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Lavoro interinale: cos’è e come funziona?

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(@mariano-acquaviva)
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Caratteristiche principali del lavoro interinale o in somministrazione: stipendio, durata del contratto, permessi, ferie e malattia.

Non tutti i rapporti di lavoro sono uguali: si va da quello subordinato alle dipendenze di un datore (pubblico o privato) a quello autonomo, passando per varie altre tipologie, come quello parasubordinato. Con il presente articolo ci soffermeremo su un tema particolare: vedremo cos’è e come funziona il lavoro interinale.

Sin da subito va detto possiamo dire che il lavoro interinale è una forma di contratto di lavoro a tempo determinato che coinvolge tre attori principali: un lavoratore, un’azienda che ha bisogno di personale e un’agenzia che funge da intermediario. Questa tipologia di lavoro è spesso utilizzata per affrontare esigenze aziendali specifiche in momenti di picco di lavoro o di necessità temporanee.

In questo articolo, esploreremo in dettaglio il lavoro interinale, analizzando le sue caratteristiche, i pagamenti, i permessi e le differenze con il contratto di somministrazione. Se desideri saperne di più su questa interessante forma di occupazione, continua nella lettura.

Cos’è il contratto di lavoro interinale?

Il contratto di lavoro interinale è una forma di contratto a tempo determinato (“interim”, in latino, significa appunto “provvisorio”) in cui un’agenzia di lavoro agisce come intermediario tra un lavoratore e un’azienda che ha bisogno di personale.

Questo tipo di contratto è caratterizzato da una struttura tripartita, che coinvolge appunto il lavoratore, l’agenzia e l’azienda utilizzatrice.

L’agenzia svolge un ruolo fondamentale nell’intermediazione e nella gestione della parte burocratica del contratto.

Poniamo il caso di Tizio, un lavoratore in cerca di occupazione. Si rivolge a un’agenzia interinale, che lo colloca presso un’azienda per un determinato periodo di tempo. Durante questo periodo, Tizio sarà formalmente dipendente dell’agenzia e riceverà il pagamento da essa.

In buona sostanza, l’agenzia favorisce l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, soprattutto nei periodi in cui la domanda è particolarmente alta, come avviene ad esempio durante la stagione estiva per ciò che riguarda strutture alberghiere e balneari.

Cos’è il lavoro in somministrazione?

La famosa “legge Biagi” del 2003 [1] ha sostituito il lavoro interinale con quello “in somministrazione”.

La struttura tripartita è rimasta identica: la vera differenza ha riguardato la concessione di maggiori tutele ai lavoratori e la possibilità di concludere contratti a tempo indeterminato, come vedremo nei prossimi paragrafi.

Come funzionano i pagamenti nel lavoro interinale?

I lavoratori con un contratto interinale (o “in somministrazione”) percepiscono stipendi in linea con quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di riferimento per la categoria professionale e il livello di inquadramento.

Maria ha un contratto interinale presso un’azienda come impiegata. Riceve il suo stipendio mensile dall’agenzia interinale, che si basa sul CCNL applicato all’azienda.

È dunque importante notare che non ci sono differenze retributive tra i lavoratori in somministrazione e quelli con un contratto di lavoro subordinato.

Il pagamento viene effettuato dall’agenzia interinale, che deve essere informata dal datore di lavoro dell’importo dello stipendio lordo pagato ai dipendenti con mansioni analoghe.

Il lavoratore è quindi retribuito dall’agenzia. Se questa non adempie totalmente a tale obbligo, il datore di lavoro è tenuto a sostituirsi ad essa, integrando il pagamento, per poi rivalersi sull’agenzia stessa.

A propria volta, il datore deve pagare una commissione all’azienda che gli ha fornito il lavoratore.

L’azienda provvede quindi a retribuire l’agenzia, che non è mai pagata dal lavoratore. Tale costo non può in alcun modo gravare su quest’ultimo, neanche mediante trattenuta in busta paga.

Al lavoratore interinale non spetta solamente lo stesso stipendio del lavoratore subordinato che svolge le stesse mansioni, ma anche lo stesso Tfr e gli stessi contributi previdenziali.

Qual è la durata massima di un contratto interinale?

A seguito della legge Biagi, il contratto interinale (o meglio, in somministrazione) può essere sia a tempo determinato che a tempo indeterminato.

Nel caso di un rapporto a tempo indeterminato, l’azienda può utilizzare la somministrazione a tempo determinato per un massimo del 20% del personale assunto a tempo indeterminato.

Per i contratti a tempo determinato, la durata massima è di 36 mesi, ma è possibile prorogarlo fino a un massimo di cinque volte; dopodiché, il contratto si trasforma automaticamente in un contratto a tempo indeterminato.

Lavoro interinale: come funzionano i permessi e la malattia?

Nel lavoro interinale, i lavoratori hanno gli stessi diritti riguardo ai permessi e alle norme sulla malattia previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di riferimento e dalle leggi vigenti.

Ciò significa che hanno diritto allo stesso numero di ore di permesso retribuito e ai giorni di ferie previsti dalla contrattazione collettiva.

Come nel caso dello stipendio, quindi, anche per ciò che riguarda permessi e malattia non ci sono discriminazioni tra interinali e altri dipendenti.

In caso di malattia, il lavoratore è tenuto a inviare un certificato medico sia all’INPS che all’agenzia interinale.

Durante il periodo di malattia, il lavoratore conserva il posto di lavoro e riceve un’indennità in conformità con le leggi vigenti.

Lavoro interinale: vantaggi e svantaggi

Il lavoro interinale è una forma flessibile di contratto di lavoro che offre vantaggi sia per le aziende che per i lavoratori.

Questa modalità permette alle aziende di gestire le loro esigenze di personale in modo efficiente, senza dover affrontare la ricerca e la selezione dei dipendenti in modo diretto.

Per i lavoratori, il lavoro interinale offre la possibilità di acquisire esperienza in diverse aziende e settori, mantenendo al contempo diritti e tutele lavorative.

È importante che sia l’agenzia interinale che le aziende utilizzatrici rispettino le leggi e i contratti collettivi in vigore per garantire una giusta remunerazione e tutela ai lavoratori interinali.

Lo svantaggio del lavoro interinale è senza dubbio la sua precarietà: per quanto equiparato al lavoro dipendente per ciò che riguarda i diritti alla retribuzione, alle ferie e alla malattia, chi accede mediante agenzia interinale difficilmente riesce a garantirsi un posto stabile.

Grazie alla riforma attuata dalla legge Biagi, tuttavia, lavoro interinale non è più necessariamente sinonimo di lavoro precario, essendo possibile che il dipendente venga assunto dall’agenzia a tempo indeterminato.

 
Pubblicato : 30 Novembre 2023 17:15