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Ok dell’Ue a una legge che potrebbe danneggiare l’Italia

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(@giordana-liliana-monti)
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Via libera dell’Ue alla legge irlandese che prevede l’etichettatura delle bevande alcoliche, con avvertimenti sui rischi sanitari associati al consumo.

Ormai da tempo per legge sui pacchetti di sigarette svettano avvertimenti come «il fumo uccide», «fumare fa male», con tanto di fotografie esplicite e ben poco piacevoli da vedere. Si tratta di un etichettamento che ha lo scopo di informare gli acquirenti dei rischi corsi quando decidono di consumare quel determinato prodotto. Ora immaginati etichette simili anche su birra, vino, superalcolici, che ti illustrano tutti i tipi di morte che potresti avere abusando di quelle bevande. È quello che ha accettato di fare l’Europa, che ha dato il via libera a una legge irlandese che prevede l’etichettatura delle bevande alcoliche, vino incluso, con avvertimenti sul presunto rischio sanitario associato al consumo, per la Commissione Europea «va bene». Una scelta di cui l’Italia, che è tra i maggiori e più importanti esportatori di alcol (vino in particolare), potrebbe negativamente risentire.

Con il piano europeo di lotta contro il cancro, la Commissione vuole «lavorare per introdurre avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche. Questa iniziativa mira ad aumentare la consapevolezza dei cittadini sui rischi per la salute associati al consumo di alcol e consentire ai consumatori di prendere decisioni informate. Attualmente sono in corso i lavori preparatori e la raccolta delle prove. Nell’ambito del piano contro il cancro, la Commissione ha inoltre annunciato l’intenzione di proporre l’etichettatura obbligatoria dell’elenco degli ingredienti e della dichiarazione nutrizionale per le bevande alcoliche».

«Questa iniziativa – prosegue la Commissione – è stata incorporata nella revisione del regolamento Ue 1169/20112, avviata nell’ambito della strategia ‘Dal produttore al consumatore’. Come per tutte le proposte legislative, è attualmente in preparazione una valutazione d’impatto per questa revisione. Si basa su prove scientifiche fornite dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare e dal Centro comune di ricerca e su consultazioni con cittadini, portatori di interessi e indagini mirate con Stati membri, imprese, piccole e medie imprese e consumatori/organizzazioni sanitarie».

Il disegno di legge è stato notificato dall’Irlanda alla Commissione il 21 giugno scorso. Tecnicamente, il ddl è stato valutato alla luce del regolamento sulle informazioni sugli alimenti per i consumatori (Fic) per quanto riguarda la formulazione delle avvertenze sanitarie obbligatorie, e ai sensi della procedura Smtd (direttiva sulla trasparenza del mercato unico), per quanto riguarda la presentazione delle indicazioni obbligatorie già armonizzate a livello comunitario (valore energetico e grado alcolico).

La notifica ai sensi della Smtd offre alla Commissione e agli altri Stati membri l’opportunità di commentare i progetti di regole tecniche, entro tre mesi. È uno strumento preventivo, che mira a garantire il buon funzionamento del mercato interno e ad affrontare potenziali problemi prima dell’adozione di una legge. Croazia, Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Spagna, Ungheria, Polonia, Grecia, Lettonia e Danimarca hanno reagito con commenti e/o pareri circostanziati, per esprimere le loro opinioni su alcuni aspetti del disegno di legge dell’Irlanda.

La Commissione non ha emesso una reazione formale al progetto di regolamento, ai sensi della sezione 12 del Public Health Alcohol Act del 2018. Le autorità irlandesi hanno rispettato le norme di standstill imposte dall’articolo 6 della direttiva 2015/1535 e hanno sospeso l’adozione del progetto di legge inizialmente per tre mesi (fino al 22 settembre 2022), successivamente prorogati di altri tre mesi, vale a dire fino al 22 dicembre 2022, a causa dell’emissione di pareri circostanziati da parte di alcuni Stati membri. Ora, essendo scaduto il termine sospensivo, le autorità nazionali possono adottare la legge. La procedura ai sensi del regolamento Fic prevede che lo Stato membro possa adottare la misura prevista solo tre mesi dopo la notifica, a condizione che non abbia ricevuto un parere negativo dalla Commissione, parere negativo che la Commissione non ha emesso, perché, appunto, per l’esecutivo comunitario le norme irlandesi vanno “bene”.

La notizia della decisione europea in queste ore sta facendo molto discutere nel nostro Paese, che è tra i più grandi esportatori di vino europei e che potrebbe venire danneggiato da questa nuova misura.

Il Vice Presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani e il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, hanno indirizzato subito una lettera al Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton, per sollevare la questione legata alla normativa irlandese nel comparto delle bevande alcoliche. «Una normativa che, ove applicata, comporterebbe effetti distorsivi sul mercato interno dell’Unione europea e rischierebbe di incidere negativamente su una delle filiere produttive più importanti dell’economia italiana». Lo afferma la Farnesina in una nota.

«La scelta di Dublino incide negativamente sulla libertà degli scambi e sulla libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione», si legge nel testo della lettera. «L’Italia sostiene un approccio informativo volto a educare i consumatori a comportamenti responsabili e a scelte consapevoli, senza però l’adozione di misure nazionali di carattere arbitrario. Chiediamo pertanto un suo intervento a tutela del corretto funzionamento del mercato interno, in linea con la giurisprudenza Ue che vieta restrizioni quantitative», prosegue la lettera.

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Pubblicato : 13 Gennaio 2023 13:21