Normativa casa di riposo
Gli anziani parzialmente autosufficienti possono essere ospitati in una struttura residenziale a prevalente accoglienza alberghiera.
Molti sono gli anziani bisognosi di cure e attenzioni che non vogliono o non possono più vivere da soli o quelli di cui i familiari non sono in grado di occuparsi. Per queste persone la possibilità di essere ospitate presso una casa di riposo può rappresentare una buona soluzione. Nel nostro ordinamento giuridico, la normativa sulla casa di riposo è contenuta in un decreto ministeriale del maggio 2001 [1], nel quale sono individuati i requisiti minimi strutturali e organizzativi per l’autorizzazione all’esercizio dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale.
In detta normativa è anche stabilito che le caratteristiche strutturali, organizzative e tecnologiche della casa di riposo devono permettere l’erogabilità di determinate prestazioni. Più precisamente, trattandosi di una struttura di tipo residenziale destinata ad accogliere persone anziane, autosufficienti o parzialmente non autosufficienti, vanno assicurati, oltre alle prestazioni di tipo alberghiero, interventi culturali e ricreativi anche servizi specifici a carattere socio-assistenziale.
La casa di riposo si differenzia da una residenza sanitaria assistenziale (Rsa) che, invece, è una struttura socio-assistenziale residenziale per anziani non autosufficienti di grado elevato o medio che hanno necessità di specifiche prestazioni ospedaliere. Allo stesso tempo, si differenzia dalla comunità alloggio che ospita anziani con una non autosufficienza di grado lieve, ha dimensioni inferiori ed è gestita in modo più familiare.
Normativa casa di riposo: quali sono i requisiti minimi della struttura?
La normativa sulla casa di riposo già sopra citata stabilisce i requisiti minimi che la struttura deve possedere ovvero:
- ubicazione in un luogo facilmente raggiungibile con l’uso dei mezzi pubblici e comunque tale rendere possibili le visite agli ospiti e consentire a questi ultimi di partecipare alla vita del territorio;
- dotazione di spazi destinati ad attività collettive e di socializzazione, distinti dagli spazi destinati alle camere da letto, organizzati in modo da assicurare l’autonomia, la fruibilità e la privacy;
- personale qualificato (figure professionali sociali e sanitarie) in relazione alle caratteristiche e ai bisogni degli anziani ospitati;
- presenza di un coordinatore responsabile della struttura;
- adozione di un registro degli ospiti e predisposizione di un piano individualizzato di assistenza in cui siano individuati gli obiettivi da raggiungere, i contenuti e le modalità dell’intervento;
- adozione di una carta dei servizi sociali in cui siano indicati i servizi offerti, le prestazioni, i criteri di accesso alla struttura, le tariffe applicate e, in generale, ogni informazione che riguardi la vita della struttura.
Requisiti strutturali della casa di riposo: in cosa consistono?
Il decreto ministeriale del 2001 fissa anche i requisiti strutturali della casa di cura, stabilendo che:
- può avere una capacità ricettiva massima di 80 posti letto;
- le camere da letto devono essere singole e doppie;
- i servizi igienici devono essere collegati alle camere in numero di 1 per ogni stanza e devono avere dimensioni tali da permettere l’ingresso e la rotazione delle carrozzine;
- i servizi igienici collegati agli spazi comuni devono essere in numero minimo di 2, di cui almeno 1 attrezzato per la non autosufficienza.
Nella casa di riposo deve essere presente una linea telefonica a disposizione degli ospiti. Inoltre, vi devono essere:
- un ascensore, se la struttura è distribuita su più piani;
- locali adeguati alle modalità organizzative adottate per il servizio lavanderia, guardaroba e ristorazione;
- locale per il deposito biancheria sporca;
- campanelli di chiamata in ogni posto letto.
Casa di riposo: quali prestazioni offre agli anziani?
Agli anziani ospitati la casa di riposo garantisce il servizio alberghiero e l’assistenza sanitaria di base. Più precisamente, in tale struttura sono assicurate prestazioni di:
- somministrazione pasti (prima colazione, pranzo e cena);
- assistenza tutelare diurna e notturna;
- assistenza nell’espletamento delle attività e delle funzioni quotidiane (vedi l’assistenza nell’igiene personale e l’assistenza durante i pasti);
- attività aggregative e ricreativo-culturali (vedi attività come gioco alle carte, lettura del giornale, bricolage e ascolto della musica);
- assistenza infermieristica;
- somministrazione di terapie farmacologiche, se necessarie;
- eventuali prestazioni sanitarie programmate in relazione alle specifiche esigenze dell’utenza ospitata.
L’elemento che caratterizza la casa di riposo è la socialità. In tale tipo di struttura, infatti, gli ospiti possono utilizzare spazi comuni facilmente accessibili dove partecipare ad attività ludico-ricreative che favoriscono gli scambi e le interazioni personali e contrastano l’insorgenza di disturbi psicologici come la depressione.
Casa di riposo: quali sono le figure professionali?
In una casa di riposo sono presenti diverse figure professionali. Nel dettaglio:
- un coordinatore responsabile della struttura, ovvero una figura qualificata con laurea in scienze dell’educazione, sociologia o equipollenti e pregressa esperienza nel settore che coordina la programmazione e l’organizzazione di tutte le attività che si svolgono nella struttura;
- un medico, di solito uno specialista in geriatra, che passa a visitare gli ospiti 1 volta a settimana per un massimo di 3 ore;
- uno psicologo, su richiesta degli ospiti o dei familiari;
- personale infermieristico;
- operatori socio-sanitari, che si occupano dell’assistenza sanitaria di base, dell’assistenza nell’igiene personale e nei pasti. In merito va evidenziato che deve essere garantita la presenza minima di 1 operatore ogni 10 ospiti;
- un fisioterapista, un logopedista, un terapista occupazionale, che si occupano della riabilitazione globale degli ospiti;
- assistenti sociali, per promuovere programmi di socializzazione e socio-assistenziali;
- educatori professionali, per promuovere attività di animazione e di ricreazione che stimolano gli interessi degli ospiti prevenendo il decadimento psico-fisico;
- personale ausiliario per le pulizie e le cucine e manutentori.
Come si accede a una casa di riposo?
Affinché un anziano possa accedere a una casa di riposo, pubblica o convenzionata, è necessario presentare domanda presso l’ufficio dei servizi sociali del Comune di residenza. Successivamente, viene disposta una visita presso l’Unità di valutazione geriatrica (Uvg) durante la quale il medico-geriatra valuta le condizioni cliniche del futuro ospite. Se la visita dà esito positivo, l’anziano viene inserito in una graduatoria per l’assegnazione del posto letto. Nella struttura pubblica o convenzionata l’ospite paga una retta in base al proprio reddito.
Per accedere, invece, in una casa di riposo privata, bisogna contattare direttamente la struttura. In tal caso, l’ospite paga una retta stabilita dalla struttura stessa.
Casa di riposo: chi paga la retta?
Quando un anziano accede a una casa di riposo si sottoscrive un contratto cosiddetto di accoglienza o di ospitalità, che prevede il pagamento di una retta di degenza.
La retta di degenza consiste nel corrispettivo per le prestazioni fornite dalla struttura (vitto, alloggio, assistenza sanitaria, ecc.) e, in genere, si suddivide in due quote:
- la quota sanitaria che copre le cure somministrate all’ospite dalla struttura, che è a carico del Servizio sanitario nazionale (solitamente il 50% del totale);
- la quota alberghiera, principalmente riferita al vitto e all’alloggio, che è a carico dell’anziano. Tuttavia, se questi si trova in una situazione di difficoltà economica, è possibile chiedere un contributo per sostenere il costo della quota spettante all’ospite, presentando apposita domanda ai servizi sociali del Comune di residenza. Tale contributo viene determinato dall’Ente locale di residenza in base all’Isee socio-sanitario dell’ospite.
Se l’anziano non è in grado di versare la quota alberghiera perché in difficoltà economica, non possono pagarla i suoi familiari?
Nella maggior parte dei casi, succede che al momento del ricovero i parenti vengano chiamati in causa come garanti del versamento della parte di retta che spetta all’assistito, qualora il suo reddito non fosse sufficiente a coprirne il pagamento. Non sempre, però, sono tenuti a farlo come ad esempio nell’ipotesi in cui:
- l’anziano abbia più di 65 anni, non sia autosufficiente e sia affetto da una grave disabilità. In questo caso si deve fare riferimento solo all’Isee dell’assistito e, pertanto, i suoi familiari non c’entrano nulla. Secondo la Cassazione [2], infatti, se l’anziano non ha reddito e presenta una grave disabilità, i parenti possono inviare una disdetta e non pagare la quota del loro congiunto, di cui dovrà farsi carico il Comune [3];
- l’anziano non sia autosufficiente e invalido al 100%. In tale ipotesi, il pagamento della quota alberghiera non può essere richiesto né all’assistito né ai suoi familiari e qualora sia stata versata qualche somma è possibile richiederne la restituzione al Comune [4].
Quanto detto si applica esclusivamente alle strutture pubbliche o private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. In caso di struttura privata, l’intera retta è a carico del fruitore del servizio.
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