forum

Partita Iva per i g...
 
Notifiche
Cancella tutti

Partita Iva per i giovani: quale regime fiscale scegliere?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
51 Visualizzazioni
(@francesca-bonfogo)
Post: 1
New Member Registered
Topic starter
 

Per i giovani che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, è indispensabile scegliere un regime fiscale idoneo che metta loro in condizione di vedere nascere, sviluppare e stabilizzare la propria attività.

Negli ultimi anni, diversi Governi hanno cercato di intraprendere numerose iniziative per facilitare l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro, fornendo loro maggiori mezzi e facilitazioni, incentivando l’avviamento di una qualsiasi attività professionale in proprio e/o di un’idea originale da mettere in pratica (Start Up). Ma per i giovani quale regime fiscale scegliere? Esiste un regime agevolato?

Entrato in vigore in seguito alla Legge di Bilancio del 2015, il regime forfettario si pone, ad oggi, come unica alternativa al regime ordinario ed è, sicuramente, il miglior regime fiscale da consigliare ad un giovane imprenditore e ciò vale sia in termini di imposte e contributi da versare, sia per la semplicità di utilizzo della partita Iva.

Regime forfettario: cos’è e come funziona?

Il regime forfettario è un regime fiscale esente da Iva. Nelle fatture emesse dai giovani contribuenti, pertanto, non sarà presente l’Iva. Questo permette da un lato una maggiore competitività all’interno del mercato del proprio settore di riferimento in quanto è possibile praticare prezzi più bassi per le proprie prestazioni, dall’altro porterà ad un risparmio in termini di costi per la gestione della contabilità da parte del professionista incaricato.

Il regime forfettario, oltre ad essere esente Iva, è esente anche dalla ritenuta d’acconto in fattura, in quanto il giovane imprenditore è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.

Com’è tassato il regime forfettario?

Per le nuove attività (Start Up), è prevista una tassazione che prevede un’unica aliquota al 5% per i primi cinque anni dall’apertura della partita Iva: pertanto, se apre la partita Iva nell’anno ancora in corso (2023), il giovane imprenditore potrà usufruire dell’aliquota start-up al 5% per gli anni di imposta 2023, 2024, 2025, 2026 e 2027, e inizierà a pagare il 15% di imposte dall’anno 2029, relativamente all’anno di imposta 2028.

Tale regime fiscale, deve essere scelto subito, cioè all’apertura della partita Iva: in caso contrario, il regime applicabile si dedurrà dall’attività concludente- Si precisa che il limite dei ricavi e compensi per poter essere contribuenti forfettari dal 1° gennaio 2023 è di 85.000 euro (prima era 65.000), superati i quali si esce dal regime fiscale forfettario e si entra in quello ordinario. Per maggiori dettagli leggi “Come entrare nel regime forfettario” e “Regime forfettario: cosa succede se si superano i limiti“.

Poiché i ricavi conseguiti ed i compensi percepiti non sono assoggettati a ritenuta d’acconto, è necessario che venga rilasciata un’apposita dichiarazione in fattura al fine di informare il cliente che si avvale di questo particolare regime fiscale: «operazione effettuata ai sensi dell’art. 1, commi da 54 a 89 della Legge n. 190/2014 e art. 1, commi da 111 a 113, della Legge n. 208/2015 e s.m. Regime Forfettario».

Quale tenuta contabile applicare al regime forfettario?

Come abbiamo già detto, la tenuta contabile nel regime forfettario, risulterà semplificata: non vi è l’obbligo di registrazione e tenuta delle scritture contabili, ma solamente quello di numerare e conservare le fatture d’acquisto (ed eventuali bollette doganali), di certificare i corrispettivi e di presentare la dichiarazione dei redditi nei termini e con le scadenze previste dalla Legge.

Ciò rende più facile e veloce il lavoro del contabile, con un conseguente abbattimento del proprio compenso professionale, a vantaggio del giovane imprenditore. Per approfondire, leggi “Come funziona il regime forfettario: vantaggi e svantaggi“.

Quali contributi sono soggetti al regime forfettario?

Nel momento dell’apertura della partita Iva, oltre alla scelta del regime fiscale da applicare, è fondamentale scegliere il codice Ateco più adatto e pertinente al tipo di attività che si intende svolgere. qui trovi l’elenco completo dei codici Ateco.

L’individuazione di tale codice identificativo, è estremamente importante in quanto determina il regime previdenziale applicabile:

  • se è un’attività economica prevalentemente artigiana/commerciale, e, quindi, classificata tale dalla Camera di Commercio, il giovane contribuente oltre che iscriversi alla Camera di Commercio, sarà inquadrato nella Gestione Artigiani/Commercianti dell’Inps, che prevede un versamento minimo di circa € 4.000,00 a prescindere dal reddito generato dall’attività;
  • se, invece, si tratta di un’attività prevalentemente di libero professionista che non prevede una propria Cassa di Previdenza, sarà assoggettato alla Gestione Separata Inps, che non richiede alcun versamento minimo, ma solo uno in percentuale al reddito prodotto nell’anno (circa il 28%).

Uno spunto interessante per chi adotta il regime forfettario la cui attività è soggetta alla Gestione Artigiani e Commercianti, è la possibilità di richiedere all’Inps, immediatamente, all’apertura della partita Iva, la riduzione del 35% dei contributi da versare per i primi 5 anni di attività.

Tale scelta, tuttavia, comporta un doppio svantaggio: una diminuzione dei contributi in età pensionabile (per i 5 anni di riduzione) e una diminuzione dei contributi previdenziali deducibili in sede di dichiarazione dei redditi (per i 5 anni di riduzione). Per maggiori informazioni, leggi l’articolo “Come funziona il regime forfettario: vantaggi e svantaggi“.

 
Pubblicato : 7 Luglio 2023 12:14