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Modulo risarcimento danni sbalzo corrente

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(@sabrina-mirabelli)
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Sbalzi di corrente: chi ne risponde e le modalità per la richiesta dei danni. Ipotesi di rimborso automatico. Fac simile di lettera di risarcimento.

A casa tua c’è stato uno sbalzo di corrente improvviso. Il tablet e il lettore dvd non funzionano più? Vuoi chiedere il risarcimento danni? Ma come si scrive una lettera di risarcimento danni e a chi va inviata?

Forse è capitato anche a te di dovere acquistare un computer nuovo perché quello vecchio è stato bruciato da uno sbalzo della corrente oppure di dovere sostituire in tutta fretta la batteria del cellulare, danneggiata da un’interruzione improvvisa dell’energia elettrica. A volte accadono delle interruzioni inaspettate dell’energia dovute ad esempio ad un guasto della linea elettrica, che possono danneggiare gli apparecchi elettronici presenti nelle nostre abitazioni. Infatti, al momento dello sgancio della corrente o durante i tentativi di ristabilire il servizio si possono verificare degli sbalzi di tensione. In altri casi l’interruzione della corrente può essere determinata da un sovraccarico della linea. L’aumento dei dispositivi elettronici presenti nelle case e nei luoghi di lavoro, può comportare una maggiore richiesta di energia rispetto a quella fornita dal gestore. Quando più apparecchi elettronici sono collegati ad un medesimo impianto è possibile il verificarsi di sbalzi di corrente. Ogni rete elettrica infatti, ha un limite di tolleranza superato il quale si determina lo sbalzo o l’interruzione improvvisa dell’energia. Pertanto, laddove gli apparecchi elettronici dovessero rimanere danneggiati al verificarsi di una delle ipotesi sopra riportate, può tornare utile avere un modulo risarcimento danni da sbalzo di corrente come quello che si trova allegato in questo articolo, da utilizzare per inoltrare una apposita richiesta.

Apparecchi elettronici che possono subire danni

Gli alimentatori e i caricabatterie (vedi quelli dei tablet o degli smartphone) rientrano tra gli apparecchi elettronici che possono subire danni a causa di uno sbalzo di tensione. Si tratta infatti, di apparati assai sensibili che al ritorno dell’energia elettrica, nelle ipotesi più gravi, possono non più funzionare e quindi, si corre il rischio di doverli sostituire. Nelle ipotesi meno gravi invece, con particolare riferimento agli alimentatori, può anche capitare che continuino a funzionare ma diventano meno affidabili. Si possono verificare cioè delle instabilità di tensione che si manifestano in un blocco totale del computer, soprattutto quando l’alimentatore è freddo. Una volta che si è scaldato, potrebbe diventare più stabile e meno vulnerabile ma il danno è comunque fatto. Inoltre, lo sbalzo di tensione può danneggiare le memorie ram dei computer, i lettori dvd, gli impianti stereo, ecc. oltre a procurare problemi di piccola entità agli elettrodomestici. È questo il caso delle sveglie, delle quali bisogna reimpostare l’orario una volta tornata l’energia elettrica o della lavastoviglie/lavatrice che va riprogrammata.

Chi risponde dello sbalzo di corrente

L’utente che ha subìto un danno a causa di uno sbalzo di corrente ha diritto ad ottenere il risarcimento da parte del gestore della rete elettrica che ha operato il cambio del livello di tensione.

Sul punto è intervenuta la Corte di Giustizia europea la quale in una sentenza del 2021 [1]da un lato ha inquadrato il gestore dell’energia elettrica tra i produttori e dall’altro ha applicato la direttiva UE n. 85/374 in materia di responsabilità per danno da prodotti difettosi. Ha quindi stabilito che in generale il responsabile per i danni causati da un prodotto difettoso deve essere considerato il gestore e non, invece, il fornitore che si limita a rivendere il prodotto medesimo e a trasportarlo all’utenza. In particolare poi nel caso dei servizi di distribuzione di energia elettrica il gestore è equiparabile al produttore – e quindi si assume tutte le responsabilità di quest’ultimo – in quanto non si limita a consegnare un prodotto ma partecipa al processo di produzione, modificandone la tensione. Solo con l’intervento del gestore, infatti, l’energia può essere offerta al pubblico per l’utilizzo e il consumo e solo il gestore può modificare il livello di tensione. Da ciò consegue che il gestore, potendo modificare il livello di tensione, va considerato come produttore, quindi, sarà responsabile dei danni cagionati all’utente finale.

Come richiedere i danni al distributore di energia

Nel caso in cui il consumatore dovesse ritenere esistente un nesso tra l’interruzione della corrente, il conseguente sbalzo di corrente e il guasto dei propri apparecchi elettronici, può presentare un reclamo al fine di richiedere il risarcimento dei danni subiti.

I siti dei gestori offrono generalmente la modulistica online da compilare per il reclamo, che va poi inviato via fax, per raccomandata A/R o tramite e-mail. Il gestore dovrà poi, rispondere nel termine di 40 giorni dal ricevimento, motivando la propria decisione, di accoglimento o di rigetto. Se dovesse ritenersi non responsabile dei danni subiti dal cliente, questi potrà cercare di risolvere la questione ricorrendo allo strumento della conciliazione. Nell’ipotesi in cui anche la conciliazione dovesse risolversi negativamente, il consumatore potrà iniziare una causa civile nei confronti del gestore, volta ad ottenere il risarcimento dei danni subiti.

Rimborso automatico dei danni

In alcuni casi specifici l’Autorità per l’energia elettrica ha previsto un rimborso automaticodei danni dovuti all’interruzione dell’energia. A tal fine bisogna distinguere l’ipotesi in cui l’interruzione, da tempo programmata, è stata comunicata agli interessati da quella in cui si è verificata improvvisamente per via di un guasto. In questo ultimo caso sono stati previsti anche dei tempi massimi per il ripristino del servizio. Più precisamente:

  • per i clienti allacciati in bassa tensione che vivono in località con più di 000 abitanti, il limite massimo è di 8 ore;
  • per quelli che abitano in località con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 50.000 o inferiore a 5.000, il limite è di 12 ore;
  • per i clienti allacciati in media tensione, che vivono in zone con più di 50.000 abitanti, il limite è di 4 ore;
  • per quelli che abitano in zone con abitanti compresi tra 5.000 a 50.000 o con meno di 5.000, il limite è di 6 ore.

Qualora l’elettricità non dovesse ritornare entro il tempo massimo sopra indicato, il cliente riceverà un rimborso automatico direttamente in bolletta.

Ammontare del rimborso automatico

Il rimborso automatico ammonterà a:

  1. € 30,00 per i clienti con un’utenza non superiore a 6 kW (kilowattora). Tale cifra aumenta di € 15,00 ogni 4 ore di ulteriore ritardo fino ad un massimo di € 300,00;
  2. € 150,00 per i clienti con utenze superiori a 6 kW ed inferiori a 100 kW, suscettibili di un aumento di € 75,00 ogni 4 ore di ritardo fino ad un massimo di € 100,00.

Nell’ipotesi di blackout dovuto ad esempio al maltempo, è l’Autorità che stabilisce l’importo del rimborso straordinario da accreditare in bolletta.

Modulo risarcimento danni da sbalzo di corrente

Qualora si volesse scrivere da sé una lettera di risarcimento danni senza ricorrere ad uno dei moduli di reclamo già presenti sui siti dei gestori dell’energia elettrica, è possibile utilizzare il modulo che si trova qui sotto allegato. Detto modulo si compone di più parti. Vediamoli uno alla volta.

  • In alto a sinistra va riportato il nome e l’indirizzo del gestore dell’energia elettrica (via/piazza, numero civico, cap, città, provincia);
  • poi, va indicato l’oggetto della richiesta ovvero “risarcimento danni da sbalzo di corrente”;
  • seguono i dati anagrafici del richiedente (nome, cognome, luogo e data di nascita);
  • il Comune di residenza e la Provincia;
  • l’indirizzo (via/piazza) con il numero civico;
  • il recapito telefonico, l’eventuale numero di fax, l’indirizzo di posta elettronica (e-mail) e/o quello di posta certificata (pec);
  • il tipo di servizio di cui il richiedente è intestatario (nella specie fornitura luce);
  • l’indirizzo presso il quale detto servizio viene fornito (Comune, Provincia, via/piazza, numero civico);
  • il numero del cliente, facilmente reperibile sulle bollette;
  • quindi, al centro del rigo va scritto PREMESSO CHE, tutto in maiuscolo;
  • segue una descrizione concisa ma dettagliata dei fatti lamentati;
  • la lettera si conclude con la richiesta di risarcimento danni con l’indicazione dell’articolo di legge che la prevede (art. 2043 cod. civ.) e quella della somma di cui si chiede il pagamento. Se l’ammontare dei danni non è stato ancora accertato e pertanto, non è possibile indicare alcuna cifra, si può rinviare l’indicazione della somma ad un momento successivo;
  • infine, vanno indicati il luogo, la data e la lettera va firmata dal richiedente.

Se si è in possesso di fatture, scontrini o altra documentazione dalla quale si evincono le spese sostenute per la riparazione o l’acquisto di nuovi apparecchi elettronici, è opportuno allegarli alla lettera di risarcimento danni, in fotocopia.

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Pubblicato : 9 Gennaio 2023 11:00