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Mes: cos’è e a cosa serve? La guida completa

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(@angelo-greco)
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Ecco cos’è il Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità: come funziona il fondo per aiutare i Paesi dell’Europa in difficoltà finanziarie, chi ne ha fatto uso e perché l’Italia lo rifiuta.

Che cos’è il Mes e perché ne sentiamo parlare così spesso? A cosa e a chi serve il Meccanismo Europeo di Stabilità, meglio noto come Fondo Salva Stati? I giornali, i politici ma soprattutto i cittadini ne parlano spesso, specie in periodi di forte difficoltà economica. È giusto e conveniente che l’Italia chieda il sostegno economico all’Unione Europea e quale sarebbe il costo di questo aiuto? Cerchiamo di fare il punto della situazione. 

Cos’è il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità)?

Il Mes, acronimo di «Meccanismo Europeo di Stabilità», è anche conosciuto come «Fondo salva Stati». Approvato il 25 marzo 2011 dal Consiglio europeo, è stato creato per aiutare i Paesi dell’Eurozona in difficoltà finanziaria. È entrato in vigore l’8 ottobre 2012 e, dal 1 gennaio 2023, coinvolge 20 Stati membri, compresa la Croazia.

Quali sono le origini del Mes?

Il Mes nasce con la crisi finanziaria del 2007-2008, causata dallo scoppio della bolla immobiliare e dai mutui subprime Mes. 

La crisi ha colpito i debiti sovrani e la solvibilità di alcuni Stati europei, in particolare Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna. In risposta, l’Europa ha creato nel 2010 il Fondo europeo di stabilità finanziaria, sostituito dal Mes nel 2012.

Come funziona il Mes?

Il Mes ha un capitale di 80,5 miliardi di euro versato dagli Stati membri e può raccogliere oltre 700 miliardi sul mercato con obbligazioni garantite dal capitale sottoscritto. 

L’Italia partecipa con 14,28 miliardi versati e 125 miliardi sottoscritti a garanzia. Il Consiglio dei governatori, formato dai ministri delle Finanze dell’area Euro, decide all’unanimità se aiutare un Paese che ne fa richiesta.

Quali sono gli strumenti di aiuto del Mes?

Il Mes può offrire ai Paesi in difficoltà prestiti economici, acquisti di titoli di Stato, linee di credito precauzionali e prestiti per la ricapitalizzazione delle banche in crisi. Le condizioni dei prestiti variano a seconda del tipo di aiuto.

Quali Paesi hanno utilizzato il Mes?

La Grecia è l’esempio più noto. Tra il 2010 e il 2018, ha ricevuto tre pacchetti di assistenza finanziaria per un totale di 203,8 miliardi di euro. Altri Paesi che hanno beneficiato del Mes includono Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro.

Quali sono le novità della riforma del Mes del 2021?

Il 27 gennaio 2021, il Mes è stato riformato. Sono state previste alcune novità:

  • la verifica preliminare della capacità di ripagare il prestito; 
  • un ruolo attivo del Mes nell’erogazione dell’assistenza finanziaria e nel successivo monitoraggio;
  • criteri più stringenti per la concessione delle linee di credito precauzionali: possono ora accedere al Mes sono i Paesi con i conti a posto, ma in momentanea difficoltà

Il Fondo è alimentato dai contributi versati da tutte le banche dell’area dell’euro e, secondo un programma che andrà a pieno regime nel 2024, raggiungerà i 60 miliardi di euro. Lo scopo è proprio quello di contenere i rischi di contagio di eventuali crisi bancarie (ed evitare che i correntisti in massa vadano a ritirare i soldi).  

MES: all’Italia conviene aderirvi?

Il Meccanismo Europeo di Stabilità continua a destare dibattiti e a dividere le opinioni in Italia. Tuttavia, è fondamentale fare chiarezza su cosa sia realmente il MES e quale sia il suo obiettivo. È davvero una soluzione necessaria per l’Europa e l’Italia, oppure si tratta di una trappola che potrebbe rivelarsi dannosa per il nostro Paese?

Il MES, come abbiamo visto, è nato con l’intento di proteggere i Paesi dell’eurozona dalle crisi finanziarie e offrire supporto a coloro che si trovano in situazioni di difficoltà. Tuttavia vi è chi ritiene il MES una trappola per l’Italia. Questa posizione si basa principalmente sull’idea che il meccanismo, pur offrendo risorse importanti per affrontare le crisi, imponga condizioni eccessivamente rigide e limiti alla sovranità dei Paesi beneficiari. Si teme, inoltre, che l’utilizzo del MES possa portare a misure di austerità simili a quelle adottate in Grecia, con effetti negativi sull’economia e sul benessere dei cittadini.

È innegabile che il caso della Grecia sia emblematico delle potenziali criticità legate all’utilizzo del MES. Tuttavia, bisogna considerare che la situazione greca era estremamente critica e che l’intervento del MES, seppur con condizioni molto severe, ha consentito al Paese di evitare il default e uscire dalla crisi. D’altronde, le nuove regole del MES prevedono maggiori garanzie e una valutazione più attenta delle condizioni dei Paesi che richiedono aiuto, riducendo il rischio di imporre misure troppo drastiche.

In conclusione, il MES è uno strumento che può offrire sostegno significativo ai Paesi dell’eurozona in difficoltà, ma è fondamentale che il suo utilizzo sia accompagnato da politiche di crescita e sviluppo oltre che da un’attenzione particolare alle esigenze specifiche dei Paesi beneficiari. Allo stesso tempo, l’Italia dovrebbe continuare a perseguire il completamento dell’Unione bancaria e l’Unione dei Mercati dei Capitali, che potrebbero garantire una maggiore stabilità e sicurezza per il nostro Paese e l’intera area euro.

 
Pubblicato : 11 Maggio 2023 09:45