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Pagamenti elettronici: pro e contro

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(@paolo-remer)
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Vantaggi e svantaggi delle carte rispetto al contante: a cosa bisogna fare attenzione per scegliere il miglior strumento da utilizzare per le varie operazioni.

C’è chi non rinuncerebbe mai alla moneta sonante e alle banconote fruscianti; ma siamo in un’epoca di transizione, in cui in tasca abbiamo sia il portafoglio sia il bancomat e i più evoluti usano lo smartphone alla cassa. Quindi ogni giorno per qualsiasi operazione di pagamento si tratta di scegliere tra il denaro reale e quello virtuale. Ma per decidere al meglio su quale opzione adottare è bene soffermarsi un attimo sui pro e contro dei pagamenti elettronici.

Vantaggi e svantaggi dei pagamenti elettronici

Ci occuperemo in concreto e a livello pratico dei vantaggi ed degli svantaggi insiti nell’uso di questi strumenti di pagamento, tralasciando, quindi, non solo le impostazioni ideologiche di politica economica, ma anche le abitudini consolidate che abbiamo acquisito nel corso del tempo, attingendo al borsellino o alla carta. Scoprirai che talvolta tutti noi nutriamo preconcetti e convinzioni sbagliate sulla moneta elettronica ed anche su quella tradizionale, cioè i contanti.

A prima vista si potrebbe pensare che i pagamenti elettronici siano comodi, facili, veloci e sicuri, ma questo non è così scontato. Certamente i loro i vantaggi risultano più evidenti e immediati; ma ci sono anche dei gravi svantaggi che ti illustreremo. Alcuni aspetti rientrano in una zona grigia, cioè presentano sia vantaggi sia svantaggi: insomma, esiste il rovescio della medaglia, e allora si tratta di capire cosa conviene fare, in base alla propria situazione di tempo, di luogo e di condizioni economiche.

Pericolo di furto o rapina dei contanti

Il primo vantaggio dei pagamenti elettronici è sia individuale sia sociale: diminuisce notevolmente la possibilità di essere rapinati, borseggiati o scippati, e quindi di subire il grave danno che si avrebbe con la sottrazione del denaro contante che si porta con sé.

Questo va ben al di là del fastidio di portare in giro soldi in tasca o di tenerli in casa pensando ad appositi nascondigli. Sono soprattutto i commercianti che rischiano di essere derubati, specialmente agli orari di chiusura o quando si recano a versare l’incasso agli sportelli Atm; ma chiunque può essere vittima di furti o scippi, prendendo i mezzi pubblici o semplicemente camminando per strada.

Il contante rubato può essere speso dal ladro con grande facilità; le carte, invece, possono essere bloccate rapidamente e il malfattore non potrà utilizzarle. Quindi la moneta elettronica non è “portabile” come quella fisica e offre maggiore sicurezza.

Maggiore sicurezza dell’operazione

I pagamenti elettronici avvengono sempre con strumenti tracciabili, e questo garantisce una maggiore sicurezza dell’operazione: anche a distanza di tempo è possibile risalire a chi ha pagato cosa, in che giorno e per quale ammontare. Questo aiuta anche la tenuta del proprio bilancio personale: si può controllare facilmente ogni tipo di spesa fatta, senza dover tenere la contabilità.

Prova del pagamento

Inoltre il pagamento elettronico contiene in sé la prova della transazione avvenuta e del versamento del denaro: così si può far valere più facilmente la garanzia per un prodotto acquistato, o, in caso di contestazioni, dimostrare che l’accredito della somma al creditore c’è stato.

Invece chi paga in contanti ha maggiore difficoltà a dimostrare di aver adempiuto la propria obbligazione, se chi ha ricevuto la somma se ne “dimentica” o comunque contesta tale circostanza, a meno che non si munisca di una quietanza scritta rilasciata dal creditore. È un diritto averla, ma evidentemente chiederla, ottenerla e conservarla costituisce una complicazione rispetto al pagamento digitale, con carta di credito o con un bonifico bancario, che attesta con precisione la dazione del denaro.

Detrazioni fiscali

La maggior parte delle detrazioni fiscali sono ammesse solo per chi paga con strumenti elettronici, perché essi documentano l’operazione in modo tracciabile, consentendo i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Alcune detrazioni di elevato importo, come quelle per ristrutturazioni edilizie, richiedono il cosiddetto “bonifico parlante”, integrato dai dati identificativi fiscali delle parti e dalla norma agevolativa di riferimento.

Perciò chi usa il contante resta escluso dalla detraibilità di molte spese. Attualmente, i contanti sono ancora ammessi per l’acquisto di farmaci, di dispositivi medici, per le visite mediche ed esami (a solo se in strutture pubbliche o convenzionate con il Ssn).

Rischio di truffe e frodi

Veniamo agli svantaggi. Con i pagamenti elettronici aumenta notevolmente il rischio di truffe e frodi: se non si sta attenti nel custodire le proprie credenziali di accesso, o se incautamente le password e i codici vengono comunicati a qualcuno, si possono subire operazioni non autorizzate, fino al completo svuotamento del conto corrente. Lo sa bene chi ha cliccato su un link di un messaggio abilmente camuffato, apparentemente proveniente dalla propria banca o da Enti pubblici, come l’Inps e l’Agenzia delle Entrate, e ha subito il furto dei propri dati di accesso, utilizzati dagli hacker per compiere operazioni di prelievo o trasferimento delle somme depositate sul conto.

Gli hacker usano sofisticati sistemi per carpire le chiavi di autenticazione in modo da ottenere l’accesso alle carte ed ai conti collegati, in modo da utilizzare fraudolentemente le somme depositate e disponibili. Per chi è vittima di tale fenomeno, non è sempre facile recuperare i soldi, soprattutto se non dimostra la dovuta diligenza nella custodia dei dati di accesso. Anche per questo motivo si è diffuso il sistema di autenticazione a due fattori: per eseguire l’operazione serve una conferma al messaggio inviato sul cellulare del titolare del conto. Se vuoi avere un’idea del fenomeno leggi quali sono le 6 truffe più famose quando compri online: con i contanti questi illeciti non sarebbero possibili.

Evasione fiscale

I pagamenti in contanti offrono maggiori possibilità di occultare i ricavi al Fisco: basta non emettere la fattura o lo scontrino e poi non dichiarare l’incasso ricevuto. Un espediente grezzo, che per decenni ha funzionato. Ma con gli strumenti tracciabili questo non è possibile, perché l’operazione viene registrata negli archivi elettronici degli intermediari di pagamento e così risulta all’Agenzia delle Entrate, che ha accesso ai dati.

In effetti uno dei motivi per cui gli ultimi Governi italiani hanno incentivato i pagamenti elettronici è proprio quello di contrastare l’endemica evasione fiscale, che, secondo gli studi più accreditati, si annida in alcuni settori di nicchia, dove le cessioni di beni o le prestazioni di servizi vengono ancora pagate soprattutto in contanti. Ecco perché anche nel 2023 esistono dei precisi limiti ai pagamenti in contanti, che attualmente non possono oltrepassare la soglia di 5mila euro.

Facilità d’uso

In genere i giovani non incontrano alcuna difficoltà nei pagamenti elettronici, mentre coloro che appartengono alla generazione pre-digitale (orientativamente, gli over 60, i cosiddetti boomer) hanno spesso problemi nell’uso dei moderni strumenti, anche se recentemente sono stati resi più semplici: ad esempio, le carte contactless possono essere avvicinate al Pos, ma è sempre necessario digitare il codice di conferma dell’operazione.

Chi predilige i pagamenti elettronici trova notevoli vantaggi nel poter comprare prodotti online o, quando si reca nei negozi fisici, nel pagare con il Pos – che è obbligatorio per tutti gli esercenti -o anche con le varie app di portafoglio digitale, come GooglePay o ApplePay, che si stanno diffondendo a macchia d’olio ed evitano tutti i rischi connessi all’uso di una carta fisica.

Commissioni

Chi usa esclusivamente i contanti non ha bisogno di avere un conto corrente bancario o una carta di credito; invece chi utilizza i pagamenti elettronici deve sostenere le spese di apertura, rilascio, tenuta e gestione di questi prodotti finanziari. Il costo del contante, come abbiamo visto, è essenzialmente legato al rischio di furti e altri tipi di sottrazione, mentre la moneta elettronica ha un inevitabile costo di gestione.

Le commissioni interbancarie sull’uso delle carte o dei conti correnti in modalità home banking, però, non vengono percepite tanto dai clienti quanto dagli esercenti, perché sono a loro carico. Così per commercianti, artigiani e professionisti il costo della transazione, per quanto piccolo in percentuale, a lungo andare si fa sentire: molte associazioni di categoria lamentano l’entità delle commissioni applicate, anche se per i micro-pagamenti, quelli al di sotto dei 15 euro, stanno progressivamente scomparendo.

Ricordiamo che gli esercenti non possono chiedere un costo aggiuntivo per l’operazione a chi paga con strumenti elettronici, ad esempio con la carta o con il bancomat: un comportamento del genere è illegittimo, e comporta l’applicazione di sanzioni.

Guasti

Basta un blackout di energia elettrica, un malfunzionamento dei sistemi informatici, o un attacco hacker su larga scala – come quelli che stanno avvenendo negli ultimi tempi in Italia e non solo – per bloccare l’intero sistema dei pagamenti elettronici: i servizi interbancari non funzionano, i Pos vanno in tilt, le carte non vengono lette. E se non si hanno contanti con sé diventa impossibile anche fare la spesa al supermercato.

Questa è una delle più gravi vulnerabilità delle società moderne, alla quale ancora non è stato posto rimedio, anche perché i sistemi di pagamento e le reti di trasmissione vengono quasi sempre gestiti da società private, spesso internazionali.

Più spese e debiti

Le moderne carte di credito nacquero negli Stati Uniti negli anni Cinquanta e nei decenni successivo si sono diffuse in Europa. Oggi ci sono carte prepagate di vari tipi, che consentono di spendere il denaro entro il limite di plafond mensile, e carte di debito, come i bancomat, che si appoggiano al conto corrente del titolare, nei limiti della somma depositata.

La facilità con cui è possibile acquistare beni e servizi con i pagamenti elettronici, ad esempio compiendo l’operazione su una piattaforma di e-commerce online come Amazon, induce a comprare e a spendere con più leggerezza, perché non si vede il denaro che esce dalla tasca e passa di mano.

Molti studi condotti da economisti in tutto il mondo confermano che chi usa le carte ha una propensione di spesa più elevata rispetto a chi paga in contanti: in sostanza, spende di più di quel che dovrebbe in relazione alle proprie possibilità economiche. Il meccanismo è psicologico – non si “vedono” i soldi uscire materialmente dalla tasca – ed è incentivato anche dalle offerte degli operatori, come le insidiose carte revolving, che offrono un costoso fido, a interessi molto più elevati rispetto ai tassi praticati per i normali finanziamenti e prestiti.

 
Pubblicato : 15 Agosto 2023 06:45