È colpevole il padre che sperpera il denaro e non sostiene economicamente i figli?

La Cassazione penale, con la sentenza n. 462 del 5 gennaio 2024, ha stabilito che è colpevole il padre che non versa il mantenimento ai figli perché spende troppo. Il fatto di trovarsi in uno stato di oggettiva incapacità economica non rileva se tale situazione è stata provocata da una condotta colpevole come quella di chi dilapida il proprio patrimonio.

La vicenda

Un uomo, accusato di violazione degli obblighi di assistenza familiare, è finito sotto processo per non aver versato quanto previsto per i figli. Nonostante avesse ricevuto 220mila euro di risarcimento, ha sperperato tale somma senza provvedere al sostegno dei figli, portando i giudici di merito, sia in primo che in secondo grado, a emettere una sentenza di condanna per il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare.

L’incapacità economica deve essere incolpevole

La difesa ha sostenuto che l’uomo versava in una situazione di “persistente, oggettiva ed incolpevole indisponibilità di introiti”. Tuttavia, per i giudici di Cassazione, questa tesi si è rivelata debole, in quanto è stato appurato che l’uomo aveva i mezzi economici necessari per adempiere agli obblighi di genitore.

I giudici di Cassazione hanno ritenuto che l’uomo avesse effettuato scelte volontarie che lo hanno portato a non preservare né impiegare la somma ricevuta per il sostegno dei figli. La condotta è stata interpretata come un’inadempienza volontaria, escludendo quindi la presenza di forza maggiore o cause imponderabili.

Le difficoltà economiche possono giustificare la mancata assistenza familiare?

Secondo la Cassazione, le difficoltà economiche lamentate dall’uomo non sono state ritenute sufficienti a giustificare il suo inadempimento degli obblighi di assistenza familiare. Di conseguenza, le presunte difficoltà economiche non esonerano dalla responsabilità legale nei confronti dei figli.

Affinché un padre possa essere assolto dal reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare è necessario che la sua incapacità economica sia:

• totale: egli non deve cioè possedere altre risorse che gli consentirebbero di adempiere (ad esempio la proprietà di immobili che potrebbe vendere);
• oggettiva: il padre non deve quindi avere una potenzialità reddituale (derivante dall’età e dalla salute) che gli consentirebbero quantomeno di trovare un’occupazione di ripiego, anche se non corrispondente alle sue aspirazioni;
• incolpevole: il genitore non deve essersi coscientemente messo in una situazione di indigenza come chi si licenzia dal lavoro oppure sperpera tutti i soldi.

Come difendersi da un padre che sperpera i soldi e non versa il mantenimento?

Se non è possibile impedire a un individuo di spendere i propri soldi o di effettuare donazioni, è tuttavia possibile sporgere querela nel caso in cui questi ometta i propri obblighi di genitore. Pertanto i figli possono denunciare il padre per l’omesso versamento dell’assegno di mantenimento.

Se la prodigalità – la mania cioè di sperperare il patrimonio – dovesse rivestire i caratteri di una vera e propria patologia mentale è possibile procedere dinanzi al giudice e richiedere la nomina di un amministratore di sostegno. Diversamente, eventuali donazioni, vendite o acquisti non possono essere oggetto di revoca.