accettazione è indispensabile, ma che l’accettazione non consiste sempre in un atto scritto. Nell’articolo che ci apprestiamo a scrivere fisseremo le diverse modalità con le quali i chiamati all’eredità possono accettarla acquisendo così il titolo di erede. Finché non c’è accettazione non c’è nemmeno un erede. Questa è la prima cosa essenziale da comprendere. Fino al momento in cui non vi sarà stata accettazione, ci sarà il chiamato all’eredità che avrà dieci anni di tempo, dalla morte del parente, per valutare se è conveniente o no fare l’accettazione. Accettata l’eredità, erediterai non solo i beni e le attività del defunto, ma anche tutti i relativi debiti. E’ chiaro che se i debiti fossero molto superiori alle poste attive, non ti converrà accettare, ma dovrai piuttosto rinunciare all’eredità. Analizziamo allora in cosa consiste l’accettazione dell’eredità e come concretamente essa può avvenire.

Come si accetta un’eredità?

In base alla normativa vigente in Italia:

  • l’eredità si può accettare solo integralmente e mai parzialmente, per cui o accetti l’intera eredità (compresi i debiti) oppure dovrai rinunciarvi integralmente [1];
  • l’accettazione non si può revocare e perciò una volta accettata l’eredità non puoi far marcia indietro [2].

Esistono due tipi di accettazione:

  • l’accettazione espressa [3]
  • e l’accettazione cosiddetta tacita [4].

L’accettazione espressa avviene:

  • con una formale dichiarazione da parte del chiamato all’eredità
  • oppure con l’assunzione, sempre da parte del chiamato, del titolo di erede in un atto pubblico oppure in una scrittura privata.

Se in un atto scritto firmato dal chiamato all’eredità questi dichiara di voler essere erede, questa dichiarazione avrà valore di accettazione espressa dell’eredità

Invece si avrà accettazione tacita quando il chiamato all’eredità compirà un atto o terrà un comportamento che potrebbe compiere solamente in quanto erede.

Sono stati considerati dalla giurisprudenza atti di accettazione tacita di eredità l’incasso dei canoni di affitto di immobile compreso nell’eredità o anche la vendita di un veicolo che era del defunto

L’accettazione può essere espressa o tacita

Quanto tempo ha il chiamato all’eredità per accettarla?

Quanto tempo ha chiamato all’eredità per accettare l’eredità?

La legge [5] ci dice che il chiamato, per effettuare l’accettazione, dispone di un tempo pari a dieci anni a partire dalla data della morte della persona della cui eredità si tratta.

E’ possibile però che i dieci anni [6] vengano accorciati.

Infatti chiunque abbia interesse può domandare al giudice di fissare un termine entro cui il chiamato all’eredità si pronunci dichiarando se intende accettare l’eredità.

Nel caso in cui il chiamato dovesse lasciar trascorrere il termine fissatogli dal giudice senza dare una risposta, la sua inerzia sarà considerata come rinuncia all’eredità.

I soggetti che possono chiedere al giudice la fissazione di un termine perché il chiamato faccia o meno la dichiarazione di accettazione sono:

  • i creditori dell’eredità
  • e i chiamati successivi, cioè le persone che sarebbero eredi nel caso in cui il chiamato non accettasse l’eredità.

Il termine che il giudice fissa al chiamato è solitamente di un paio di mesi.

In caso di rinuncia, al posto del chiamato saranno eredi altri parenti oppure, in mancanza di parenti fino al sesto grado o se nessuno intendesse accettare, nell’eredità subentrerà lo Stato.

Il chiamato ha dieci anni di tempo per accettare

 
Pubblicato : 2 Marzo 2024 10:00