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Mantenimento del figlio disabile: cosa c’è da sapere

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(@angelo-greco)
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Separazione e divorzio: per quanto tempo un padre deve versare gli alimenti al figlio portatore di handicap?

Cosa succede quando una coppia si separa e uno dei due coniugi deve mantenere un figlio con handicap? Per quanto tempo dura l’obbligo di versare gli alimenti una volta che il figlio incapace è divenuto maggiorenne?

Tali argomenti sono ben spiegati dall’articolo 337-septies del codice civile. Ma chi non è esperto di separazioni e divorzi, né mastica bene il linguaggio giuridico, potrà leggere il seguente articolo.

Qui di seguito vedremo cosa c’è da sapere sul mantenimento del figlio disabile; e lo faremo alla luce di un importante chiarimento fornito di recente dal Tribunale di Rovigo, la sentenza del 20 luglio 2023 n. 666 (il cui testo è riportato in calce alla pagina).

In questo modo si potrà comprendere bene qual è la differenza tra il mantenimento di figli minorenni, figli maggiorenni e figli con handicap grave. Ma procediamo con ordine.

Fino a quando un genitore deve mantenere un figlio?

Il figlio è minorenne ha sempre diritto di essere mantenuto dai genitori, indipendentemente dai guadagni che potrebbe percepire.

La situazione cambia quando il figlio diventa maggiorenne. In generale, questi ha diritto di essere mantenuto fino a quando non raggiunge l’indipendenza economica, ma ci sono delle eccezioni da considerare.

Cosa si intende per indipendenza economica?

Un figlio maggiorenne ha diritto al mantenimento dei genitori finché non raggiunge un livello reddituale tale da consentirgli di mantenersi da solo. Raggiunto tale obiettivo, l’obbligo del mantenimento cessa per sempre, anche se, dopo poco, il giovane torna ad essere disoccupato. Non importa se l’attività svolta non corrisponde alle sue ambizioni. Né rileva se si tratta di un contratto part-time, a termine (purché non sia un semplice contratto stagionale) o di uno stipendio basso.

Dunque il figlio che non lavora ha diritto agli alimenti. Tuttavia, ciò vale solo se il figlio:

  • sta curando la propria formazione: deve quindi studiare con profitto;
  • oppure mostra di essere attivamente impegnato nella ricerca di un lavoro.

Se non fa né l’uno né l’altro, non ha diritto al mantenimento.

E se il figlio ha più di 30 anni?

Anche se il figlio maggiorenne dimostra di essere alla ricerca di un lavoro, il diritto al mantenimento si esaurisce all’età di 30 anni. Questo perché, secondo la Cassazione, dopo i 30 anni si presume che ci siano state ampie opportunità per trovare un’occupazione. Dunque si può ritenere che la disoccupazione sia solo una conseguenza di un atteggiamento inerte.

Il limite di età si può spostare a 35 anni in base al percorso di studi prescelto dal giovane (ad esempio un laureato in medicina che abbia dovuto sostenere un lungo corso di studi e perfezionamento).

Quali sono le regole per i figli maggiorenni disabili?

La questione dei figli disabili è delicata. Se per i figli minorenni disabili valgono le stesse regole degli altri minorenni, avendo quindi diritto ad essere sempre mantenuti sulla base delle loro (superiori) esigenze economiche, la condizione dei maggiorenni dipende invece dal grado di disabilità:

  • se la disabilità è grave, il figlio ha diritto al mantenimento come se fosse minorenne;
  • se la disabilità non è grave, valgono invece le regole che abbiamo visto per i figli maggiorenni capaci d’intendere e volere.

Ma come si fa a stabilire se la disabilità è grave o meno? Ciò viene calcolato dalla commissione medica chiamata a riconoscere l’eventuale diritto all’accompagnamento ai sensi della legge 104 del 1992.

Cosa dice la legge n. 104 del 1992?

Per stabilire se un figlio disabile ha diritto al mantenimento permanente, il giudice esamina la gravità dell’handicap secondo l’articolo 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992: se la disabilità non riduce significativamente l’autonomia personale del figlio, il suo status giuridico è simile a quello dei figli maggiorenni non disabili.

Sarà bene riportare il testo dell’articolo 3 della L. 104: «È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione».

Cosa dice la giurisprudenza

La giurisprudenza della Cassazione ha più volte confermato i principi appena enunciati. Un caso recente del tribunale di Rovigo ha stabilito che un figlio completamente inabile al lavoro, che necessita di assistenza continua, aveva diritto al mantenimento anche se maggiorenne. In questo caso, la madre si era occupata del figlio, mentre il padre era stato assente sia dal punto di vista affettivo che economico.

 
Pubblicato : 16 Ottobre 2023 11:45