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Lista testimoniale tardiva: il giudice può ammetterla?

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(@mariano-acquaviva)
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Cos’è la testimonianza? Come funziona la rimessione in termini? Il giudice può disporre d’ufficio l’assunzione di nuovi mezzi di prova?

I testimoni sono persone che hanno assistito a fatti rilevanti ai fini della decisione di una controversia. Proprio per via dell’importanza della loro deposizione la legge ha previsto il reato di falsa testimonianza, che punisce con la reclusione chi mente oppure rifiuta di dire ciò che sa al giudice. È in questo contesto che si pone la seguente domanda: il giudice può ammettere una lista testimoniale tardiva?

La legge prevede infatti che, per poter sentire i testimoni in un processo, occorre depositare tempestivamente una lista con i nominativi delle persone che l’avvocato vuole ascoltare. Cosa succede se il termine massimo previsto dall’ordinamento giuridico non viene rispettato? Per rispondere a questa domanda occorre distinguere tra processo civile e penale. Procediamo con ordine.

Cos’è la testimonianza?

La testimonianza è la narrazione di vicende rilevanti per il processo, fatta da una persona che ha diretta cognizione di ciò che espone.

Il testimone, infatti, ha direttamente assistito ai fatti che espone al giudice; pertanto, il suo racconto è un mezzo di prova a tutti gli effetti, in quanto serve a dimostrare che un certo episodio è avvenuto.

Ad esempio, chi vuole provare di aver prestato del denaro senza essere in possesso di alcuna documentazione può chiamare a testimoniare la persona che era presente allorquando è avvenuto il prestito.

Cos’è la lista testimoniale?

Si definisce “lista testimoniale” il documento nel quale l’avvocato inserisce i nominativi delle persone da sentire come testimoni e le circostanze da sottoporre loro.

La lista testimoniale consente quindi di rivelare in anticipo i propri mezzi di prova, così da consentire alla controparte di poter ribattere.

Insomma: non sono ammessi “testi a sorpresa”, come invece lasciano credere film e telefilm americani.

La lista testimoniale funziona diversamente a seconda del tipo di processo:

  • nel giudizio civile, i testi devono essere indicati sin dall’atto introduttivo (citazione o ricorso) oppure, al più tardi, nelle successive memorie integrative, ma comunque anteriormente alla prima udienza;
  • nel processo penale, la lista testimoniale va depositata almeno sette giorni prima della celebrazione della prima udienza.

Il mancato rispetto di questi termini determina l’impossibilità di potersi avvalere dei testimoni. È sempre così? Vediamo cosa dicono la legge e la giurisprudenza a proposito dell’ammissibilità della lista testi tardiva.

Il giudice civile può ammettere la lista testi tardiva?

Nel processo civile, il giudice non può ammettere i testimoni indicati tardivamente, a meno che l’avvocato non dimostri di essere stato assolutamente impossibilitato a fornire i nominativi entro i termini di legge.

Si parla in questi casi di “rimessione in termini”, che si traduce in un provvedimento con cui il giudice concede a una delle parti di proporre nuovamente istanze o attività che gli sarebbero precluse per via del superamento del limite temporale stabilito dalla legge [1].

Per ottenere questa possibilità la parte che è incorsa in decadenza deve fornire una prova rigorosa della causa di forza maggiore che non gli ha consentito di rispettare i consueti termini [2].

Ad esempio, la parte convenuta in giudizio può dimostrare la nullità della notifica della citazione che gli ha impedito di avere conoscenza del processo e, pertanto, di depositare la propria lista testi.

Ugualmente, può chiedere la rimessione l’avvocato che, a causa di una grave malattia, dimostra di non aver potuto tempestivamente depositare i propri atti.

Va tuttavia detto che la rimessione nei termini è rarissima e che difficilmente il giudice concedere la stessa nel caso di lista testi tardiva. Le cose sono differenti nel processo penale. Vediamo perché.

Il giudice penale può ammettere la lista testi tardiva?

Secondo la Corte di Cassazione [3], il giudice penale può ammettere la lista testimoniale tardiva se ritiene che i nominativi indicati siano indispensabili ai fini della decisione finale.

Secondo la legge [4], infatti, il giudice, se risulta assolutamente necessario, può disporre anche d’ufficio l’assunzione di nuovi mezzi di prova.

Per la giurisprudenza, quest’ultima norma va intesa nel senso che il giudice penale non solo può chiedere che siano sentiti come testimoni persone i cui nomi sono emersi durante l’istruttoria dibattimentale, ma anche i soggetti indicati nelle liste tardivamente depositate.

Insomma: il potere di disporre d’ufficio l’assunzione di nuovi mezzi di prova può essere legittimamente esercitato dal giudice anche con riferimento a quelle prove in ordine alla cui ammissione si sia verificata la decadenza delle parti per omesso tempestivo deposito della lista testimoniale.

Va peraltro ricordato che l’istituto della rimessione in termini esiste anche nel processo penale. La parte che prova di non aver potuto osservare un termine perentorio per caso fortuito o per forza maggiore può chiedere al giudice di eseguire tardivamente l’adempimento, purché la richiesta per la restituzione nel termine sia presentata entro dieci giorni da quello nel quale è cessato il fatto costituente caso fortuito o forza maggiore [5].

Ad esempio, l’avvocato che dimostra di essere stato a lungo ricoverato in ospedale, con conseguente impossibilità di depositare la lista testimoniale almeno sette giorni prima dell’udienza, potrà chiedere al giudice di essere autorizzato a tale deposito, seppur tardivamente.

 
Pubblicato : 20 Settembre 2023 16:30