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Perché i carabinieri suonano a casa?

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(@mariano-acquaviva)
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In quali casi le forze dell’ordine bussano alla porta di casa? Cosa succede se non si apre alle autorità?

Se i carabinieri bussano alla porta di casa non c’è nulla di buono da attendersi. Le forze dell’ordine, infatti, non si scomodano per una semplice comunicazione priva di conseguenze ma, se giungono fino alla porta di casa, vuol dire che devono eseguire un controllo oppure notificare un atto di una certa importanza. Con questo articolo parleremo proprio di ciò: vedremo in altre parole perché i carabinieri suonano a casa.

Sin da subito possiamo dire che la polizia si presenta alla porta essenzialmente per eseguire un ordine emanato dal giudice, come ad esempio per effettuare una perquisizione oppure per accompagnare una persona a testimoniare. Carabinieri e polizia possono bussare alla porta anche per la notifica di un atto, come ad esempio dell’avviso di garanzia. Ma procediamo con ordine e vediamo perché i carabinieri suonano a casa.

I carabinieri suonano a casa per una perquisizione

Innanzitutto, i carabinieri possono suonare il campanello di casa per effettuare una perquisizione. La perquisizione è quell’attività d’indagine finalizzata a rinvenire il corpo del reato (la pistola con cui è stato commesso l’omicidio, ad esempio) o altre cose riguardanti un crimine già commesso.

I carabinieri possono eseguire una perquisizione se sono stati autorizzati con decreto del giudice; in assenza di “mandato”, possono ugualmente effettuare una perquisizione, ma solo quando ci sono motivi di particolare urgenza e si debba procedere per il reato di spaccio di droga o per detenzione illegittima di armi, oppure nel corso di operazioni volte a sgominare associazioni mafiose, oppure ancora per catturare un evaso o quando si tratta di flagranza di reato [1].

In tutte queste ipotesi, anche se non c’è il decreto del giudice, la polizia può entrare in casa anche senza il consenso del proprietario o di chi vi abita legittimamente (l’inquilino in affitto, ad esempio).

È chiaro che, se devono effettuare una perquisizione, i carabinieri busseranno alla porta sperando nella collaborazione di chi vi è all’interno. Solo nel caso di rifiuto si potrà entrare con la forza.

I carabinieri suonano a casa per un’ispezione

I carabinieri possono suonare a casa per effettuare un’ispezione. L’ispezione, a differenza della perquisizione, consiste essenzialmente in un’attività di osservazione (ispezione deriva dal latino “inspicere”, che significa appunto “guardare”) dalla quale trarre delle conclusioni [2].

Ad esempio, le forze dell’ordine potrebbero chiedere di entrare in casa per verificare com’è stata scassinata la porta, poiché hanno il sospetto che il furto denunciato non sia in realtà avvenuto e che la segnalazione alle autorità sia stata fatta solo per incassare l’indennizzo dell’assicurazione.

Quindi, mentre l’ispezione serve per raccogliere spunti d’indagine, la perquisizione serve per “catturare”, tant’è vero che l’obiettivo della perquisizione è il sequestro delle cose collegate al reato (refurtiva, droga, armi, ecc.) o l’arresto del responsabile.

I carabinieri possono eseguire un’ispezione se sono stati autorizzati con decreto del giudice; i casi in cui possono procedere senza il mandato del giudice o del pm sono molto rari e, in genere, non riguardano il domicilio.

Ad esempio, la legge [3] consente l’ispezione dell’autovettura se la polizia ha il fondato motivo di ritenere che all’interno sia stata nascosta la droga.

I carabinieri suonano a casa per l’accompagnamento coattivo

I carabinieri potrebbero suonare a casa per eseguire un accompagnamento coattivo. Di cosa si tratta?

La legge dice che, quando la presenza di una persona è indispensabile per il prosieguo del procedimento, il giudice o il pubblico ministero possono disporne l’accompagnamento coattivo, cioè il prelievo con la forza.

Classica ipotesi di accompagnamento coattivo è quella del testimone (sia in sede penale che civile) che, nonostante sia stato regolarmente citato, non si presenti all’udienza per deporre. In casi del genere, dopo un primo avvertimento con ammenda a favore delle casse dello Stato, fa seguito l’accompagnamento coattivo, la cui concreta esecuzione è rimessa, di solito, ai carabinieri o alla polizia.

Quindi, i carabinieri possono bussare a casa per chiedere alla persona convocata dal giudice o dal pm di seguirli per comparire davanti all’organo di giustizia (tribunale, giudice di pace, pm, ecc.).

Se la persona che è destinataria del provvedimento di accompagnamento coattivo rifiuti di eseguire l’ordine, i carabinieri potranno anche usare la forza, cioè prendere di peso il soggetto e portarlo dal giudice.

I carabinieri suonano a casa per una notifica

Le forze dell’ordine sono spesso incaricate dal tribunale o dal pubblico ministero di eseguire le notifiche alle persone indagate o imputate.

Pertanto, può tranquillamente succedere che i carabinieri bussino alla porta per eseguire la notifica di un avviso di garanzia o di una citazione in udienza. In questi casi, le forze dell’ordine si comportano esattamente come gli agenti notificatori (portalettere e ufficiali giudiziari).

I carabinieri suonano a casa per una comunicazione

Più raramente, i carabinieri suonano a casa per comunicare una notizia che riguarda da vicino il proprietario o chi vive nell’abitazione.

Ad esempio, può succedere che la polizia stradale bussi alla porta per annunciare la morte di un parente avvenuta durante un incidente stradale, oppure che i carabinieri avvisino i familiari che il loro figlio minorenne è stato rinvenuto da solo in strada.

Si tratta di comunicazioni importanti che, però, non hanno il valore di una notifica vera e propria.

Cosa succede se non si apre ai carabinieri che bussano a casa?

Cosa succede se i carabinieri bussano alla porta ma non si apre? Dipende:

  • nel caso di perquisizione, ispezione o accompagnamento coattivo, le forze dell’ordine potrebbero anche procedere a entrare con la forza, se c’è particolare urgenza e ritengono che chi è in casa non apra di proposito;
  • nel caso delle notifiche e comunicazioni, non è invece obbligatorio aprire, ma la notificazione si intenderà comunque perfezionata.

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Pubblicato : 29 Ottobre 2022 12:00