Muschio in condominio: se si scivola si viene risarciti?
Caduta a causa di muschio nel vialetto condominiale o sui gradini: quando è possibile ottenere il risarcimento del danno.
Numerose possono essere le cause di cadute accidentali in condominio: gradini scivolosi, tombini sporgenti, mattonelle rialzate, buche, lastre di ghiaccio formatesi nella notte, oggetti insidiosi e non facilmente visibili. Ma cosa succede se si cade nel muschio? Se si scivola si viene risarciti?
Come abbiamo già spiegato nell’approfondimento sugli incidenti e danni in condominio, non perché una persona cade, scivola o inciampa in condominio viene risarcita automaticamente. Se la cosa che lo ha fatto cadere era “inerme” (ossia non si muoveva), è necessario dimostrare una sua intrinseca pericolosità. Ad esempio, il fatto che l’ascensore presenti un dislivello visibile non permette di ottenere il risarcimento se, di questo, ci si poteva agevolmente accorgere. Se le scale apparivano in evidente stato di dissesto, chi le percorre deve procedere con maggiore cautela, tenendosi al corrimano: non può correre e poi chiedere il ristoro dei danni al condominio.
Insomma, per ottenere il risarcimento dal condominio in caso di caduta è necessario che l’evento non sia stato determinato da ciò che la legge chiama tecnicamente “caso fortuito” e che può essere ricondotto al comportamento imprudente, distratto, avventato o spericolato del danneggiato.
Ma se si scivola sul muschio in condominio (ad esempio quello presente su una scala o su un vialetto comune) si viene risarciti?
La questione, che è stata decida da una recente sentenza del Tribunale di Roma del 31 ottobre 2023, meriterebbe prima un’analisi della situazione, con valutazione della evidenza del rischio. Tuttavia non possiamo fare a meno di evidenziare alcuni principi generali che si applicano alla materia.
Per la caduta del muschio si viene risarciti?
È vero che la presenza del muschio è facilmente riconoscibile sicché la situazione richiede maggiore cautela nell’attraversamento della stradina o delle scale. Ma è anche vero che, a volte, anche incedendo lentamente, si può ugualmente cadere. Il muschio è di per sé scivoloso, quasi quanto il ghiaccio. È naturale quindi che anche una persona consapevole del rischio, pur adottando tutte le accortezze del caso e non potendo prendere un’altra via, avrebbe diritto al risarcimento.
C’è poi da considerare un ulteriore aspetto che milita a favore della responsabilità in capo al condominio: a differenza della gelata (che si forma dalla sera alla mattina), il processo di formazione dell’erbetta per l’umidità è progressivo, non avviene dall’oggi al domani e quindi presuppone sempre una inerzia del proprietario del suolo nella sua manutenzione.
Dunque ci sono ben due ragioni per poter accordare la responsabilità al condominio in caso di caduta sul muschio.
Il condominio deve risarcire la caduta sul muschio?
Il principio definito dal tribunale di Roma è dunque il seguente: il condominio, in quanto custode delle parti comuni dell’edificio, deve essere condannato a risarcire l’infortunio patito dal condomino caduto sulla scala esterna resa scivolosa dalla pioggia per la presenza di muschio e detriti sui gradini. Difatti, nel caso di specie, l’esito dell’istruttoria non aveva fatto emergere elementi che potessero consentire di ritenere configurabile il “caso fortuito”, ossia la condotta colpevole del condomino infortunatosi. Tale prova, comunque, deve essere fornita dal condominio che voglia esonerarsi dalla responsabilità.
Né può essere chiamata, a giustificazione del condominio, la circostanza che l’infortunato sia un residente e quindi conoscesse la situazione di pericolo (cosa che, in passato, in altre pronunce, ha determinato spesso la perdita o la riduzione del risarcimento): come detto il muschio può far scivolare anche chi cammini su di esso in modo lento e accorto.
Come chiedere il risarcimento?
Purtroppo, per ottenere il risarcimento, non bastano solo i certificati del pronto soccorso e le fotografie che evidenziano la presenza del muschio prodotto dalla pioggia. È necessario anche un testimone il quale possa confermare che è stato proprio il terriccio umido a determinare la caduta dell’uomo. Questo elemento di prova (chiamato “rapporto di causalità” o di “causa-effetto”) è essenziale per stabilire che la caduta è imputabile al terreno scivoloso e non ad altre cause.
La richiesta di risarcimento va indirizzata all’amministratore, con raccomandata o Pec entro cinque anni dal fatto.
L’amministratore attiverà l’assicurazione se il condominio ne è dotato la quale si occuperà di tutta l’istruttoria. Diversamente chiederà al danneggiato le prove del danno e verrà verosimilmente delegato un perito per quantificare l’effettivo ammontare del danno fisico.
L’accettazione di un accordo viene posta al voto dell’assemblea (a maggioranza dei presenti che rappresentino almeno metà dei millesimi). In caso di diniego, il danneggiato dovrà procedere con un giudizio civile.
I danni risarcibili sono:
- il danno patrimoniale, ossia i costi sostenuti per le cure, i farmaci e le spese di riabilitazione, nonché eventuali perdite economiche per non aver potuto lavorare;
- il danno biologico, consistente nella menomazione fisica (temporanea o definitiva) calcolata secondo apposite tabelle che determinano una percentuale di invalidità;
- il danno morale, consistente nella sofferenza interiore e fisica per l’incidente.
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