I posti auto vicino all’ingresso vanno riservati ai disabili.

Il condominio deve garantire il posto auto a tutti. Pertanto, quando lo spazio non è sufficiente a consentire un parcheggio a testa, è necessario adottare un regolamento che preveda un uso rotatorio. Ciò nonostante, il disabile deve essere sempre tutelato di più rispetto agli altri condomini: non solo avendo sempre diritto a un posto auto (anche quando non c’è spazio per tutti), ma anche a quello più vicino al portone. Non si può infatti trattare il portatore di handicap al pari degli altri condomini. È quanto chiarito più volte dalla giurisprudenza [1].

Secondo i giudici quindi il parcheggio più vicino al portone spetta sempre al disabile. Lo può stabilire l’assemblea a maggioranza dei presenti con metà dei millesimi. Ma se non lo fa spontaneamente, è possibile ricorrere al giudice per imporglielo.

Cerchiamo di comprendere meglio quanto appena sintetizzato.

Il principio di uguaglianza in condominio

Il principio di uguaglianza imposto dall’articolo 3 della Costituzione stabilisce che situazioni uguali debbano essere regolate in modo uguale e che situazioni diverse debbano essere invece disciplinate in modo differente. È quanto succede a chi ha una minorata capacità di deambulazione: trattarlo come tutti gli altri significa discriminarlo. Non solo: è sempre la Costituzione a stabilire, a più riprese, il principio di solidarietà sociale in forza del quale le persone bisognose e meno fortunate devono essere maggiormente tutelate. 

Ecco perché l’assemblea di condominio ha il potere, anzi il dovere, di assegnare posti auto ai diversamente abili vicino l’accesso al portone di ingresso dell’edificio in cui questi vivono.

È valida la delibera che assegna al disabile sempre lo stesso posto auto più vicino all’androne?

Non si può quindi ritenere che la delibera sia invalida solo perché priva dell’uso di un bene comune tutti i condomini preferendone uno solo. In condizioni normali, l’uso esclusivo di un’area del cortile in favore di un solo condomino richiederebbe una maggioranza qualificata: ossia il voto di tanti condomini che rappresentino i due terzi del valore dell’intero edificio e la maggioranza dei partecipanti al condominio. Non in questo caso. Difatti, così come avviene in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, bisogna ritenere che prevalga una procedura più favorevole a chi è meno fortunato. Ragion per cui è lecito ritenere valida la delibera che assegna al disabile il parcheggio più vicino al portone anche se approvata a semplice maggioranza dei presenti che rappresentino almeno la metà dei millesimi dell’edificio.

I diritti del disabile in condominio 

Di recente, il Tribunale di Roma [1] ha respinto la tesi dell’attrice che, nel caso specifico sosteneva che l’assegnazione definitiva a un condòmino costituisse un’innovazione vietata ai sensi dell’articolo 1120, comma 2, Codice civile in quanto determinante una limitazione dell’uso e del godimento degli altri sul bene comune. Dai giudici è stato ritenuto preminente, rispetto al diritto di comproprietà, l’osservanza del dovere di solidarietà e il rispetto del diritto inviolabile ad una normale vita di relazione, tutelato dall’articolo 2 della Costituzione, nonché del diritto alla salute – inteso anche come interesse del singolo e della collettività all’eliminazione delle discriminazioni dipendenti dalle situazioni invalidanti – tutelato dall’articolo 32 della Costituzione.

Semmai il condominio non volesse accordare al disabile il posto auto più vicino al portone, o richiedesse a questi di alternarsi con gli altri condomini, l’interessato potrebbe ricorrere al giudice per far condannare il condominio stesso a riconoscergli tale beneficio. 

Approfondimenti sul punto

Diritti dei disabili in condominio 

Portatore di handicap: tutela in condominio

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