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Lavoratore in malattia: può andare allo stadio?

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(@raffaella-mari)
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Quando è possibile licenziare il dipendente che esce di casa nonostante il certificato medico. 

Ipotizziamo il caso di un lavoratore che, assente dal lavoro per malattia, decida di uscire ugualmente di casa per vedere una partita di calcio. Sugli spalti lo nota un collega d’ufficio il quale, il giorno successivo, lo riferisce al datore di lavoro. Quest’ultimo, per tutta reazione, lo licenzia. La motivazione a base del licenziamento è la seguente: se il dipendente fosse stato davvero malato sarebbe rimasto a casa e non sarebbe uscito. Dal canto suo il lavoratore si difende sostenendo di non aver aggravato la convalescenza. Chi dei due, secondo te, ha ragione? Il lavoratore in malattia può andare allo stadio?

La questione ha ricevuto, proprio di recente, una risposta da parte del Tribunale di Arezzo [1]. Il giudizio si è concluso con la reintegra e il risarcimento del lavoratore. Ma ogni caso è a sé stante, per cui, anziché raccontare la vicenda concreta – che potrebbe generare equivoci e false aspettative – sarà bene comprendere i principi che regolano gli obblighi di comportamento del lavoratore assente per malattia. 

In questo articolo, proprio partendo dalla sentenza appena citata, vedremo se il lavoratore in malattia può uscire di casa e a quali condizioni. 

Il principio generale

Il principio generale impone al dipendente di restare a casa durante le fasce orarie di reperibilità per consentire la visita fiscale. Al di fuori di esse può uscire a patto che il suo comportamento non rallenti la guarigione o non aggravi la malattia. 

Pertanto è ammesso uscire di casa per vedere la partita durante la malattia a patto che vengano osservate tali due condizioni.

Per comprendere meglio la questione dobbiamo spiegare, più nel dettaglio, quali sono i comportamenti e gli obblighi che deve osservare il dipendente assente dal lavoro perché malato.

Obblighi del dipendente in malattia

Come comportarsi in caso di malattia sul lavoro? Quali sono gli obblighi del dipendente in queste situazioni?

Il primo obbligo del lavoratore che si ammala è comunicare al datore di lavoro la propria assenza. Questa comunicazione deve avvenire preferibilmente il giorno in cui inizia la malattia o, al più tardi, quello successivo, quando la gravità della situazione non consente di agire tempestivamente. La modalità di comunicazione viene di norma riportata nel contratto collettivo nazionale, in quello individuale o nel regolamento aziendale. In generale, sono ammesse comunicazioni informali come SMS, email o fax.

Il secondo obbligo è quello di sottoporsi alla visita medica. Il dipendente deve recarsi già lo stesso giorno di assenza o, al più tardi, quello successivo presso l’ambulatorio del medico di famiglia per sottoporsi a visita. Solo se impossibilitato a farlo può chiedere la visita domiciliare. È importante sottolineare che la legge vieta ai medici di emettere certificati sulla base di diagnosi telefoniche.

Il medico deve poi inviare il certificato in via telematica all’Inps che, a sua volta, lo mette a disposizione, del datore di lavoro. Il terzo obbligo del dipendente è curarsi che ciò avvenga correttamente. 

Il quarto obbligo è quello di restare a casa negli orari di reperibilità per la visita fiscale. Durante tutto l’arco della malattia, il dipendente deve restare a casa nelle fasce orarie di reperibilità al fine di consentire l’eventuale espletamento della visita fiscale da parte del medico dell’Inps. 

Le fasce di reperibilità sono diverse a seconda del settore pubblico o privato. Nel settore privato, il dipendente deve restare a casa dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e dalle ore 17:00 alle ore 19:00. Nel settore pubblico, il dipendente deve restare a casa dalle ore 09:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00. Eventuali assenze, determinate da gravi e improrogabili necessità, devono essere comunicate subito al datore di lavoro.

Il quinto obbligo è di non aggravare la malattia con comportamenti imprudenti. Il dipendente, oltre a non poter inviare certificati medici falsi, deve anche fare in modo di guarire al più presto per tornare in azienda. È quindi vietato il comportamento del lavoratore che, ad esempio, fuori dalle fasce di reperibilità esca di casa per fare footing.

Il sesto e ultimo obbligo è quello di rientrare al lavoro non appena cessa la malattia. Se il dipendente non è ancora guarito, può chiedere al proprio medico un prolungamento della malattia con le stesse modalità con cui ha chiesto e comunicato il primo certificato. In teoria, il dipendente potrebbe tornare al lavoro anche prima della scadenza del certificato medico ma dovrebbe ottenere un certificato di guarigione.

Dipendente allo stadio: può essere licenziato?

Se il datore di lavoro ritiene che il certificato medico prodotto dal dipendente sia falso deve dimostrarlo. Non gli basta quindi sospettare l’incompatibilità tra l’uscita di casa e la malattia. 

A conti fatti il lavoratore assente per malattia può recarsi allo stadio a vedere la partita a patto che:

  • il certificato medico attesti una malattia effettiva;
  • la partita si tenga fuori dagli orari di reperibilità;
  • l’uscita di casa non aggravi la malattia o non rallenti la guarigione. 

Spetta al datore fornire la prova del mancato rispetto di tale presupposti nel caso in cui, intimando il licenziamento, si veda notificare un ricorso in opposizione da parte del dipendente. 

 
Pubblicato : 11 Marzo 2023 12:00