forum

Padre separato: qua...
 
Notifiche
Cancella tutti

Padre separato: quando il diritto di visita ai figli non viene rispettato

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
65 Visualizzazioni
(@redazione)
Post: 732
Noble Member Registered
Topic starter
 

L’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo per violare il diritto di un padre di vedere i suoi figli, nonostante la sentenza del tribunale.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha – per l’ennesima volta – condannato l’Italia perché non garantisce sufficientemente e con mezzi effettivi il sacrosanto diritto di visita dei figli da parte dei padri separati.

Al nostro Paese sono state imputate una serie di negligenze e mancanze.

La nostra legge prevede il diritto alla bigenitorialità: il figlio deve cioè mantenere solidi legami tanto con il padre quanto con la madre dopo che la coppia si è separata o ha divorziato. Sicché il genitore non collocatario deve poter vedere i minorenni secondo il calendario fissato dal giudice o concordato con l’ex. Ma se, dinanzi agli ostacoli frapposti dal genitore collocatario (di solito la madre), le autorità non fanno nulla per impedire tale comportamento illegittimo, il loro comportamento può essere denunciati dinanzi alla CEDU. E del resto l’articolo 8 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo assicura il diritto al rispetto della vita privata e familiare, sia a suo danno sia dei due figli.

Diritto di visita: una necessità fondamentale

Il diritto di visita è cruciale per il benessere emotivo e psicologico sia dei genitori che dei figli. Nel caso in oggetto, anche se il diritto di visita era stato accordato dal tribunale italiano, il padre non ha potuto vedere i suoi figli a causa dell’opposizione della madre e della mancanza di azione da parte delle autorità.

Immagina un bambino che aspetta ogni weekend di vedere suo padre, ma ogni volta viene deluso perché la madre pone ostacoli o perché le autorità non intervengono per far rispettare i diritti del bambino e del padre. In questi casi l’uomo può rivolgersi al giudice affinché sanzioni la madre e, sussistendo comportamenti particolarmente gravi, le revochi la collocazione del minore o addirittura l’affidamento. Ma se il tribunale non fa nulla a riguardo, il padre può rivolgersi alla CEDU.

La Corte di Strasburgo ha sottolineato che l’Italia ha un problema sistemico di ritardi nell’attuare decisioni giudiziarie riguardanti il diritto di visita.

È come se una persona ricevesse l’autorizzazione a costruire una casa, ma ogni volta che prova a iniziare, viene bloccata da burocrazia e ritardi.

L’opposizione della madre e l’inerzia delle autorità

Nonostante le difficoltà presentate dalla madre, le autorità avrebbero dovuto intervenire e assicurare il rispetto del diritto di visita. Questa mancanza ha aggravato ulteriormente la situazione.

L’obbligo positivo che grava sullo Stato in forza dell’articolo 8 della Convenzione – osserva la Corte europea – non è limitato a verificare che il minore possa avere contatti con il genitore, ma include un insieme di misure preparatorie necessarie a consentire il raggiungimento del risultato. Nulla era stato fatto ed era mancato anche un supporto psicologico volto a facilitare un riavvicinamento tra le posizioni.

A causa di queste negligenze, l’Italia è stata condannata a pagare 24.000 euro per danni non patrimoniali. La sentenza sottolinea l’importanza di garantire i diritti fondamentali di genitori e figli e la responsabilità dello Stato di intervenire quando questi diritti sono violati.

 
Pubblicato : 9 Settembre 2023 12:55