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Per un incidente stradale si può portare come testimone un parente?

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(@angelo-greco)
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Contro l’assicurazione può testimoniare un familiare come il coniuge, il fratello o la sorella del danneggiato?  Secondo la giurisprudenza, i parenti non sono automaticamente inattendibili. Il giudice deve valutarne la credibilità.

Immagina di fare un incidente stradale e di avere, come unico testimone, tua moglie che, al momento dello scontro, era seduta accanto a te, sul sedile del passeggero. O di essere investito da una macchina mentre attraversavi sulle strisce pedonali insieme a un familiare. Ebbene, in questi casi, la prova di aver rispettato tutte le regole di prudenza imposte dal codice della strada può essere determinante per ottenere il risarcimento da parte dell’assicurazione. Ma una domanda sorge spontanea: per un incidente stradale si può portare come testimone un parente? Chi non può essere testimone in una causa o in una vertenza relativa ad infortunistica stradale?

La risposta ci viene dall’articolo 246 del codice civile rubricato “incapacità a testimoniare”: una norma, invero, assai generica e proprio per questa interpretata e chiarita dalla giurisprudenza. Cerchiamo allora di fare il punto della situazione.

Chi non può testimoniare?

La legge pone un solo limite alla capacità di testimoniare: l’esistenza di un interesse personale nella causa. Attenzione però: questo interesse non deve essere di natura economica ma “processuale”. Deve cioè essere il cosiddetto “interesse ad agire” che consente di intervenire nel giudizio o in uno collegato.

Un esempio servirà meglio a comprendere la questione.

Se una persona vince una causa e ottiene un risarcimento, di certo il suo coniuge ne sarà ben lieto, specie se i due hanno optato per il regime di comunione dei beni. I soldi infatti accresceranno il patrimonio della famiglia e quindi, indirettamente, tutti i suoi componenti. Si tratta però di un semplice interesse economico che non impedisce di testimoniare a favore del marito o della moglie.

Diverso è il caso di un uomo che presti la propria auto alla moglie: se questa farà un incidente e agirà contro l’assicurazione per vedersi risarcire i danni fisici, anche il marito avrà interesse a partecipare al giudizio in qualità di proprietario del mezzo per chiedere il rimborso delle somme necessarie alla riparazione. In questo caso, dunque, l’uomo non può testimoniare in favore della danneggiata.

Chi altri non può testimoniare?

Non possono poi testimoniare le persone che non erano presenti al momento dell’incidente perché l’oggetto della testimonianza deve sempre concernere fatti che sono stati percepiti personalmente e direttamente, non già per interposta persona (ossia per “sentito dire”). Ecco perché si suole parlare, nel gergo comune, di “testimoni oculari”.

Inoltre il testimone doveva trovarsi a una distanza sufficiente per vedere la scena e fornire le proprie dichiarazioni senza margini di dubbio. Potrebbe anche non ricordare una determinata circostanza (ad esempio il modello dell’auto o il colore) ma ciò non inficerà il valore della sua testimonianza.

I parenti e i familiari conviventi possono testimoniare?

La Corte Costituzionale (sent. n. 248/74) ha cancellato una vecchia norma (l’art. 247 cod. proc. civ.) che impediva al coniuge, ai parenti e agli affini in linea retta di testimoniare. Da allora, qualsiasi familiare o parente può testimoniare nella causa contro l’assicurazione, anche se conviventi con il danneggiato.

Di recente il tribunale di Cosenza (sent. n. 1713/2023) ha detto che l’assicurazione è tenuta a pagare un risarcimento per un incidente stradale anche se i testimoni principali sono parenti stretti del pedone investito. Non si può infatti dubitare automaticamente della attendibilità della testimonianza di una persona solo perché questa è imparentata o sposata con la vittima.

Quanto vale la testimonianza di un familiare?

Resta comunque il potere del giudice di valutare le dichiarazioni del testimone «secondo il suo prudente apprezzamento» ossia in base a quanto lo ritiene attendibile e disinteressato.

Questo significa che oggi un familiare può testimoniare e il giudice deve valutarne la credibilità come farebbe con qualsiasi altro testimone.

Il pedone investito che ha un familiare testimone

Nel caso preso in esame dal tribunale di Cosenza, una signora era stata investita sulle strisce pedonali e ha chiesto un risarcimento di oltre 8 mila euro. Tre testimoni avevano confermato l’incidente e due di loro erano parenti della vittima. La sentenza ha riconosciuto il loro diritto di testimoniare e non ha ritenuto la loro versione automaticamente inattendibile.

Quali altri prove per un incidente stradale?

Oltre alle testimonianze, le tipiche prove per ottenere il risarcimento in caso di sinistro stradale sono:

  1. fotografie scattate dallo stesso danneggiato al momento del sinistro;
  2. documentazione medica e referto del pronto soccorso;
  3. perizia medico legale che attesta in danni alla vittima;
  4. preventivo o fattura del meccanico;
  5. consulenza tecnica di parte che confermi la compatibilità tra l’incidente e i danni riportati dai mezzi;
  6. verbale della polizia eventualmente intervenuta sul posto;
  7. CID sottoscritto dalle parti subito dopo l’incidente;
  8. filmati della dashcam eventualmente presente nell’auto del danneggiato.

Il giudice può poi disporre una CTU, ossia una consulenza tecnica d’ufficio per verificare se le lesioni della vittima siano compatibili con l’incidente.

 
Pubblicato : 23 Ottobre 2023 08:15