Limiti alla testimonianza negli incidenti stradali
Il coniuge, i figli, i parenti e gli amici possono testimoniare in una causa per sinistro automobilistico?
Nel processo civile ci sono davvero pochi limiti alla testimonianza. Resta salvo che la valutazione sull’attendibilità del testimone (o, come lo chiamano gli avvocati, il “teste”) è rimessa al “prudente apprezzamento” del giudice. È quest’ultimo cioè a stabilire il peso, l’importanza e l’affidabilità da dare alle dichiarazioni del terzo.
Ci sono numerose cause che possono essere vinte solo grazie all’intervento dei testimoni (una per tutte, il risarcimento per danni causati da una buca stradale). Rimanendo in tema di infortunistica stradale, in quest’articolo vedremo quali sono i limiti alla testimonianza negli incidenti stradali. Chi si può chiamare a testimoniare? Esiste un divieto per il coniuge, l’ex coniuge, i figli, i passeggeri, gli amici o magari i passanti che, dal marciapiede, hanno assistito alla scena? Cerchiamo di fare il punto della situazione.
Chi non può testimoniare in un incidente stradale?
La legge vieta la testimonianza solo a coloro che hanno un interesse al giudizio. Non un interesse inteso in termini di convenienza, anche economica. Il concetto di interesse cui fa riferimento il codice è quello processuale, ossia quel tipo che legittima ad avviare un autonomo giudizio sulla medesima questione.
Facciamo un esempio pratico. Se un uomo, sposato con una donna in comunione dei beni, è interessato ad agire contro il vicino di casa per offese da questi ricevute, la moglie potrebbe testimoniare a suo favore, pur sapendo che un eventuale risarcimento finirebbe per arricchire la famiglia. Difatti la moglie non potrebbe mai agire contro il responsabile, in quanto non è il soggetto danneggiato.
Diverso sarebbe se l’azione legale dovesse essere rivolta a far cessare una molestia che potrebbe legittimare la donna all’azione legale, come nell’ipotesi della produzione di rumori superiori alla soglia di tollerabilità. Anche il coniuge, infatti, in quanto soggetto danneggiato (vivendo nello stesso immobile), avrebbe il potere di agire contro il colpevole.
Non possono poi testimoniare coloro che non erano presenti al momento del sinistro o chi era talmente lontano dal luogo da non aver potuto vedere la scena. Difatti, la legge ammette la prova testimoniale solo se si tratta di un “testimone oculare”.
Il coniuge, il convivente o l’ex coniuge possono testimoniare?
Vediamo ora se il coniuge (anche se ha già divorziato) o il convivente possono testimoniare in una causa di risarcimento del danno da incidente stradale. In tali circostanze, si potrebbe presupporre che la vicinanza emotiva o i precedenti legami affettivi possano influenzare la testimonianza, compromettendone l’obiettività. Tuttavia, la capacità di testimoniare è distinta dall’attendibilità del testimone stesso, che non viene automaticamente invalidata dalla presenza di relazioni personali con le parti in causa. Il giudice detiene la discrezionalità di valutare la veridicità delle testimonianze, considerando non solo il contenuto delle dichiarazioni ma anche il contesto e le circostanze in cui vengono rese.
Non importa quindi se il coniuge, in comunione dei beni, dovesse subire un vantaggio dal risarcimento: le sue dichiarazioni non possono essere rifiutate dal giudice.
Un divieto a testimoniare per il marito, la moglie o il partner deriverebbe solo da un’ipotesi di cointestazione dell’auto: tale circostanza infatti consentirebbe a questi di intervenire nel giudizio. Ricorrerebbe insomma quell’«interesse ad agire» che la legge pone come causa di esclusione della prova testimoniale.
I figli e i parenti possono testimoniare?
Anche per tutti gli altri parenti vale quanto abbiamo detto per il coniuge: non c’è un generale divieto a testimoniare a meno che non si tratti di cointestatari del veicolo.
I passeggeri possono testimoniare?
Veniamo al cosiddetto “terzo trasportato”, ossia al passeggero. Anche questi può testimoniare: e chi più di lui, avendo personalmente assistito all’incidente?
C’è però da fare un avviso: il passeggero ferito avrebbe diritto ad agire contro l’assicurazione se questa non volesse pagarlo. Ma questo non dovrebbe essere un limite alla sua escussione come testimone. Difatti, la legge stabilisce che il terzo trasportato ha sempre diritto al risarcimento per il solo fatto di aver riportato lesioni: ai suoi fini non importa chi abbia ragione e torto nella causa. Ciò dovrebbe quindi escludere un suo particolare interesse a un determinato esito del giudizio e pertanto lo legittimerebbe a testimoniare. Esistono però precedenti contrari che affermano la tesi opposta. Sarà bene tenerne comunque conto.
Il proprietario dell’auto può testimoniare?
Ipotizziamo ora il caso di un soggetto, titolare di un’auto, che la presti a un’altra persona la quale abbia un sinistro. Potrebbe il primo testimoniare a favore del secondo? Assolutamente no. Egli infatti, in quanto proprietario del mezzo, è comunque parte danneggiata e quindi titolata a un’azione legale nei confronti del responsabile.
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