L’amministratore di condominio è un libero professionista?
L’amministratore deve iscriversi all’albo e deve aprire la partita iva? Quali sono le caratteristiche del libero professionista?
Assumere l’incarico di amministratore condominiale rappresenta una grande responsabilità: la gestione di un edificio, soprattutto se di grandi dimensioni, non è infatti una cosa da sottovalutare. Il mandato attribuisce al soggetto incaricato una serie di obblighi ai quali non è possibile derogare in quanto stabiliti direttamente dalla legge. Alla luce dell’importanza di tale funzione cercheremo di rispondere alla seguente domanda: l’amministratore di condominio è un libero professionista?
La questione non va confusa con la necessità di aprire la partita iva. Ciò che bisogna comprendere, infatti, è se l’amministratore sia equiparabile a un professionista come, ad esempio, un avvocato o un ingegnere, con tutto ciò che ne consegue in termini di obblighi e di diritti. Vediamo cosa ne pensano la legge e la giurisprudenza.
Chi è il libero professionista?
Il libero professionista è un lavoratore autonomo intellettuale.
Il libero professionista è quindi un professionista intellettuale, che esercita una prestazione che è il frutto delle sue capacità razionali, affinate con anni di studio e di esperienza.
Caratteristiche del libero professionista
Il libero professionista deve solitamente iscriversi in un apposito albo o elenco: è il caso degli avvocati, dei medici, degli architetti, degli ingegneri, dei dentisti, ecc.
L’iscrizione all’albo professionale è requisito fondamentale per l’esercizio della propria attività: il libero professionista non può validamente eseguire la propria prestazione se non è regolarmente iscritto all’ordine di appartenenza.
La violazione di questo obbligo fa perdere il diritto a essere retribuito per la prestazione effettuata e, in alcuni casi, può costituire perfino reato.
Altra caratteristica delle libere professioni è l’iscrizione alla propria cassa previdenziale: il professionista appartenente a uno specifico ordine non versa i propri contributi all’Inps bensì alla cassa previdenziale privata di appartenenza. Ad esempio, gli avvocati pagano i contributi alla cassa forense.
I liberi professionisti devono inoltre rispettare specifiche regole deontologiche dettate per la propria specifica attività.
Si tratta di un insieme di norme a cui il lavoratore deve attenersi per non incorrere in sanzioni disciplinari da parte del proprio ordine di appartenenza.
Condominio: l’amministratore è un libero professionista?
Per quanto possa svolgere il proprio incarico in maniera professionale, l’amministratore non è un libero professionista.
Tanto è stato affermato dalla Corte di Cassazione [1], secondo cui il contratto tra amministratore e condominio non costituisce una prestazione d’opera intellettuale assimilabile a quella del libero professionista.
La professione di amministratore, pur essendo subordinata al possesso di determinati requisiti di professionalità e onorabilità stabiliti dalla legge [2], non rientra tra quelle il cui esercizio è subordinato all’iscrizione in appositi albi o elenchi.
Essa, pertanto, rientra nelle professioni non organizzate in ordini o collegi.
L’amministratore condominiale deve essere iscritto a un albo?
Come appena detto, per diventare amministratori di condominio la legge non prevede alcuna iscrizione all’albo.
In effetti, non esiste alcun albo, registro o elenco ufficiale di amministratori condominiali: tutti quelli più noti (come, ad esempio, l’A.N.AMM.I) sono su base puramente volontaria.
L’iscrizione alle associazioni di categoria serve solamente per rimanere aggiornati sulle novità normative e giurisprudenziali: non costituisce un requisito indispensabile per diventare amministratori.
La registrazione presso questi elenchi può servire a fare curriculum, aumentando così le proprie chance di poter essere scelti dall’assemblea in sede di nomina, ma non costituisce condizione per l’esercizio dell’incarico conferito dal condominio.
Alla luce di quanto detto sinora, possiamo quindi affermare che non esiste alcun obbligo d’iscrizione a qualche albo per svolgere l’incarico di amministratore condominiale, che quindi risulta essere una professione non regolamentata.
L’amministratore di condominio deve avere la partita iva?
Nessuna norma di legge impone all’amministratore di avere la partita iva.
L’assemblea può quindi senz’altro conferire incarico a un soggetto che non ne sia provvisto, non trattandosi di un requisito essenziale a pena di invalidità della nomina.
La partita iva è tuttavia necessaria per l’amministratore ogni volta che tale attività non sia occasionale ma svolta in maniera costante.
È ciò che avviene ai soggetti che amministrano contemporaneamente più edifici e che, pertanto, svolgono l’incarico di amministratore in modo professionale.
Per ulteriori approfondimenti, si legga l’articolo dal titolo Condominio: l’amministratore deve aprire la partita iva?
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