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Parcella avvocato: quando salta la prescrizione

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(@paolo-florio)
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Il credito dell’avvocato si prescrive in tre anni a meno che il cliente non abbia contestato l’importo e la qualità della prestazione.

Pensi che il tuo avvocato ti abbia chiesto una parcella eccessivamente esosa? Per di più è passato diverso tempo da quando hai terminato la sua attività e il debito è ormai vecchio? Attento a non fare passi sbagliati: in alcuni casi, se non sai difenderti bene, salta la prescrizione della parcella dell’avvocato. In altri termini, il cliente può tirarsi la zappa sul piede se non sa difendersi correttamente.

A fornire alcuni importanti chiarimenti sul punto è stata la Cassazione (sent. n. 763/17). Cerchiamo di fare il punto e di comprendere quando si prescrive la parcella dell’avvocato e cosa deve fare il cliente per non pagare.

Cosa significa la prescrizione della parcella di un avvocato?

La prescrizione della parcella di un avvocato si riferisce al periodo di tempo entro il quale un avvocato può legalmente richiedere il pagamento per i servizi resi.

In base all’articolo 2956 n. 2 del Codice Civile, questo periodo è di tre anni che decorrono da quando l’attività è stata completata.

Ogni diffida o richiesta formale di pagamento fatta dall’avvocato interrompe il termine di prescrizione e lo fa decorrere nuovamente da capo.

Quando salta la prescrizione della parcella dell’avvocato?

È proprio il caso di dirlo: il troppo storpia. Quando, nel volersi difendere da un’azione giudiziale si sollevano troppe difese c’è il rischio che alcune di queste cadano in contraddizione con altre. Il che potrebbe pregiudicare tutto l’esito del processo. È ciò che succede quando il debitore eccepisce la prescrizione di un credito e, nello stesso tempo, asserisce che la somma richiestagli è eccessiva o che la prestazione ricevuta non è stata svolta in modo corretto.

Secondo la Cassazione, se un cliente contesta l’importo della parcella implicitamente si riconosce un rapporto controverso con l’avvocato. Di conseguenza, non può essere invocata la prescrizione presuntiva. In pratica, ciò significa che il debito con l’avvocato non può essere considerato estinto dopo tre anni.

Facciamo un esempio pratico: un avvocato ha patrocinato un ente morale e chiede un pagamento di 4.400 euro. Se l’ente contesta l’importo, non può poi affermare che il debito è prescritto dopo tre anni.

Che cosa succede se il debitore ammette di non aver estinto il debito?

Se il debitore ammette di non aver estinto il debito, l’eccezione di prescrizione presuntiva deve essere rigettata. In pratica, ciò significa che il debito persiste e l’avvocato può continuare a richiederne il pagamento. Un comportamento del genere avviene ad esempio quando il debitore:

  • contesta la qualità della prestazione dell’avvocato;
  • contesta l’entità della parcella.

Cosa dice la Cassazione sulla prescrizione?

Secondo la più recente giurisprudenza della Cassazione (sent. n. 7793/2023), «l’eccezione di prescrizione presuntiva è incompatibile con qualsiasi comportamento del debitore che comporti, anche implicitamente, l’ammissione che l’obbligazione non è stata estinta. Il che comporta il rigetto dell’eccezione di prescrizione stessa. E ciò succede non solo quando il debitore contesti l’esistenza del diritto di credito (ad esempio eccependo che il credito non è sorto), ma anche quando ne contesta l’ammontare.

Ne discende che la contestazione dell’obbligato di dovere pagare, in tutto o in parte, il debito e l’affermazione che soggetto obbligato sia un terzo costituiscono circostanze incompatibili con la prescrizione presuntiva, che presuppone l’avvenuto pagamento e il riconoscimento dell’obbligazione.

Posso invocare la prescrizione per la prima volta davanti alla Cassazione?

No, la questione della prescrizione non può essere sollevata per la prima volta durante il giudizio di legittimità. È una questione che deve essere affrontata in primo grado, altrimenti risulterà nuova e non potrà essere accolta.

 
Pubblicato : 5 Giugno 2023 13:00