Moglie infedele: quando non perde il mantenimento
L’infedeltà non comporta sempre l’addebito. Ma non basta la prova della preesistenza di una crisi coniugale per ottenere gli alimenti.
Non è detto che il tradimento faccia venire meno il diritto all’assegno di mantenimento. A spiegare le ragioni di questa apparente contraddizione è stata più volte la Cassazione. Cerchiamo allora di comprendere quando la moglie infedele non perde il mantenimento nel caso in cui la coppia decida di separarsi o di divorziare.
Conseguenze dell’infedeltà
L’infedeltà rappresenta una tipica violazione dei doveri del matrimonio imposti dal codice civile. Nel momento in cui, nel corso di un giudizio di separazione o divorzio, dovessero esservi le prove di un comportamento di tale tipo (come ad esempio il tradimento, le violenze a carico del coniuge o dei figli, l’abbandono del tetto coniugale, le vessazioni o i maltrattamenti), il giudice dichiara il cosiddetto addebbito, ossia imputa la responsabilità per la fine della convivenza al coniuge responsabile del comportamento in questione. Dunque l’infedeltà implica l’addebito. Quali sono, sul piano concreto, le ripercussioni di una tale decisione del giudice?
Diciamo subito, a scanso di equivoci, che dall’infedeltà non consegue alcun obbligo di risarcimento del danno all’ex coniuge. Il risarcimento è dovuto solo nei rari casi in cui il tradimento si consumi alla luce del sole, ossia dinanzi alla collettività, con conseguente danno all’immagine e alla reputazione del coniuge tradito. In tal caso, infatti, ne viene leso l’onore che costituisce un diritto costituzionale risarcibile.
Il tradimento invece avvenuto in “segreto” non dà alcun diritto al risarcimento.
Quali sono allora le conseguenze dell’infedeltà e, più in generale, dell’addebito? Solo due. Innanzitutto chi tradisce non può chiedere il mantenimento all’ex coniuge, neanche se dovesse trovarsi in situazioni di grave difficoltà economica o di disoccupazione.
In secondo luogo, chi tradisce perde i diritti sull’eredità dell’altro coniuge qualora questi dovesse morire dopo la separazione ma prima del divorzio. È noto infatti che la separazione non fa cessare la qualità di erede legittimario (cui cioè spetta sempre una quota del patrimonio del defunto), a meno che appunto non intervenga la separazione con addebito. Con il divorzio, invece, si cessa di essere eredi, indipendentemente dall’esistenza di una pronuncia di addebito: il divorzio infatti fa venir meno ogni diritto e dovere tra gli ex coniugi.
Moglie infedele: può avere il mantenimento?
La moglie infedele non può chiedere dunque il mantenimento all’ex marito, neanche se quest’ultimo dovesse avere un reddito superiore alla prima. Tuttavia esiste un’eccezione. Se l’infedeltà non è la causa della rottura del matrimonio ma la conseguenza di una precedente causa, già consumatasi e conclamata, come ad esempio un precedente tradimento dell’altro coniuge o le vessazioni da parte di questo, o anche l’abbandono del tetto coniugale, allora la moglie avrà diritto al mantenimento.
Poniamo il caso di una donna che tradisca il marito subito dopo averlo scoperto con l’amante e che, dunque, lo faccia per reazione. In tal caso, la moglie, se riesce a dimostrare nella causa di separazione che il tradimento dell’uomo era anteriore, non perde il diritto al mantenimento.
Stesso discorso vale nell’ipotesi in cui la moglie riesca a dimostrare che il tradimento è stato lo sfogo a un clima di violenze, oppressioni gravi, maltrattamenti in famiglia. Ed è ancora il caso di un tradimento successivo alla cessazione della convivenza.
Di recente la Cassazione ha detto che il tradimento consumato quando ormai la coppia ha interrotto i propri rapporti e vive in letti separati, senza aver più quell’unione materiale e morale che si addice alle coppie sposate, non è causa di addebito: con il risultato che il coniuge infedele ha diritto al mantenimento.
Come avere il mantenimento nonostante il tradimento
Naturalmente non è la semplice prova di essere stata tradita, maltrattata, abbandonata, vessata o picchiata a garantire all’ex moglie traditrice di ottenere il mantenimento. Questa deve anche dimostrare di possedere un reddito inferiore al marito, tale da non consentirle di mantenersi da sola, e che tale disparità economica non sia imputabile a sua colpa (per non aver, ad esempio, voluto lavorare).
Quindi, per ottenere il mantenimento, resta pur sempre da adempiere all’ordinario onere della prova: la “non colpevolezza” di una situazione reddituale penalizzante. Leggi a riguardo: Quando spetta l’assegno di mantenimento alla moglie.
Moglie infedele: quando avere il mantenimento
Sintetizzando quanto appena detto, alla moglie infedele che, nonostante la scoperta del proprio tradimento, voglia ottenere il mantenimento spetta dimostrare:
- che il tradimento si è consumato quando già la coppia era in crisi per ragioni diverse e così gravi da aver definitivamente intaccato il legame coniugale (ad esempio un altro tradimento o le violenze domestiche);
- di avere un reddito inferiore a quello del marito e, soprattutto, di non potersi mantenere da sé (se, infatti, nonostante la disparità reddituale, la donna avesse uno stipendio sufficiente a garantirle un decoroso tenore di vita, come quello di insegnante, non avrebbe diritto al mantenimento);
- che la disparità di reddito col marito non dipende da una propria colpa ma da una scelta di vita concordata col marito (come nel caso della donna che abbia fatto la casalinga) o da una situazione legata alle condizioni fisiche (età avanzata, disabilità) o al mercato occupazionale (a tal fine dovrà però fornire la prova di aver cercato un’occupazione e di non esserci riuscita. Ciò avviene dimostrando di essersi iscritta ai centri per l’impiego, aver partecipato a bandi e concorsi, aver inviato curriculum e chiesto colloqui di lavoro, ecc.).
Che succede se il marito tradisce?
Che succede invece se a tradire è il marito? In teoria le stesse conseguenze appena viste per la moglie: questi non potrà chiedere il mantenimento. Ma è chiaro che se egli ha già un reddito superiore alla donna non avrebbe comunque diritto agli alimenti. Ragion per cui la battaglia dell’ex moglie per ottenere l’addebito a carico dell’uomo che ha uno stipendio più alto avrebbe poca utilità pratica se non un significato puramente ideologico. Infatti, comunque lei non dovrà mai pagargli gli alimenti e, al contrario, avrà diritto a riceverli con o senza l’addebito a carico del marito stesso.
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