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Periodo di prova: si può licenziare senza motivo?

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(@angelo-greco)
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Licenziamento durante il patto in prova: è necessaria una giusta causa o un altro motivo valido?

Il periodo di prova è un termine familiare a molti lavoratori: si tratta di un arco di tempo durante il quale, pur essendosi ormai formalizzato il contratto di lavoro tra datore e dipendente, le parti possono valutare la rispettiva compatibilità e giudicare se proseguire o interrompere il rapporto. Ma cosa accade se, durante questo periodo, il datore di lavoro decide di risolvere il contratto? Si può licenziare un dipendente in prova senza un motivo specifico e senza che ci sia dimostrabile l’incapacità del dipendente a svolgere le mansioni che gli sono state attribuite?  A queste domande ha già risposto la giurisprudenza. Vediamo quali sono le risposte offerte dai giudici della Cassazione.

Il datore di lavoro può licenziare un dipendente durante il periodo di prova?

La legge italiana permette ai datori di lavoro di recedere dal contratto di lavoro durante il periodo di prova senza bisogno di fornire una motivazione e senza preavviso. Tuttavia, questa decisione deve essere basata su una valutazione obiettiva delle prestazioni del lavoratore, come stabilito dalla sentenza 1180/17 della sezione lavoro della Cassazione. In altri termini, pur non dovendo il datore fornire giustificazioni in merito alla propria valutazione, deve comunque risultare che ha rispettato le seguenti condizioni:

  • deve aver adibito il dipendente alle mansioni per le quali era stato assunto;
  • deve aver consentito al dipendente di lavorare nelle condizioni tali da poter manifestare le proprie capacità;
  • non deve aver avuto precedenti rapporti col dipendente, almeno per quelle specifiche mansioni (diversamente la prova non avrebbe alcun senso e risulterebbe strumentale).

La prova della violazione di tali condizioni spetta comunque al dipendente che deduca di aver subito un illegittimo licenziamento.

Cosa significa una “valutazione obiettiva”?

Una valutazione obiettiva delle prestazioni del lavoratore implica una valutazione completa e imparziale delle competenze, delle capacità e del comportamento del lavoratore. Ad esempio, se un datore di lavoro ritiene che lo “stile” del lavoratore nei rapporti con i clienti sia inadeguato, potrebbe essere un motivo valido per la rescissione del contratto. Questo implica che dietro il licenziamento non possono sussistere motivi discriminatori o di ritorsione (si pensi al licenziamento intervenuto nei confronti di una donna che non accetta avances o di un dipendente che non sottostà a straordinari non pagati).

Cosa succede se il datore di lavoro licenzia un dipendente senza motivo valido?

Se un lavoratore ritiene di essere stato licenziato senza un motivo valido, ha il diritto di richiedere un risarcimento. Tuttavia, per ottenere un risarcimento, il lavoratore deve dimostrare che il licenziamento è stato determinato da un motivo illecito ed estraneo alla valutazione del periodo di prova.

Come può un lavoratore dimostrare che il licenziamento è stato illegittimo?

Per dimostrare che il licenziamento è stato illegittimo, il lavoratore deve fornire prove concrete che il datore di lavoro ha agito in malafede o ha violato la legge. Ad esempio, se il datore di lavoro ha licenziato il lavoratore per ragioni discriminatorie, come l’età, il genere o la razza, allora il licenziamento potrebbe essere considerato illegittimo.

 
Pubblicato : 9 Giugno 2023 08:45