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Omicidio colposo: la scarsa visibilità esclude la responsabilità?

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(@gianluca-scardaci)
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In tema di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla circolazione stradale, il rispetto del limite massimo di velocità esclude la responsabilità del conducente qualora l’evento sia addebitabile ad altri fattori?

Spesso capita di seguire procedimenti penali in difesa di imputati di omicidio stradale perché, cito testualmente, alla guida del ciclomotore o dell’autovettura, in condizioni metereologiche avverse a causa della pioggia e in un tratto stradale carente di illuminazione pubblica, in centro abitato e in corrispondenza di transito pedonale, Tizio non manteneva una guida idonea alla sicurezza della circolazione stradale e investiva Caio, cagionandone il decesso. A prima vista, un’accusa del genere sembra contraddittoria: com’è possibile, infatti, ci si chiede, essere ritenuti responsabili quando già il tenore della contestazione (condizioni meteo avverse, carenza di illuminazione pubblica) sembra escludere qualsiasi coinvolgimento? Perché affrontare un processo quando era rispettato il limite di velocità? Di qui la scelta processuale, molto spesso superficiale, legata alla volontà di affrontare un lungo e faticoso processo, con notevole dispendio di risorse fisiche ed economiche. Ecco perché la prima domanda da porgersi a fronte di una imputazione del genere è: la scarsa visibilità esclude la responsabilità per omicidio colposo?

Come ci si difende da un’accusa di omicidio colposo?

La tesi difensiva, il più delle volte, punta sul fatto che l’incidente e il conseguente evento mortale fossero inevitabili pur a fronte di una condotta rispettosa del codice della strada, dato che, proprio per le condizioni avverse, non erano visibili le strisce pedonali, il lampione pubblico era spento e non consentiva di avere un’adeguata visuale. Tutto ciò, ed è questo il presunto punto di forza, nonostante il limite di velocità fosse stato rispettato.

Tanto è vero che, prosegue una poco lungimirante difesa, all’imputato non viene contestato il superamento dei limiti di velocità.

Basta aver rispettato il limite di velocità nel reato di omicidio colposo?

Queste riflessioni difensive, certamente fondate, sono superate dalla contestazione di una contravvenzione che spesso si affianca alla imputazione principale di omicidio stradale: ci si riferisce all’articolo 141 del codice della strada, nella parte in cui specifica che il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile. La norma, insomma, evidenzia che le eventuali condizioni metereologiche avverse e la ridotta visibilità dovrebbero orientare la condotta di guida alla massima attenzione e prudenza a fronte di un possibile evento. Ora, è certamente vero che la disposizione di cui all’articolo 141 del codice della strada è forse troppo generica e non lascia spazio a qualsiasi difesa. Nonostante ciò, è possibile eccepire che, fermo il rispetto del limite di velocità, l’impatto era comunque inevitabile sebbene si avesse il controllo del proprio veicolo e benché si fosse in grado di compiere tutte le manovre necessarie. Insomma è possibile sostenere che nonostante la velocità fosse adeguata alle condizioni descritte in imputazione, l’impatto era inevitabile anche per il più accorto degli automobilisti.

Considerazioni personali

Prima di determinarsi circa le scelte da prediligere in chiave difensiva, è opportuno affidarsi a un consulente tecnico di parte, un ingegnere che si occupi di infortunistica stradale, e farsi redigere un elaborato, comprensivo dei rilievi frattanto intervenuti dei vigili urbani, che consenta di valutare se e fino a che punto spingersi, con dati tecnici alla mano, ad affrontare un processo penale dall’esito spesso scontato. In presenza di forti dubbi circa la sostenibilità di una forzata tesi difensiva, è più utile percorrere altre strade processuali, certamente più sostenibili e sicuramente meno afflittive sotto tutti i punti di vista. La scelta della appropriata strategia difensiva deve tenere conto di tutte le circostanze, di fatto e di diritto, considerare la vicenda nel suo complesso, ossia nelle conseguenze civilistiche e di eventuale esecuzione di pena, prevedendo quindi tutti gli sviluppi futuri.

 

 
Pubblicato : 22 Marzo 2024 14:30