Partita Iva: le scadenze per le tasse dal 2024 in poi
Come sono cambiati con la riforma fiscale 2024 i termini di versamento dell’acconto e del saldo Iva; come funziona la rateizzazione.
I decreti legislativi di attuazione della riforma fiscale hanno apportato molte importanti novità alle scadenze per le tasse 2024 che riguardano le partite Iva. Alcune sono positive, come la proroga dei termini per i versamenti e la possibilità di rateazioni flessibili; altre un po’ meno, perché prevedono un pericoloso accavallamento di scadenze in autunno, e quindi occorre compiere in anticipo una attenta pianificazione fiscale per prevenire carenze di liquidità che impedirebbero di fronteggiare l’obbligazione di pagamento programmata.
Una cosa è certa: i vecchi calendari fiscali, redatti prima dell’entrata in vigore delle modifiche arrivate nel corso del 2024, sono da buttare perché è cambiato quasi tutto rispetto al passato. La parola d’ordine del Governo, sia nel decreto legislativo n. 1/2024 emanato a inizio gennaio, sia nell’ultimo decreto correttivo, approvato dal Consiglio dei ministri il 20 giugno, è stata: semplificazione degli adempimenti.
Ma procediamo con ordine e vediamo lo scadenzario preciso del 2024, che manterrà validità anche per gli anni seguenti, considerata la stabilità della riforma fiscale, che, per la sua ampia portata, è paragonabile a quella del 1973 che introdusse l’Iva.
Acconti Iva: scadenze versamenti e rateizzazione
Dal 2024 c’è la possibilità di rateizzare i versamenti del primo acconto Iva in 6 rate mensili: la prima va pagata entro il 31 luglio 2024 (c’è stata una proroga rispetto alla scadenza ordinaria) e senza interessi, ma c’è la possibilità di saldarla entro il 30 agosto 2024 aggiungendo gli interessi dello 0,40% sulla somma dovuta. Rimane comunque possibile versare tutto il dovuto in unica soluzione, entro il 31 luglio, in modo da non dover corrispondere interessi.
Tutto ciò riguarda non solo i contribuenti Iva in regime ordinario o semplificato, ma anche i contribuenti in regime forfettario che devono versare annualmente la flat tax del 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività) sui ricavi o compensi percepiti (per maggiori dettagli leggi: “Come funziona il regime forfettario“).
La rateazione dei versamenti Iva va da luglio a dicembre
Ecco il calendario delle date di scadenza delle altre cinque rate, con la percentuale dei rispettivi interessi applicati su ciascuna, che come puoi notare sono crescenti di mese in mese:
- seconda rata: scadenza il 20 agosto 2024 (interessi 0,17%);
- terza rata: scadenza il 16 settembre 2024 (interessi 0,50%);
- quarta rata: scadenza il 16 ottobre 2024 (interessi 0,83%);
- quinta rata: scadenza il 18 novembre 2024 (interessi 1,16%);
- sesta e ultima rata: scadenza il 16 dicembre 2024 (interessi 1,49%).
Attenzione: chi paga la prima rata in ritardo – ossia entro il 30 agosto 2024 anziché entro il 31 luglio – avrà a disposizione soltanto 5 rate anziché 6, ma dovrà terminare comunque i versamenti entro l’anno, perché la data finale del 16 dicembre 2024 non può essere oltrepassata, altrimenti scatterebbero le consuete sanzioni per i ritardati, o omessi, versamenti dell’Iva.
Precisamente, il calendario per chi versa la prima rata (con la maggiorazione dello 0,40% di interessi) entro il 30 agosto il piano delle rate rimanenti salta la seconda rata (quella in scadenza il 20 agosto) e il calendario delle successive scadenze, con i relativi interessi, è il seguente:
- seconda rata: scadenza il 16 settembre 2024 (interessi 0,18%);
- terza rata: scadenza il 16 ottobre 2024 (interessi 0,51%);
- quarta rata: scadenza il 18 novembre 2024 (interessi 0,84%);
- quinta rata: scadenza il 16 dicembre 2024 (interessi 1,17%).
In sostanza, con i nuovi termini introdotti dalla riforma le scadenze mensili per i versamenti Iva in acconto si compiono il 16 di ogni mese compreso tra luglio e dicembre (se il giorno 16 cade di sabato o di domenica, la data di scadenza è prorogata al primo giorno successivo non festivo, e c’è l’eccezione del mese di agosto, per il quale la scadenza è sempre prevista per il giorno 20) anziché nell’ultimo giorno del mese, come avveniva in passato.
Inoltre, con la riforma fiscale è diventato possibile far slittare i versamenti Iva (mensili o trimestrali, in base al regime di liquidazione adottato dal contribuente) al periodo successivo se l’importo non supera i 100 euro (prima il limite era di 25,82 euro), ma rimane ferma la scadenza finale del 16 dicembre entro cui vanno effettuati tutti i pagamenti.
Scadenza versamento del saldo Iva annuale
La scadenza dei termini di versamento del secondo acconto Iva, che costituisce il saldo annuale, è rimasta invariata, e cade il 30 novembre 2024.
È da sottolineare che il termine per pagare il saldo Iva scade prima rispetto all’ultima rata del primo acconto, che, come abbiamo visto, è programmata per il 16 dicembre 2024. Ciò potrebbe comportare un pericoloso accavallamento di scadenze per i titolari di partita Iva che hanno deciso di rateizzare il primo acconto: costoro, pur potendo pagare l’ultima rata il 16 dicembre, dovranno comunque saldare il secondo acconto, in unica soluzione, entro il 30 novembre.
C’è anche da dire che, per evitare questo insidioso “ingorgo fiscale”, l’importo del secondo acconto a saldo dell’Iva annuale potrebbe essere predeterminato – e dunque conosciuto in anticipo – per i contribuenti che, nel frattempo, avranno deciso di aderire al nuovo concordato preventivo biennale per le partite Iva. D’altronde, è proprio per effetto dell’entrata in vigore del concordato che il legislatore ha previsto, eccezionalmente, la proroga al 31 luglio 2024 per la prima rata di versamento.
Termini di presentazione della dichiarazione dei redditi
La riforma fiscale ha anche prorogato i termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi da parte dei titolari di partita Iva ed anche degli altri contribuenti non soggetti Iva: inizialmente era prevista al 30 settembre, ma il Decreto Legislativo n. 13/2024 ha fatto slittare la scadenza al 15 ottobre 2024, ed infine il correttivo di giugno varato dal Governo l’ha portata al 31 ottobre 2024.
Va detto che il nuovo termine di presentazione è stato unificato ed è quindi riferito a tutte le dichiarazioni (dei redditi, Irap e Iva per i contribuenti soggetti Isa); la stessa data del 31 ottobre sarà a regime anche per i prossimi anni.
Intanto l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il modello Redditi PF (persone fisiche) va inviato esclusivamente in modalità telematica, a cura dell’interessato o tramite un intermediario abilitato, come il commercialista di fiducia o un Caf (centro di assistenza fiscale). La presentazione in forma cartacea, ormai rimasta possibile solo in casi eccezionali e presso gli uffici postali, è scaduta il 30 giugno 2024.
Il pagamento rateale delle imposte sui redditi per le persone fisiche può essere rateizzato con una maggiorazione dello 0,40% sulla prima rata in scadenza il 31 luglio 2024 (ad eccezione dei contribuenti ISA di cui parleremo sotto) e con un piano di rate mensili fino a un massimo di 6, che può arrivare fino al 16 dicembre analogamente a quanto abbiamo visto per i versamenti Iva.
Scadenze per soggetti ISA e aderenti al CPB
Ricordiamo che i soggetti ISA (cioè i titolari di partita Iva che applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale e dichiarano ricavi o compensi non superiore al limite stabilito per la propria categoria) possono effettuare i versamenti a saldo dell’imposta dovuta, a cui sono tenuti in base alla dichiarazione sui redditi presentata per l’annualità precedente, entro il 31 luglio 2024, senza maggiorazioni di interessi.
Questo differimento rispetto all’ordinaria scadenza del 30 giugno (che nel 2024, essendo domenica, sarebbe stata posticipata al 1° luglio) è stato disposto dall’articolo 37 del Decreto Legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024, per tenere conto dell’entrata in vigore del concordato preventivo biennale (CPB), che attualmente è nel suo primo anno di applicazione per chi ha inteso aderirvi già nel 2024. Il correttivo della riforma fiscale ha posticipato dal 15 ottobre al 31 ottobre 2024 il termine per presentare la domanda di adesione al CPB, in modo da farlo coincidere esattamente con il nuovo termine di presentazione del Modello Redditi.
-
Vaccino non obbligatorio senza consenso informato: c’è risarcimento?
2 giorni fa
-
Come fa il datore di lavoro a sapere il motivo della malattia?
4 giorni fa
-
Residenza persone fisiche: nuove regole
4 giorni fa
-
Quando è illegittimo il contratto a termine?
5 giorni fa
-
Proposta di acquisto casa legata alla concessione del mutuo
6 giorni fa